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Acqua Amata Turi, “ce l’aB2iamo fatta ancora”!

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È arrivata all’ultima giornata di campionato la salvezza dell’Acqua Amata Turi, una salvezza sudata ma ampiamente meritata. Festeggiata in casa, sabato 10 maggio, davanti al proprio pubblico, con un netto 3-0 (25-16, 25-14, 25-16) al Primo Nola, cenerentola del campionato.

LA PARTITA – Mister Piero Acquaviva manda in campo la formazione migliore: capitan Raguso al palleggio, Guglielmi opposto, Cariello e Lattanzio in banda, Draganova e Di Reda centrali, con Gaudio libero. La combattente La Forgia, infortunata, si deve limitare a soffrire dalla panchina. Si soffre solo all’inizio. Alla squadra turese serve un punto, che tradotto vuol dire almeno due set. I due parziali, che valgono la salvezza matematica, arrivano rapidi (25-16, 25-14), così coach Acquaviva può far partecipare alla festa anche le giocatrici che hanno giocato meno nel corso della stagione: scendono in campo D’Aprile, Pignataro e Cazzetta. La salvezza è anche loro e lo dimostrano nel sestetto che chiude agevolmente la pratica con un netto 25-16. Nel finale c’è spazio anche per Ana Branco, in campo da centrale col numero 61. La giocatrice, chiamata in campo a gran voce dagli spalti, si è pure tolta la soddisfazione di portare un punto alla squadra.

I COMMENTI – Il punteggio parla chiaro: troppo netti i valori in campo, troppo diverse le motivazioni con cui le due formazioni si sono affrontate. Bastava un punto all’Acqua Amata, ne sono arrivati tre. La formazione del presidente Iacovazzi ha così chiuso il proprio campionato a quota 31, in decima posizione, lasciandosi la zona rossa 5 lunghezze più giù. La Demo.Co.S. Cutrofiano ha concluso nettamente prima, a quota 70. Nella zona alta si è consumato, però, il dramma sportivo dell’Europea92 di Isernia, seconda alla vigilia dell’ultima giornata ma, in seguito alla sconfitta contro la Fiamma Torrese, scivolata in quarta posizione, scavalcata sia dall’Assi Manzoni Brindisi che dall’Orakom Virtus Salerno.

Per una squadra che si dispera, però, ce n’è una, l’Acqua Amata, che può esplodere di gioia e indossare, a fine gara, la maglia con la scritta “ce l’aB2iamo fatta ancora”, in onore della permanenza nella serie B2.

Il principale artefice di questa vittoria è stato l’allenatore Piero Acquaviva, che ha saputo portare la squadra a livelli di gioco sempre più alti, nonostante i pochissimi cambi a disposizione e i tanti infortuni.

L’abbiamo intervistato quando ancora il Palazzetto ballava.

Salvezza sofferta fino all’ultimo, ma ora è fatta.

“Purtroppo ci siamo complicati noi la vita. Abbiamo perso in casa degli scontri diretti con Benevento, con Mesagne. Le ragazze, però, hanno avuto la capacità di continuare a lavorare sempre. Sono state brave a non mollare mai, nonostante siamo stati per un bel periodo nella zona rossa. Non è facile continuare a crederci vedendo che chi sta lottando con te, come il Mesagne, va a vincere con squadre come il Brindisi. La forza è stata nel gruppo, a cominciare dai dirigenti, dal preparatore atletico, dal fisioterapista, che è stato quel qualcosa in più che ci ha permesso di gestire al meglio un anno non proprio fortunato dal punto di vista fisico. Ci sono stati tanti infortuni, in parecchie partite ho dovuto rinunciare a Barbara (Guglielmi) e Giulia (Cariello) ma le altre si sono fatte trovare pronte. Il terzo set è il premio finale a chi ha dato tutto in allenamento, anche se si è vista poco in campo, e oggi ha dimostrato gioco di squadra, crescita tecnica e maturità tattica. Spero sia servito per la crescita individuale di ognuna di esse, con l’augurio che possano arrivare a giocare anche in categorie superiori”.

Quali sono i programmi dei prossimi giorni?

“Per ora le lasciamo festeggiare e poi, dalla settimana prossima, faremo qualche allenamento per lavorare sulla tecnica”.

Quindi il futuro dell’Acqua Amata è con Piero Acquaviva?

“Perché no? Ora parleremo con la società e valuteremo le idee che ci sono”.

C’è stato qualche momento in cui ha temuto che la salvezza non sarebbe stata raggiunta?

“Certo, da settembre. – scherza – Il nostro obiettivo è sempre stato alla portata. Abbiamo penato un po’ ma sono soddisfatto per averlo raggiunto con tutta la squadra, compresi il fisioterapista, il preparatore atletico, Ana Branco che è stata scout man, assistente e dodicesima giocatrice, Giuseppe Mangini che, oltre ad essere secondo allenatore, è stato giocatore negli allenamenti. Lavorare con questa sinergia è molto facile per un allenatore. Il merito di questa salvezza è di tutti”.

Quest’anno sono state poste le basi per un grande progetto. Da queste si potrà costruire per volare in alto. La strada è quella giusta.

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