Un “giardino mediterraneo” in Villa
In una giornata autunnale, seppur in piena estate, La voce del paese incontra il consigliere di maggioranza e delegato al verde pubblico Antonello Palmisano, grande appassionato di piante – come ama definirsi – , figlio di agricoltori, guida ambientale e volontario del WWF. “Il verde ce l’ho nel sangue” – aggiunge sorridendo.
Passano pochi minuti e anche la conversazione assume i toni del green, perché oggetto dell’intervista diviene lo spazio verde più sentito da tutta la popolazione turese: la Villa comunale.
“Quasi tutti si aspettavano già dal 26 di giugno di trovare magicamente, grazie ad un voto espresso, la villa fiorita. Così non è stato, anche perché l’area è abbandonata da tantissimo tempo. Non viene piantato niente, non esiste un impianto di irrigazione e, alla luce di questo, mi è stato chiesto come avevo intenzione di intervenire. Tutti sanno, senza bisogno di essere botanici, che oggi non ha senso piantare nemmeno una pianta di basilico nel proprio balcone, se non hai a disposizione acqua. Avrebbe senso ripiantare la Villa se avessimo un impianto irriguo, ma questo non c’è e seminare qualsiasi cosa ora, sarebbe “imprudente e insensato”, senza considerare le spese di manodopera che oggi non ci possiamo permettere”.
Gli studi sono stati avviati, sono stati sentiti degli agronomi per verificare soprattutto lo stato di alberi e piante: da queste analisi sarebbe stato verificato che non esistono imminenze legate né alla loro salute né alla sicurezza dei cittadini: “Non c’è niente che ci può cadere in testa, almeno di appurabile, e non c’è niente che possa morire da un giorno all’altro, almeno di appurabile”. Si starebbe stilando una lista di piante da ripiantare e buttando giù un progetto di riqualificazione della Villa, sicuramente con un orientamento verso i cosiddetti “giardini secchi”: si chiamano così i “giardini mediterranei”, tipici dei terreni aridi, che non hanno bisogno di tantissima acqua. Si avrà dunque una Villa ornata da tutte le piante tipiche della macchia mediterranea, come rosmarino o salvia, e tutte quelle essenze che non hanno bisogno di acqua e che riducono anche la richiesta di manutenzione. “Una Villa bella e sostenibile” – come la definisce il Consigliere.
Allo stesso modo ci si sta muovendo con un piano di manutenzione delle palme “canariensis”, afflitte dal punteruolo rosso. Per queste si stanno già individuando le aziende. “Le palme malate ci sono” – ci conferma Palmisano. Nella Villa, in vita ce ne sono ancora tre, defunte due. Su questo bisogna intervenire”. Perché il Comune non ha agito prima? La risposta andrebbe ricercata in una normativa, che prevedeva l’affidamento di qualsiasi tipo di servizio alle stazioni uniche appaltanti, per una spesa superiore ai trecento euro. L’11 luglio pare che la situazione si sia sbloccata, dando la possibilità alle Amministrazioni di intervenire liberamente. Il primo passo che verrà fatto, sarà la rimozione delle palme morte, che non saranno sostituite con quelle nuove. Saranno invece rimpiazzate con altri tipi di piante, ad esempio con degli ulivi.
Oggetto di attenzione per il discorso Villa comunale è anche la fontana. A tal riguardo, si starebbero valutando due possibilità: ripristinare la vecchia fontana oppure, con gli stessi costi, creare uno stagno ecosostenibile che ospiterebbe sia piante a fiore acquatiche, sia dei piccoli pesci. “Dal punto di vista ambientale io preferirei questa seconda opzione: lo stagno è più fotosintetico rispetto ad una fontana d’acqua, non consuma elettricità, non consuma acqua, non ha bisogno di alcun tipo di manutenzione, però ci sono tanti altri aspetti da valutare” – afferma il Consigliere.
La conversazione si chiude con un appello che Antonello Palmisano rivolge a tutti i genitori, zii, nonni, a tutti i fruitori della Villa e della città: “Il bene è pubblico, il bene è comune, non possiamo dare la colpa alla scarsità dei controlli, che avranno di certo il loro peso di colpe, ma dobbiamo essere noi i primi a dire ai nostri figli di non andare nelle aiuole, di rispettare il verde e il bene pubblico. Questo è alla base di tutto. Se noi puliamo la Villa e i nostri figli il giorno dopo la sporcano, non possiamo dare la colpa a nessuno, se non a noi stessi”.
Ma non è tutto. C’è un regolamento riguardante le sponsorizzazioni del verde pubblico: i cittadini turesi possono da qualche anno adottare uno spazio verde del paese, che sia un’aiuola della Villa o il cimitero vecchio. “Adottare vuol dire provvedere alla manutenzione e alla pulizia di questi spazi verdi anche a spese proprie, sollevando l’Amministrazione sia dall’impegno economico, sia dalla cura di questi posti. Io chiedo a tutti cittadini di adottare una piccola area verde”. Perché dovremmo farlo? La domanda sorge spontanea. “Perché è un bene comune – ci risponde il Consigliere – , perché così siamo legittimati a sentirlo più nostro, perché solleviamo le casse comunali che non godono di grande salute da un peso ulteriore e perché saremmo cittadini coinvolti nella vita del paese. Se si è difronte a professionisti, ditte individuali, società o a delle associazioni, questa sponsorizzazione può essere utile dal punto di vista dell’ immagine, in quanto per queste adozioni è prevista l’apposizione di targhette, con cui si ha un ritorno di pubblicità”.