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Politica

Parla la Storia di Turi

Vito Donato Valentini

“La Turi di ieri, quando diventai  sindaco nel 1963, veniva chiamata dai nostri vicini “la masseria”, perché non esisteva la fognatura, né nel paese vecchio né nel paese nuovo. Così feci fare la fognatura”. Così, parla la Storia di Turi, il dott. Vito Donato Valentini, in esclusiva ai nostri microfoni si confida e lancia un appello, a poche ore dal voto amministrativo.

“Fu un momento che entusiasmò tutti – racconta Valentini – Nel 1970 fui eletto alla Provincia quale assessore alla pubblica istruzione e l’Istituto di ragioneria che abbiamo a Turi lo si deve a questo mio impegno. Nel secondo quinquennio fui rieletto  assessore alla sanità e con una mia relazione fatta al Consiglio Regionale furono eliminati i manicomi; con il mio contributo furono inoltre create 18 AUSL in tutta la Provincia di Bari, che allora comprendeva anche Brindisi. Migliorammo anche sotto questo aspetto. Nel ’70 l’ex sindaco Nino Garnola mi chiese di presentarmi alla Regione. Non fui eletto. Nel 1984 andai a fare il presidente della AUSL Bari 18 e chiusi il bilancio con un saldo attivo di circa 850 mila milioni. Quando io ho amministrato, nessuna amministrazione, né quella di Turi, né quella della Provincia è andata in deficit. Ho chiuso sempre in positivo. Dal 1963 al 1981 nessun sindaco di Turi ha preso una lira, perché io non applicai la legge del 1958, quindi chi voleva  amministrare doveva farlo nell’interesse dei cittadini e del Comune, portando così a risparmiare circa cinquanta milioni di lire. Oggi, non appena eletti, i nostri rappresentanti si insediano e prendono lo “stipendio”. Il sindaco del comune di Turi, ad esempio, prende tremila euro al mese. Io, il Prof. Matteo Pugliese, il Rag. Calisi, il dott. Vitangelo Sisca, come ogni altro sindaco, vicesindaco o consigliere dal ’63 al ’81 non ha mai preso una lira. Questo avrebbe dovuto essere da esempio a tutti i Comuni. Oggi si parla di crisi, beh, scusate e permettete senza presunzione, si risolverebbe subito la crisi se si riducessero del cinquanta percento i compensi di Comuni, Province, Regioni e dei parlamentari, che sono i più pagati di tutti.”

Molto è stato fatto nel corso degli anni e molto è stato distrutto. Potrebbe dirci la sua?

