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Politica

Ciò che viene ricordato oggi è anche il nostro “metodo di governo”

Menino Coppi

“La voce del paese” incontra il dott. Menino Coppi, ex Sindaco di Turi e neo candidato sindaco per le amministrative 2014. Un viaggio tra passato, presente e futuro, una storia comune e nota ai turesi, fatta di poche luci e molte ombre, che hanno portato Turi a quello che è oggi. L’impegno rinnovato del dott. Menino e la speranza di poter nuovamente cambiare la storia del paese.

La sua passata esperienza amministrativa da Sindaco sembra essere un valore aggiunto. Una grande responsabilità, dunque. Cosa ne pensa e cosa vorrebbe dire a chi l’ha scelta?

“In passato abbiamo fatto questa esperienza che è stata molto positiva, però sono consapevole del fatto che questa sia un’altra “epoca”, sono cambiate moltissime cose. In quel periodo abbiamo fatto molto per Turi, ma credo soprattutto che ciò che viene ricordato oggi sia anche un “metodo di governo”: nella cosa pubblica ci sono moltissime questioni che si possono risolvere e altre no, ma fondamentale è lo stile di governo e di amministrazione che si assume. Noi abbiamo adottato un metodo privo di interessi personali, di massima trasparenza, e credo che questo dopo tanti anni si ricordi”.

E cosa direbbe a chi l’ha voluta come candidato sindaco?

“Direi che mi hanno dato una bella responsabilità e sono lusingato e grato dei giudizi che sono stati espressi sulla mia persona. Chiedo ovviamente a tutti di dare una mano, perché sono convinto del fatto che da soli non si faccia assolutamente nulla. C’è bisogno di supporto, sostegno. Inoltre, io aborro gli “yes man”, quelle persone che dicono sempre sì:  attorno a me ho bisogno di persone che mi mettano dei punti interrogativi nella testa, perché solo cosi si riescono a risolvere i problemi”.

Cosa pensa dell’ex amministrazione De Grisantis?

“Io sono convinto che quell’amministrazione abbia lavorato molto bene, sono state fatte molte cose importanti in quel periodo. Credo invece che le amministrazioni di centro destra successive abbiano portato poi al degrado attuale”.

All’inizio aveva declinato l’invito a candidarsi, indicando, lei stesso, come candidato ideale del PD Annarita Rossi. Poi sappiamo come è andata. Lei ha ripreso il dialogo. Si aspetta il suo appoggio?

“Annarita Rossi era stata designata non solo da me, ma da tutto il PD a candidato sindaco. Ad un certo punto penso ci sia stata una divergenza di punti di vista sulla linea politica da seguire. Annarita propendeva più verso una lista che potesse tener dentro solamente il PD, mentre la maggioranza del partito ha ritenuto necessario e utile far alleanza con gli altri partiti del centro sinistra e con una lista civica. Questa divergenza di pensiero politico non scalfisce ciò che io penso di Annarita, perché è una persona validissima; per questo spero possa tornare presto a dare il suo contributo”.

L’urbanistica e gli interessi ad essa collegati decretarono la sua non rielezione. Quale idea dell’urbanistica intravede per Turi?

“La situazione attualmente è molto diversa: allora noi fummo la prima amministrazione che adottò un piano regolatore, potremmo dire il  primo piano regolatore della storia di Turi. Naturalmente con questo piano andammo a toccare degli interessi, tanto che con la successiva amministrazione di centro destra fu cestinato; noi lo facemmo senza avere alcun interesse personale. Oggi la situazione è completamente diversa, anzi devo dire che se fosse andato in porto quel piano regolatore non avremmo avuto tutta questa cementificazione. Ora i piani urbanistici ci sono, bisogna solo attuarli. Avendo un surplus di abitazioni e un conseguente calo del prezzo degli immobili, la strada della cementificazione deve ritenersi chiusa, non dovremmo più utilizzare altro territorio di quanto non ne sia già stato utilizzato, abbiamo invece bisogno di dare i servizi a tutte queste abitazioni che sono state costruite, il verde, le piazze i giardini, i giochi per bambini, per non essere più un “paese dormitorio”. Credo che un’amministrazione che voglia fare l’interesse del paese debba fare innanzitutto questo. Dobbiamo poi pensare alla riqualificazione dei quartieri che si stanno svuotando e, in generale, riqualificare il paese: si tratta di un progetto di grande respiro, ma che secondo me si deve fare”.

Onofrio Resta è andato a casa, pare, per uno scontro su tasse e Tarsu. Un commento sulle prospettive finanziarie dell’ente: alzerà le tasse?

“Questo tenteremo di non farlo, però siamo consapevoli del fatto che abbiamo una situazione di bilancio piuttosto critica e si sa benissimo che molte volte la questione delle tasse è dovuta anche ad imposizioni nazionali. È il Governo che impone ai Comuni di mettere tasse, perché si sono ridotti tantissimo i trasferimenti dallo Stato verso gli Enti. È chiaro che bisogna fare un’operazione che in primo luogo riduca gli sprechi che ci sono, che riorganizzi la macchina amministrativa, che la renda più efficace, che razionalizzi le spese, ad esempio sulla pubblica illuminazione o su tantissimi altri elementi. Questo naturalmente sarà un lavoro prioritario e ovviamente speriamo di non aumentarle le tasse”.

Durante la presentazione del simbolo “Impegno comune per Turi” ha parlato di Turi come un paese con bassissima autostima. Da psicologo, potrebbe spiegarci questo stato di rassegnazione dei cittadini?

“Noi non ci amiamo molto, vedo che nessuno si sente orgoglioso di dire che abita a Turi. C’è una sorta di rassegnazione, molti giovani vanno via. Probabilmente per certi aspetti questo paese si mostra triste e io credo che dobbiamo sovvertire questa tendenza, perché abbiamo tutte le qualità affinché questo paese diventi attraente. Se c’è gente che arriva a Turi significa che abbiamo delle qualità attrattive, che sia la posizione geografica, il centro storico o la campagna, tuttavia questi aspetti gli altri li vedono e noi no. Noi dobbiamo prima di tutto essere consapevoli di avere questi valori e poi di enfatizzarli, perché questo può anche accrescere l’economia. Per questo dico che dobbiamo aumentare la nostra autostima e divenire consapevoli del fatto che siamo diventati più grandi, in pochi anni abbiamo aumentato del 20% la nostra popolazione, questo vuol dire che per qualche motivo la gente ci viene a vivere qui, ci vuol vivere e non solamente dormire. Dare opportunità e servizi ovviamente non è un lavoro né facile né di poca durata”.

Cosa pensa degli altri schieramenti con cui si dovrà scontrare? Se lei ed il suo gruppo non foste scesi in campo, chi avrebbe scelto?

“Noi saremmo scesi comunque in campo. Penso inoltre che la popolazione di Turi dovrebbe fare una riflessione: le ultime due amministrazioni, gestite dal centro destra, hanno entrambe fallito, sia con l’amministrazione Gigantelli, si con quella Resta, che ha concluso molto prematuramente il suo cammino per incomprensioni interne. Credo che i turesi dovrebbero meditare sul fatto che questi amministratori non sono stati in grado di amministrare e trarne le opportune valutazioni. Spero invece che i cittadini possano avere in noi un punto di riferimento per pensare ad un’amministrazione migliore per Turi, perché questo paese lo merita”. 

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