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Cultura

Tra ricordi e gradazioni, si tinge la Sala Enotria

Angelo Genghi insieme alla sua macchina da competizione

Ha riscosso un notevole successo di pubblico l’evento organizzato nel pomeriggio del 1 maggio a Turi presso la Sala ricevimenti “Enotria”. Amici, amanti delle quattro ruote e tantissimi curiosi hanno preso parte a questo tuffo nella memoria del nostro concittadino Angelo Genghi, autore di “Adrenaliniche emozioni”.

A dare il benvenuto ai presenti, il complesso musicale K.Y.B., che ha intrattenuto i presenti con la coinvolgente musica rock di Alanis Morissette o Anouk, che ha fatto da sfondo alle passioni dell’organizzatore che ha regalato stralci del suo album di ricordi. Fotografie di un tempo che seppur passato, racchiudono il carattere grintoso che ancora oggi caratterizza Angelo Genghi che non ha mancato di far ammirare la sua compagna di corse e di fatiche. Una fiammante rossa che ancora oggi conserva nelle sue curve l’armonia e la voglia di correre, accompagnata ad energici esemplari di Ferrari e Cinquecento.

Tutto curato nel minimo dettaglio all’esterno ed all’interno della Sala, dove ad aprire la presentazione del volume la sempre melodiosa e irresistibile voce di Mariano Di Venere. Una musica che racconta di emozioni, di passioni e di costanza per migliorarsi e perfezionarsi, perfetto connubio con le parole di Angelo Genghi e l’appuntamento con le sue “Adrenaliniche emozioni”.

Stralci di corse, di ricordi incancellabili, di esperienze che fortificano hanno accompagnato il proseguo della serata, attraverso gli interventi del prof Giovanni Coppi, estensore della prefazione, l’ass. Laura De Mola, presidente delle Scuderie Egnatia Corse di Fatano, Oronzo Pezzolla, componente della giunta sportiva della CSAI, il rag. Antonio Caldarola, resp. dell’Ufficio Sportivo Automobile Club di Bari, il dott. Nicola Calabria, editore del libro e il prof. Giuseppe Incardana, docente di storia e filosofia. La voce recitante di Pietro Salice è stata intervallata dalla visione di un filmato delle esperienze di Angelo Genghi.

Al termine della coinvolgente serata, abbiamo voluto fare qualche domanda all’autore.

Come nascono le “Adrenaliniche emozioni”?

“Questo volume nasce nel momento in cui, rendendomi conto che non mi era stato possibile trasferire alle nuove generazioni quelle esperienze professionali, sportive, artistiche e di vita, in modo che facendone tesoro potessero fare meglio e di più, ed affinchè non andassero perdute del tutto ho pensato di affidarne una parte alle pagine di questo libro per rimanere una traccia una testimonianza

Le “Adrenaliniche Emozioni” sono l’anima, il sentimento di questo sport, è qualcosa di trascedentale che gli amanti della velocità riescono a provare. Ma vorrei meglio esemplificarlo con il pensiero profondo di Claudio Marcello Costa (traumatologo della Federazione motociclistica): “I piloti amano giocare a scacchi con il rischio, vivono di questa condizione eroica, sentono un’attrazione fatale non tanto perché c’è una coppa in palio o un titolo. La sentono perché c’è qualcosa di affascinante che il rischio gli fa vivere, i colori di un paradiso perduto che la prudenza non pemetterà mai di raggiungere. Lì abita il sacro, la divinità“.

Anni di competizioni e di successi: ci può regalare il ricordo più bello e quello meno bello della sua esperienza?

 “Il ricordo più bello in 15 anni di attività agonistica è legato ad una strepitosa vittoria ottenuta nel 1985 nella gara delle Svolte di Popoli (Pe) sul Gran Sasso,quando trovandomi a gareggiare sotto un temporale estivo  e con le gomme slic (lisce,senza battistrada) sono riuscito a stravincere nella mia categoria battendo piloti molto bravi ed anche del posto grazie alla mia sensibilità di guida sul bagnato. Ma il ricordo indelebile di quella forsennata volata si riferisce al fatto che un commissario di percorso, vedendomi arrivare a forte andatura avvolto in una nube di acqua nebulizzata, lasciò la posizione per darsela a gambe nel timore che, uscendo di strada, avrei potuto investirlo.

