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L’unione fa la forza

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L’agricoltura non ha conosciuto tregua in questa estate “bagnata”. Molti i danni arrecati e tanta la desolazione e la rabbia tra gli agricoltori. Le Amministrazioni dei comuni più colpiti hanno deciso di intervenire, unendo le proprie forze. Incontriamo a tal proposito il consigliere di maggioranza Antonello Palmisano, delegato all’agricoltura, per farci illustrare in maniera più dettagliata e precisa quanto accaduto nelle ultime settimane.

Alcuni comuni hanno deciso di incontrarsi per discutere sui danni provocati dal maltempo all’agricoltura. Potresti spiegare bene di cosa si è trattato?

I nubifragi e le copiose piogge cadute sul nostro territorio nei mesi scorsi hanno provocato non pochi danni alle culture e alle aziende agricole. Il perdurare, inoltre, di condizioni di elevata umidità e le temperature miti hanno favorito la proliferazione di diverse fitopatologie, tra cui la “Peronospora” della vite con una virulenta diffusione in diverse zone del sud-est barese, che hanno portato anche alla perdita del raccolto di interi vigneti. Le Amministrazioni comunali si sono dimostrate pronte e attente ed immediatamente ci siamo riuniti presso la casa municipale di Rutigliano per discutere delle problematiche e dei disagi riscontrati nei diversi comuni e per cercare, insieme, delle soluzioni efficaci e concrete.

Quali sono stati i comuni partecipanti? Quali i più colpiti?

Sono intervenuti i Consiglieri e gli Assessori delegati all’Agricoltura di Noicattaro, Gioia del colle, Adelfia, Conversano, Acquaviva delle Fonti, Casamassima e Turi. Oltre a fare gli “onori di casa” il vicesindaco di Rutigliano, Giuseppe Valenzano ha espresso un messaggio di solidarietà, vicinanza nell’azione e nella reazione da parte degli altri comuni limitrofi i cui assessorati non hanno potuto partecipare. Ognuno dei diversi rappresentanti ha presentato una situazione diffusa di disagi alle strutture e alle colture.

Quanti incontri ci sono stati? 

Il 24 luglio scorso c’è stato, sempre a Rutigliano, il primo incontro tra esperti agronomi, istituzioni politiche ed imprenditori agricoli. Da allora altri tre incontri ci hanno visti impegnati nell’individuazione delle strategie da adottare per giungere ad un reale intervento a favore delle aziende colpite dal maltempo di questo insolito 2014

Ce ne saranno altri? 

Stiamo preparando un documento unico da approvare nei diversi Consigli Comunali e volto a richiedere in maniera forte l’intervento della Regione Puglia e del Ministero delle Politiche Agricole nell’attivazione di tutte le misure previste in caso di calamità o eventi meteorologici eccezionali, quindi saranno necessari ulteriori incontri per l’approvazione del testo e anche perché si è unanimemente deciso di continuare ad incontrarci e di agire su tutti i fronti possibili sino al raggiungimento delle migliori condizioni per l’agricoltura pugliese, cogliendo l’occasione anche per sviluppare strategie di rilancio promosse dall’unione dei Comuni.

È  stato calcolato, anche approssimativamente, l’ammontare dei danni subiti?

È prematuro cercare di quantificare le perdite di prodotto o i danni subiti sia perché la stagione di raccolta dell’uva da tavola e da vino non si è ancora conclusa sia perché è opportuno quantificare il danno subito da tante aziende che praticano la policoltura e che sono state coinvolte sia dalle grandinate primaverili che dai nubifragi estivi. Per fortuna gli eventi climatici e le infestazioni di Plasmopara viticola (il  microrganismo responsabile della Peronospora) non hanno coinvolto l’intero territorio in maniera uniforme e se è vero che si vedono tanti vigneti completamente arsi e senza grappoli è anche vero che in molti altri, grazie alle coperture con i teli in plastica e con ingenti investimenti in manodopera il frutto è sano e di qualità.    

A quali soluzioni si è giunti?

Le soluzioni non possono ridursi alla mera richiesta di agevolazioni ed interventi d’aiuto, bisogna mettere i nostri produttori nelle condizioni di poter produrre con le stesse garanzie di cui godono i nostri concorrenti. Purtroppo, oltre alle coperture e ai trattamenti fitosanitari per contenere le patologie, a fronte di eccezionali situazioni climatiche, come quelle vissute quest’anno, c’è poco da fare. Gli interventi preventivi sono stati spesso impediti dal costante maltempo e dall’impraticabilità dei terreni, le compagnie assicurative hanno spesso scoraggiato la sottoscrizione di polizze attraverso la richiesta di premi troppo onerosi e non convenienti per i produttori. Una tra le soluzioni proposte e su cui ci stiamo orientando è quella di sperimentare polizze con premi finanziabili o agevolati. Per un’azione risolutiva più duratura riteniamo invece necessario agire attraverso i nostri rappresentanti parlamentari ed europarlamentari affinché possano intervenire a favore di politiche agricole più attente alle reali esigenze dei produttori italiani.

Cosa si spera di ottenere?

L’intervento dei “Ministeri” è indispensabile su più fronti: è necessario provvedere alla copertura finanziaria per le tante richieste di stato di calamità; è inoltre necessario intervenire a livello legislativo per risolvere le tante lacune e i forti caratteri restrittivi che portano ogni reale problematica riscontrabile in agricoltura fuori dal quadro d’intervento. Inoltre bisogna agire unitamente alle compagnie assicurative per giungere ad accordi e convenzioni che possano mettere i produttori meridionali nelle condizioni di poter sottoscrive polizze assicurative a costi accessibili.

Cosa diresti agli agricoltori turesi che hanno dovuto far fronte a questa estate estremamente piovosa?

Gli agricoltori sanno che annate come queste sono da considerarsi rare ed eccezionali dati i nostri climi secchi ed aridi, ma c’è anche da sottolineare come negli ultimi anni siano sempre più evidenti i lenti ed inesorabili cambiamenti climatici; questo non vuol ancora dire che dobbiamo abituarci all’idea di vivere in un paese “tropicale” ma che dobbiamo tener conto che gli eventi che consideravamo eccezionali diventano sempre più frequenti e che fitopatologie che ritenevamo quasi estranee sono invece sempre in agguato. Una situazione simile deve essere stimolo per una più attenta valutazione dei rischi e per la prevenzione da mettere in atto nei prossimi anni. È chiaro, inoltre, come l’aggregazione tra i produttori sia ancora una volta l’unica strada percorribile, le nuove politiche agricole infatti agevolano le grosse realtà produttive lontane dalla nostra che è invece altamente frazionata. Unirsi in definitiva garantisce orizzonti migliori sia in casi tragici come questo, sia poter rilanciare e valorizzare i nostri prodotti, la nostra agricoltura, la nostra economia.

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