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Cultura

Da Gramsci al teatro: un progetto con i detenuti

In sala Giunta per la conferenza

Presentato in sala Giunta, nella mattinata di martedì 23 settembre, presso il Comune di Turi il progetto “Antonio Gramsci – Una capacità di pensiero in movimento”.

L’iniziata, promossa dall’Associazione culturale “Il Borgo delle Arti” patrocinata e finanziata dalla Provincia di Bari – Assessorato alle Politiche Sociali, dal Comune di Turi, e dall’AICS, Associazione Italiana Cultura e Sport, apre le porte del famoso carcere turese per raccontare, attraverso il progetto, il mondo dei detenuti, con uno sguardo molto particolare.

Il manifesto del progetto

“Il laboratorio videocinematografico – come ha esposto il regista, autore e presidente dell’Associazione culturale “Il Borgo delle Arti”, Pino Cacace – coinvolgerà circa una ventina di detenuti”, ognuno impegnato nei diversi ruoli che una ‘messa in scena’ richiede. Ecco che dalla fine di questo settembre e per circa quattro mesi, la Casa di Reclusione di Turi sarà teatro di preparazione e formazione di detenuti che indosseranno i panni di attori, scenografi, costumisti e di tutto quello che richiederà la produzione del corto.

L’obiettivo, come ha presentato il regista e rimarcato la Direttrice della Casa di Reclusione, Maria Teresa Susca è – “potenziare le capacità espressive dei detenuti, sviluppare le capacità di collaborazione con gli altri, migliorare il rapporto tra gli stessi e gli operatori e approfondire e diffondere temi storici e politici attraverso la conoscenza della figura di Antonio Gramsci”. Ed è proprio a lui e da lui che parte l’idea del progetto, e il Carcere di Turi si dimostra sede ottimale per realizzarlo. “Non sola sede di detenzione definitiva – dichiara Cacace – ma anche struttura che ha fornito spunto a Gramsci per i suoi Quaderni”. Il pensatore sardo qui, infatti, ne iniziò la stesura l’8 febbraio 1929 e durante tutto il suo periodo detentivo Gramsci lavorò alla scrittura di ben 33 quaderni (non tutti compiuti però) dal febbraio 1929 all’agosto 1935.

“Tale iniziativa – ha affermato Giuseppe Quarto, assessore provinciale ai “Servizi alla persona, problematiche socio-assistenziali e volontariato” – è un’altra dimostrazione dell’impegno e della sensibilità messa in atto dall’Amministrazione nei confronti delle fasce più deboli della società, in questo caso dei detenuti, ma soprattutto una testimonianza umana e cristiana nei confronti degli stessi per un loro reinserimento sociale e lavorativo”.

Dalla difficoltà di reperimento di finanziamenti utili a realizzare i progetti – prima finanziati dal Ministero -alla sensibilità dimostrata dalla Provincia e dal Comune di Turi, la Direttrice della Casa di Reclusione si dimostra soddisfatta di questa opportunità di comunicazione e di avvicinamento degli Enti e della popolazione alle tematiche e alla vita sociale all’interno del carcere. Di pari entusiasmo le parole del sindaco di Turi, Menino Coppi che, a nome dell’intera comunità, patrocinando il progetto spera di “avviare quel processo che porti a superare la distanza tra la cittadina e la vita carceraria”, spesso non vista, volutamente emarginata. “Ci auguriamo che questo progetto – che ricordiamo avrà spessore nazionale perché inserito nel circuito ‘Teatro in Carcere’ – sia solo l’inizio di una più vasta relazione che magari, e ci auguriamo, possa permettere anche ai detenuti di operare in lavori socialmente utili per la stessa cittadina” – ha concluso salutando il sindaco Coppi.

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