Il ricordo meno bello, invece, è legato a quanto si verificò nella prova ufficiale della 4°edizione della Salita di Monte S. Angelo (Fg)nel 1977,quando nello stacco della frizione per scalare le marce, mentre affrontavo uno dei primi tornanti, il motore andò al massimo dei giri perché si era rotta la molla del richiamo dell’acceleratore . Chiunque al mio posto si sarebbe fermato, invece continuai imperterrito nel tentativo di ultimare la prova. In quelle precarie condizioni riuscii a superare un paio di tornanti, poi, in trazione, il motore ritornò su di giri perché la frizione,sollecitata all’inverosimile, si era disintegrata. Fino a sera riuscii a riparare il tutto pronto per la gara del giorno dopo.

Mentre un’altra volta quando ero alle ultime battute in cima alla stessa montagna con buone possibilità di vittoria fui costretto al ritiro perché si era afflosciato un pneumatico”.

Chi è il lettore ideale di Adrenaliniche emozioni”?

“Non credo ci sia un lettore ideale per questo libro, perché come potrà interessare l’appassionato, così potrà interessare chi vorrà conoscere o saperne di più su questo universo motoristico la cui storia, partendo do dalla prima corsa in salita nel 1893 in Francia,arriva fino ai giorni nostri”.

Guardando al passato, con chi avrebbe avuto piacere di gareggiare?

“Non ho rimpianti di questo tipo perché mi sono confrontato con piloti molto bravi, sia in gare di Campionato Italiano che di quello Europeo riportando sia belle vittorie che piazzamenti onorevoli”.

Pensando ad oggi, chi ritiene sia il pilota n.1?

“Dopo un decennio di successi,ancora oggi il pilota più bravo della massima categoria è il toscano Simone Faggioli che fino allo scorso anno ha corso con un’ Osella Zytek 3ooocc. da 650 cv. Il suo palmares, a poco più di 35 anni, è di 9 titoli italiani e di 7 europei della montagna”.

Tanti gli amici e gli appassionati intervenuti giovedì sera. Si sarebbe aspettato tale successo?

“Il successo della manifestazione me lo aspettavo perché mi sono impegnato al massimo affinchè questa riuscisse nel migliore dei modi, e così è stata. Molto apprezzato è stato il complesso musicale e le belle interpretazioni delle canzoni cantate da Mariano Di Venere, come pure l’esposizione di auto da corsa ,la mostra fotografica,gli interventi dei relatori, i filmati,il sorteggio dei prodotti e delle prestazioni artigianali offerti dagli sponsor, ed infine, dopo le 23:00, un bouffè prima del commiato. Tutto sommato è stata una bella serata di cultura sport e spettacolo, unica nel suo genere, e dunque irripetibile. Per cui un vivo ringra- ziamento va a tutti coloro che hanno partecipato”.

Rivolgendosi ad un ragazzo con la sua stessa passione, quale consiglio darebbe per poter raggiungere i suoi sogni?

“Questa è una bella domanda! Il consiglio che potrei dare ad un giovane che vorrebbe intraprendere  l’au-tomobilismo agonistico è quello di non sperare di vincere subito. Bisogna avere pazienza, tanta pazienza  per arrivare a vincere subito, ci sono tante cose da imparare come l’approfondita conoscenza dei percorsi di gara. Indubbiamente questo spirito poco si adatta a questa fretta che c’è oggi in giro. Così a volte capita di vedere un pilota giovane che disputa una di queste gare. S’impegna, magari va anche forte, ma alla fine è condannato dal cronometro,è demoralizzante. In una cronoscalata la vettura conta per il 50%, il resto, lo deve mettere il pilota; ed il pilota è bravo quando accumula molta esperienza”.

Per i futuri lettori: dove è possibile trovare il suo volume?

“Se le richieste del libro sono consistenti, qualsiasi libreria può richiederlo alla Casa Editrice, né si può pre- tendere di trovarlo ovunque dal momento che non sono un autore di fama nazionale. Comunque resto a  disposizione di chiunque volesse avere chiarimenti  o acquistare qualche copia”.

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