“Molte amministrazioni hanno distrutto tutto ciò che era stato costruito, come l’ospedale, la cui prima pietra fu deposta nel 1970, demolito a causa della legge antisismica e perché nessuna delle amministrazioni venute dopo Coppi ha avuto la capacità di farlo finanziare per completarlo. Turi poi non ha un Pip (Piano insediamenti produttivi): io iniziai con questo progetto nel 1978 su 74 ettari di terreno, dando l’incarico a tre tecnici, i quali ad un certo momento presentarono, con il terzo stato di avanzamento, il completamento. Il sindaco Resta, appena insediatosi, con delibera n. 193 del 19 marzo 1990 liquidò i tre tecnici e gli tolse il mandato; inoltre fece l’appalto che andò deserto. Rimane solo il fatto che oggi Sammichele ha il Pip, Turi no. Molti politici, non ben informati, sostengono poi che per la strada 172 non è stato fatto nulla, solo promesse. Per la stessa 172, io, che sono stato assessore ai lavori pubblici dal ’85 al ’90 alla Provincia, dopo tre morti sulla Turi Casamassima, presi tutta la documentazione e, dato che avevo contatto sia con l’Anas che con il ministro dei lavoro pubblici di allora, andai a Roma, parlai con il ministro il quale, prospettando la situazione, mi disse di stare tranquillo che la strada sarebbe stata allargata. Il 15 marzo 1990 arrivava a Turi la deliberazione dell’Anas di Bari, che, trasmettendo gli elaborati di progetto, richiedeva al Comune l’adozione del provvedimento di approvazione della perizia. La delibera di giunta dell’ex sindaco Onofrio Resta arrivò però solo a settembre, il 27 settembre, ben sei mesi e mezzo dopo: la stessa, inoltre, non fu ratificata dal Consiglio, per cui perdemmo soldi e l’allargamento della Turi-Casamassima. Adesso c’è il Consigliere regionale che parla sempre della 172. Quando io ero ancora in auge, molti miei amici politici di un certo livello mi dicevano – non avrete più un soldo perché avete rinunciato all’ampliamento della Turi-Casamassima, finanziato dal Ministero dei lavori pubblici. Hanno demolito l’ospedale, l’asilo nido che hanno riscostruito, non abbiamo più il Pip, non abbiamo la Turi-Casamassima: questo è da addebitare alle amministrazioni che mi hanno seguito. Abbiamo comprato il cinema pagandolo 530 milioni di lire, di cui 200 milioni di contributi della Regione, 170 milioni quale avanzo dell’amministrazione Susca, la differenza fornita dall’allora attuale amministrazione comunale. Con Gigantelli fu distrutto anche il cinema. Un dei consiglieri comunali era Boccardi, io lo chiamo il “consigliere muto”, perché non ha detto una parola per fermarlo. Un altro consigliere comunale che si chiamava Petrera, invece, si rivolse al primo cittadino in sede di consiglio, affermando  che questo sindaco sarebbe passato alla storia come “colui che vuole demolire tutto” e si domandava perché invece non fossero stati mai richiesti finanziamenti per le stesse strutture che poi furono abbattute. Il consigliere Boccardi continuò a tacere. Chi ha sbagliato deve pagare. Non l’hanno fatto per interesse personale. Hanno sbagliato perché, peccando di presunzione, ad un determinato momento hanno avuto una visione dei problemi diversa dalla mia e quindi sono andati a distruggere tutto ciò che era stato costruito nell’interesse dei cittadini.”

Ha un suo candidato-sindaco preferito?

“Senza dubbio. Io sono intervenuto all’attuale candidatura del sindaco Menino Coppi che è stato sindaco quando io ero all’opposizione. Quando Menino diventò sindaco voleva fare ciò che poi è stato fatto a piazza Cisternino, io gli chiesi di fermarsi perché al piano terra di quella piazza avevo ristrutturato i locali  per fare un centro sociale aperto per gli anziani che si proponeva un servizio mensa, infermieristico, una segreteria sociale, l’occupazione del tempo libero e il servizio domiciliare agli anziani. Per la verità il sindaco Coppi mi ascoltò. Poi è stato realizzato senza più chiedere niente a me, ma non dall’ex sindaco Coppi, da altri. Ecco perché preferisco che il candidato Menino Coppi vinca le elezioni, gestisca il Comune, perché sono convinto che sia l’unico che possa risollevare le sorti di questo Comune, tutti gli altri, bravissime persone sicuramente, ma non hanno esperienza, forse avranno pure competenza, forse saranno pure umili, non lo so, però esprimo un giudizio positivo su Menino Coppi perché l’ho visto lavorare per il Comune. Io sono stato quello che lo ha sollecitato a presentarsi alle elezioni. Se dovesse essere eletto Coppi sono convinto che il Comune inizierà a chiudere un periodo negativo, periodo che tutti conoscono.”

Quale dovrebbe essere la prima azione della nuova amministrazione comunale?

“Il primo problema che si dovrebbe affrontare è informare la cittadinanza sulle questioni amministrative, economiche e sociali. Noi non sappiamo, dopo tanti anni di vita amministrativa, che cosa sia accaduto. Si parla di debiti, ma nessuno può dire con esattezza e con coscienza che cosa sia successo al Comune. Questo è il momento da cui si parte per poter lavorare.”

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