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Cultura

Donna e violenza familiare tra le pagine di Tilde Pomes

Tilde Pomes

Una sala gremita di ospiti e lettori, nella serata dedicata alle donne, quella di sabato 8 marzo, presso la libreria Eleutera per la presentazione di “Amore Scarno”. Opera prima di Tilde Pomes, insegnante d’italiano e storia in un istituto di scuola secondaria superiore, si figura una scrittura delicata e introspettiva, che accompagna il lettore nella storia del mal-d’amore i cui cocci sono raccolti dalle piccole mani della protagonista Sara. Tilde ne racconta il dramma con un’intensa e commovente partecipazione che fanno palpitare, l’ascoltatore e soprattutto il lettore, fino all’ultima riga, lasciando poi una sorta di amaro in bocca.

Ad accompagnare l’autrice altamurana, ma di Ostuni di nascita e che si occupa da anni di problemi adolescenziali legati al mondo familiare e scolastico, il dottor Francesco Colizzi, psichiatra e presidente dell’Ass. Ostuni città nuova e la professoressa Elena Narracci.

Donne al centro dell’intero percorso di analisi dell’autrice che ha conquistato il suo pubblico di lettori per la forza delle parole, dei sentimenti, delle situazioni raccontate, specchio di una realtà nella quale una donna su 3 riceve violenza tra le mura domestiche. È questo il dato messo in evidenza dal dott. Colizzi e che prende spunto dalla vicenda di Sara e della sua famiglia nell’Ostuni tra gli anni 50’ e 70’ ma ancora e purtroppo proiettata nel nuovo millennio.

Amore scarno è una fotografia della famiglia italiana, di com’era, di come siamo oggi e forse di come diventeremo, perché la violenza primitiva, sia fisica che psicologica, che si scaglia insistentemente, in tutta la sua forza cieca, contro le donne, e in primis contro la piccola Sara, forse non lo perderà mai. “Al termine del romanzo – aggiunge l’autrice – non avremo un lieto fine: Sara è cresciuta, va via dall’inferno, ma si sente ancora bruciare dentro”. L’educazione sentimentale romanzata è alla rovescia. I soli sentimenti che si leggono sono scarni, flebili, miseri e si riversa anche nei rapporti tra le varie persone. Non solo tra moglie e marito, o tra padre e figlia, ma anche tra madre e suocera e gli altri membri della famiglia. A salvarsi, a rappresentare una forma di fuga da questa povertà di sentimenti, l’amore tra nonna e Sara, tra la ragazza e il fratello Angiolino, tra Sara e la governante Mariozza, o tra Sara e uno dei suoi insegnanti.

Fondamentale, appare quindi riflettere sui temi presentati dall’autrice, dai quali partire per l’educazione familiare dei bambini, come diceva il filosofo austriaco Karl Popper, pilastro per la costruzione d’individui sociali e che aggiunge il dott. Colizzi deve essere “non violenta”. Tensione psicologica unita alla riflessione sulle relazioni umane, sociali, familiari, dove la famiglia è il fulcro da cui nascono i sentimenti ed emozioni che possono essere molto forti e positivi o viceversa fare molto male.

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