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Cultura

La casa è vuota, un libro sulla solitudine

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Giovedì 23 ottobre, reduce da un tour culturale che l’ha vista coinvolta nella Scuola Stefano da Putignano a Putignano, la nota giornalista del Corriere della Sera, Isabella Bossi Fedrigotti ha presentato a Turi, presso la libreria Eleutera, ‘Se la casa è vuota’ (ed. Longanesi). L’evento è stato  curato dal Presidio del Libro di Turi.

‘Se la casa è vuota’ è un libro che indaga i sentimenti familiari ed in cui una viaggiatrice ci racconta le storie delle persone incontrate. La casa è vuota perché in realtà è piena di affetto apparente. Ci serviamo della rete dei parenti per allevare i nostri figli che invece hanno bisogno della nostra presenza e vivono nella solitudine. L’evento culturale è stato introdotto dalla lettura di una pagina di diario di Asia Binetti, primo premio della Festa dei Lettori. Ciò ha fornito alcuni primi spunti di riflessione. Ad esempio, che a nessuna età si è completamente liberi da pensieri perché la persona che c’è stata fino a quel momento e che ci ha resi felici, può non esserci più. Ti crolla il mondo addosso. Le persone cambiano ma i ricordi no.

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L’associazione ‘Il Viandante’, sotto la direzione artistica della prof.ssa Carmela Mezzapesa  si è occupata dell’accoglienza; Andrea Lenato alla chitarra e Miriam Arrè con la sua voce, hanno regalato ai presenti un momento dedicato alla musica, eseguendo prima il brano ‘Luce’ di Elisa e, poi, in finale, ‘Gocce di memoria’ di Giorgia. Sono poi intervenute Annamaria Minunno e Alina Laruccia che hanno posto una serie di domande al gradito ospite.

La famiglia moderna è purtroppo diventata anaffettiva. I genitori pensano che sia il figlio ad avere un problema e non loro. “Ho scritto questo libro su comando. Qualche anno fa, a Milano, erano successi vari crimini di baby gang. Siamo ad un punto che non conosciamo più i nostri figli. I genitori di questi ragazzi erano increduli. Il direttore del Corriere mi chiese di scrivere un articolo su questo tema. Dopo l’articolo, il mio editore mi chiese di scrivere un libro ed io ho raccontato delle storie, non essendo saggista, sociologa, psicologa né tanto meno insegnante.” – ha dichiarato la Bossi Fedrigotti. La riflessione, molto profonda, è proseguita su come sia cambiata la famiglia, oggi. Parliamo infatti di famiglia allargata. Essa va molto di moda. E’ presentata come modello positivo, dalla tv e dal cinema. E’ un tema serissimo. Ma, a volte, i figli vorrebbero solo stare nella famiglia costituita dai genitori che li hanno concepiti. La famiglia allargata, invece, comprende anche figli di altri e diventa difficile per loro dover convivere con la preoccupazione di dover piacere anche ad altre persone. La solitudine crea disagio, fragilità, sbandamento, perdita dell’orientamento che si riflettono inevitabilmente nelle nuove generazioni. “Prima, la solitudine fisica era meno presente perché la mamma era a casa ma non me la sento di dire che prima era meglio di ora perché comunque si parlava poco. Il mio lavoro è il giornalismo. Ho fatto il possibile. Umberto Eco diceva che si può leggere quello che si vuole ma scrivere quello si può. Ho cercato storie come si cercano le inchieste. Mi sono guardata intorno e sono rimasta terrorizzata. Non sono dovuta andare troppo lontana; ho trovato ciò che mi interessava in tutta la classe media, la borghesia, senza problemi economici. Ho trovato questi vuoti dolorosi. Alcuni riguardavano amici. Alcuni, addirittura parenti. E mi hanno coinvolto emotivamente, molto di più. Le storie le ho, poi, reinquadrate per non far riconoscere nessuno dei personaggi. Io non posso e non voglio giudicare. Offro solo uno spunto di riflessione. La scrittura è stata coinvolgente perché ho ricordato i miei vuoti, a causa del lavoro. E questo, è un cammino abbastanza doloroso. Il primo capitolo del libro è autobiografico. S’intitola ‘Io’. La mia famiglia era litigiosa ma non c’è alternativa alla famiglia. La voglia di crearsene una è istintiva.” – ha concluso la giornalista, con grande commozione e capacità di coinvolgimento del pubblico entusiasta.

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