Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Cultura

“I Dìscjadìsce” chiudono le serate all’Oratorio

Pasquale Del Re recita Nu spècchje andìche

Oltre due ore di risate hanno invaso l’Oratorio della Parrocchia Maria SS. Ausiliatrice nella serata di sabato 27 settembre in occasione della chiusura dei solenni festeggiamenti di San Pio, il SS. Crocifisso e i SS Medici.

A regalarle ai numerosi presenti una serata di puro divertimento, l’Associazione Culturale “I Dìscjadìsce” di Pasquale Del Re che ha portato in scena l’esilarante commedia tutta turese “Mènucce s’acchèse… fòrse”.

“Obiettivo della serata e del mio impegno – ha posto l’accento in apertura lo scrittore e attore Pasquale Del Re – è riportare lustro al nostro dialetto, alla lingua turese”, facendo impersonare situazioni e profili di una Turi che ci ha visti crescere ma della quale si stavano perdendo le tracce.

Come in ogni serata, il sociologo Del Re ha omaggiato il pubblico con una sua lirica, anch’essa in vernacolo, sputo di riflessione e vena nostalgica di un passato che riaffiora. “Nu spècchje andìche” – anche le cose hanno memoria – ha così dato il via alla lunga serata di risate per un pubblico non solo turese, che si è fatto deliziare anche dai profumi delle prelibatezze preparate dal gruppo “Viviloratorio”.

La commedia – che nella scorsa estate ha incontrato anche il pubblico di lettori, divenendone un libro – illustra uno spaccato di vita popolare, in un contesto storico, quello degli anni ’70, in cui il nobile o ricco può contrarre il matrimonio, con una popolana, per via dell’emancipazione dei costumi. E tra il ricordo di figli che stanno lontano e, il pettegolezzo tra due comari e Jannìne, sull’amica di Menuccia che è rimasta incinta senza aver contratto un legame matrimoniale, quindi, in modo disonorevole, alla fine si scopre che è proprio Menuccia ad essere in attesa. S’intrecciano così sentimenti di disperazione – il padre è il figlio del dottore – e di ansia – perchè bisogna fare bella figura e non c’è la dote. Si decide che si faranno i debiti “pùre pe chembarìje”.

Nulla è lasciato al caso e nella commedia dialettale, Del Re pennella la storia sociale del paese, tracciando accaduti e luoghi: le grotte di Turi furono chiuse perché una perizia geologica valutò la difficoltà di entrarvi; alla Sala Giuseppina, aperta nel 1952 e chiusa nel 1967, dove si festeggiavano i matrimoni.

La serata ha visto anche l’estrazione di premi ed una lotteria di beneficienza della quale una  parte del ricavato è andata alla Parrocchia e un’altra piccola parte sarà destinata secondo la volontà dell’associazione che presto deciderà.

Palese l’obiettivo di Del Re e dei suoi “attori non professionisti” di salvaguardare e valorizzare le radici cittadine, le sue tradizioni, la sua storia sociale e politica.

E nel futuro, cosa ci possiamo attendere da Pasquale Del Re e dall’Associazione?

“Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti, con ogni probabilità ripresenteremo a fine novembre “U fermàgge pùnde” perchè è stata la prima e molti non l’hanno potuta vedere e ce la stanno richiedendo”. “Sotto Natale – ha proseguito – se ci riusciamo, vogliamo portare in scena una parodia di Maria de Filippi che ho scritto e che ha per titolo “Su…pposta per te” , mentre più in là prevedo il seguito con “Làsse a merìje e fùsce a parterìje” di cui ho scritto già il primo atto”. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *