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Pedro: “vorrei solo tornare a sorridere”

Pedro Cistulli

Ha 54 anni Pietro Cistulli, da tutti in paese conosciuto come Pedro, ma sembra che ne abbia molti di più. La barba incolta, le rughe sulla sua fronte e un sorriso amaro sono i suoi segni distintivi.

E’ una storia triste quella di Pedro, costretto fin da piccolo in un orfanotrofio, a una adolescenza e una vita senza troppi momenti di gioia. Arrivato a Turi nel lontano ’88, aveva da subito trovato alloggio nel vecchio mattatoio comunale, in disuso già da diversi anni, in cui viveva “una vita semplice ma poco dignitosa” come egli stesso spiega. Troppo poche, infatti, 4 mura e qualche mobile, per garantire a un essere umano un’esistenza serena. Qualche anno più tardi la svolta: a Pedro veniva proposto di trasferirsi al campo sportivo  comunale in cui figurava come custode e tuttofare. Vitto e alloggio in cambio delle pulizie degli spogliatoi al termine delle partite e degli allenamenti, della tracciatura delle linee di gioco e di ogni altra mansione necessaria. Anni e anni passati sotto le fondamenta delle tribune del campetto dove Pedro aveva il suo letto e le sue cose e dove, per la prima volta, si sentiva sereno. “E’ stato il periodo più bello della mia vita” ci racconta, “le mie giornate passavano in compagnia di tanti ragazzi appassionati di calcio come me, seguivo le partite, ero un grande tifoso della squadra locale e in paese ero famoso, mi conoscevano tutti quanti. Quando non c’erano partite o allenamenti invece, mi piaceva rimanere da solo, passeggiare per il campo a raccogliere le mie riflessioni e pensare che forse tutto questo poteva bastare per essere davvero felice”. Un pasto caldo, un letto, una campetto da calcio, la compagnia dei ragazzi e le partite domenicali rappresentavano dunque, il pilastro su cui si reggeva l’intera esistenza di uomo che dalla vita non aveva mai ricevuto nulla.

Le cose belle però, si sa, durano poco e difatti, tutto cambiò quando la società calcistica di Turi fu costretta a chiudere i battenti e Pedro si ritrovò nuovamente solo, alla ricerca di una nuova sistemazione.

Adesso, da quasi 5 anni, vive in un casa di proprietà del Comune di Turi, nel centro storico del paese ma non è felice. “E’ vero”, ci spiega, “ora ho una casa tutta mia ma la situazione non è migliorata, anzi”. Pedro infatti è ora costretto a dover fare i conti sia con le utenze e con le tasse condominiali che con dei vicini di casa con i quali, come egli stesso spiega: “Ho un pessimo rapporto perché non riescono a capire le mie difficoltà e non accettano la vita che conduco”. Con una pensione sociale di soli 280 euro mensili in effetti, pur avendo un tetto sotto cui vivere, sarebbe dura per chiunque riuscire a far fronte alle spese quotidiane.

E’ triste Pedro. Ed è una tristezza profonda, lo si capisce mentre ci parla,  che non è legata unicamente ai fattori economici. “Non ho più amici ed era da moltissimo tempo che nessuno entrava in casa mia per una visita. Per il comune e per lo Stato italiano valgo meno di zero. Sono il nulla”. Alla nostra domanda poi su cosa desidererebbe adesso, Pedro risponde: “Vorrei solo andare via di qui, tornare al campo sportivo dove ho vissuto gli anni più belli della mia vita per sentire ancora le grida di gioia di quei ragazzi che mi riempivano il cuore. Vorrei solo tornare a sorridere ancora”.

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