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Serata Missionaria a Villa Menelao

2 - amici del torneo

E’ strano quello che avverto pensando al risultato del torneo di burraco che da qualche giorno si è tenuto, come al solito, a Villa Menelao. Tutto molto bello, molto curato, molto partecipato, ( 74 tavoli), molta attenzione al messaggio missionario che si è voluto comunicare come  sempre da 18 anni, tanta gente di ogni età, e tante anche le riflessioni e le domande che ho sentito nascere dentro : Siamo capaci di provare gratitudine per quello che  viviamo, si sviluppa in noi il senso dell’attenzione all’altro, riusciamo a vivere un rapporto sereno, aperto, accogliente con chi ci è vicino prima ancora che con chi ci è lontano, riusciamo a spogliarci di quella parte di egoismo che tende ad affermare il benessere personale a tutti i costi, siamo capaci di donare senza aspettarci ricompensa??

Non so perché questi interrogativi, forse le tragiche notizie che ogni giorno ci arrivano attraverso i media e che fanno riferimento a violenza, intolleranza, egoismo.. ci spingono a riflettere sui nostri comportamenti anche nelle situazioni leggere, e sviluppano il desiderio di tornare su quella strada lastricata di valori morali che unici possono creare equilibrio e gioia di vivere.

E allora il messaggio del nostro torneo vorrebbe anche essere un invito a riflettere su come noi stiamo vivendo il nostro tempo, se siamo capaci di dire grazie, se siamo capaci di attesa, di condivisione, di sorriso, di moderazione, di tornare alla semplicità di vita che forse può continuare a venirci come esempio proprio da quelle popolazioni per le quali i nostri missionari si adoperano  e per le quali l’essenzialità è ancora la caratteristica della loro esistenza.

Il testo che segue è un testo informativo che ho messo a disposizione degli ospiti giocatori la sera del torneo di burraco. Un aiuto a riflettere.

Carissimi amici,

alcuni di voi, forse, non sanno che, ben diciotto anni fa, il Torneo di Burraco Missionario è nato per una risposta di stima e di simpatia nei confronti di p. Giovanni Taneburgo, a quel tempo missionario in Uganda. Con un senso di grande riconoscenza devo dire che la disponibilità affettuosa della famiglia Boccardi e di molti dei collaboratori, espressa, sin da allora, in forma assolutamente gratuita, si è accresciuta negli anni sempre di più, così come è aumentata la partecipazione degli ospiti giocatori.

In questi ultimi anni, così come molti di voi già sanno, la missione destinataria di tutta la somma che viene realizzata è quella delle Suore Missionarie di Maria Bambina a Chinohyi in Zimbabwe. Provate solo ad immaginare quale quantità di sentimenti si sviluppino nel cuore di queste nostre sorelle lontane nel sapere di essere al centro della nostra  attenzione … intanto che fervono i lavori di organizzazione del Torneo. Sentimenti di attesa, di gratitudine, di gioia per il dono che ricevono dal Signore nella persona di ognuno di voi, di tutti noi.

E’ un momento in cui non si sentono sole con le loro forze fisiche ed economiche, limitate ed insufficienti per la mole di lavoro e di richieste della gente del territorio di Missione. Esse sentono il nostro sostegno, sentono il nostro intervento, ogni volta che devono distribuire cibo alle famiglie che vengono a bussare per averne, medicine a chi viene ferito dall’uomo o dalla natura, vestiti a chi ha diritto ad un minimo di dignità, tasse e divise scolastiche, libri, matite, penne ai tanti scolari e studenti che chiedono di crescere nella cultura, assistenza alle tante mamme in attesa che spesso sono siero-positive, ai tanti bambini orfani o abbandonati che hanno diritto ad un sorriso, ad un abbraccio, ad un dono, ad un giocattolo … assicurano le spese per gli interventi chirurgici e, tante volte, persino quelle per le sepolture

Nella rubrica ‘Mappamondo’, del ‘TOURING’ gennaio 2014, così si legge: lo Zimbabwe è il Paese con il più basso indice dello sviluppo umano (HDI) al mondo, dove l’83% della popolazione vive in condizioni di povertà con meno di due dollari americani al giorno.

Il denaro che noi inviamo, dunque, ha una denominazione ben specifica: DENARO PER I POVERI. Non c’è la realizzazione di strutture o case o pozzi: no, c’è la risposta a bisogni quotidiani che non possono attendere.

Tutto questo le nostre suore di Maria Bambina fanno per ‘la loro gente’, perché sono diventate la loro famiglia, le une per gli altri, come un’unica grande famiglia. Le condizioni del Paese le spingerebbero ad abbandonare tutto, per quanto scoraggianti sono, e, volentieri, farebbero le valigie e tornerebbero a casa, ma … non vogliono, non possono … è quella la loro casa, fino a quando avranno un minimo di forze necessarie, è quella la loro gente e la loro famiglia, forse più di quanto non lo siano quelle in cui sono nate e che hanno lasciato per rispondere ad un imperativo superiore: lascia tutto e seguimi ……

Cerco di avere contatti sia via e-mail che telefonici con suor Carmela e suor Giovanna per poter essere informata sulla situazione del Paese e sulle difficoltà che devono fronteggiare. Quello che ho condiviso con voi sono le notizie e le percezioni che ho ricevuto dalle espressioni prudenti e misurate che hanno durante queste, talvolta difficili, comunicazioni. Continuo a pensare a queste donne missionarie, ai missionari tutti che, portando l’annuncio di Cristo a tutto il mondo, consumano la loro vita esprimendo con l’esempio il comandamento dell’amore … amatevi gli uni gli altri.

Vi  ringrazio tutti per la generosa partecipazione e vi dò appuntamento al prossimo incontro.

9 marzo 2014

Liliana Campobasso

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