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Menino Coppi: “Sto già pedalando”

Menino Coppi

Non di soli slogan e manifesti vive la politica. Ora che le amministrative sono archiviate, finalmente si sciolgono i ceroni, il Photoshop è da rinnovare, i volti tornano naturali, con tutte le rughe e le ansie che li caratterizzano. Il vincitore ha voluto la bicicletta e dovrà seriamente pedale. Comincia in sella l’avventura da sindaco di Menino Coppi. Sarà un percorso a ostacoli, tra buche e insidie politiche. Da percorrere possibilmente prima che fino al 2019 Turi diventi quel giardino dell’Area Metropolitana di Bari. Proprio come ha promesso.

Il due volte sindaco di Turi ha rilasciato un’intervista in esclusiva per “La Voce del Paese – Turiweb”.

Come cambia la vita dallo studio professionale a quello municipale?

“Sapevo che sarebbe cambiata la mia esistenza. Ci lasciamo alle spalle una campagna elettorale che ha visto me come punto di riferimento per tutti. Sono stato anche bersagliato. Ho rifiutato provocazioni e calunnie, perché secondo me bisogna costruire e non distruggere. Qualche detrattore, come Biagio Elefante, aveva fatto delle previsioni ed è stato subito sbugiardato. Ora si lavora. C’è molto da fare”.

Sindaco, condivide l’idea che il centrodestra unito avrebbe vinto?

“Non si può dimostrare. È vero, la divisione del centrodestra ci ha favorito… non c’è alcun dubbio. Ma con una sola lista avrebbe vinto?”.

E con un altro candidato sindaco?

“Degli altri o del centrosinistra? Credo che alla fine abbiamo vinto bene con sei punti di vantaggio. È stata per noi una vittoria importante, se consideriamo che c’erano ben sei liste… i grillini hanno pagato il fatto di aver rifiutato confronti”.

La giunta è pronta. Quali criteri e metodi ha adottato per la scelta degli assessori?

“Diversi. Bisognava terner conto del consenso personale, ma non solo. Poi, la nostra, come le altre coalizione, racchiude diverse forze, quindi dovevamo tener conto della rappresentatività, ma anche delle competenze professionali. È stato un mix e un equilibrio tra questi elementi, il miglior equilibrio che si potesse prevedere. Gli assessori sono competenti. Camposeo è un ingegnere e sta benissimo ai Lavori Pubblici. Tuttavia la delega all’Urbanistica la tengo per me: abbiamo dei piani urbanistici approvati e voglio seguirne personalmente l’attuazione”.

È stata una fase delicata, che si porta dietro qualche mal di pancia, specie tra i più giovani…

“Ieri sera (mercoledì 4 giugno, ndr) abbiamo fatto una riunione ed è stata tranquilla. Certo, ciascuno ha delle aspettative e vorrebbe offrire il proprio contributo al massimo livello. Però, ribadisco, abbiamo raggiunto il giusto equilibrio, un mix tra esperienza e forze giovani. trovato equilibrio giusto. Per quanto possibile bisogna fare anche mix tra esperienza e forze giovani. Abbiamo un equilibrio che garantirebbe stabilità politica e immediata esecutività nell’azione amministrativa. Dopo una sola settimana mi son già dovuto confrontare con numerose problematiche…”

…a proposito di problemi, quali sono le priorità nell’immediato?

“Tante. La priorità è il bilancio, da fare subito (indipendentemente dalle scadenze del governo nazionale), e senza il quale avremo difficoltà a programmare. Nel frattempo dobbiamo adottare atti significativi per un superamento del degrado in cui ci troviamo. E non mi riferisco solo alle buche. Dobbiamo dare subito il segnale del cambiamento. Il paese è cambiato socialmente e demograficamente. Va affrontata la questione dei “nuovi turesi” che sono il 25% della popolazione. Ritengo che essi siano una risorsa importante; tra loro ci sono risorse umane importanti che hanno deciso di vivere qui. Noi dobbiamo essere all’altezza della nuova grandezza. C’è disponibilità di immobili quindi continueremo a crescere, e non è un fatto negativo. Inoltre, Turi ha bisogno di costruirsi un’identità; dobbiamo prepararci a essere il giardino della città metropolitana, che non è solo uno slogan, ma il titolo di un tema che svolgeremo”.

L’Assessorato all’Agricoltura si è perso tra le deleghe…

“Potevamo nominarne solo cinque. Non si è perso, ma sarà ricoperto dal delegato Antonello Palmisano, una figura professionale di grandissimo spessore. Durante la conferenza stampa della sagra ha parlato appena cinque minuti ma tanto è bastato per richiamare l’attenzione dei giornalisti. Antonello sarà lo snodo importante, pur senza titolo assessorile. È già all’opera e sono molto soddisfatto”.  

Teme qualcosa in questo percorso lungo cinque anni? Paure? Possibili instabilità?

“Credo ci siano tutti gli elementi e le professionalità per fare bene, in stabilità politica e per far evolvere Turi. Certo, ci sono le rappresentanze politiche, ed è stupido non tener conto di questa realtà. Ma tutti gli ingranaggi si incastrano: consegnerò deleghe a tutti i consiglieri affinché lavorino tutti”.

Il Partito Democratico ha sbancato alle europee ma non a Turi? Come valuta il risultato?

“Il PD ha affrontato questa campagna elettorale in modo difficoltoso, con vicende interne complicate. Forse alcune presenze erano affrettate, non costruite. Credo però che il partito debba ora adeguarsi all’elettorato che ha. Il Pd avrà suo gruppo dirigente adeguato al consenso. A livello nazionale Renzi è riuscito a fare quello che Veltroni auspicava. Così, anche a Turi nei prossimi giorni Il PD si riorganizzerà, e ci sono già buone notizie. Deve necessariamente attraversare una evoluzione positive anche per il fatto che abbiamo vinto le amministrative di Turi”. 

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