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Tonino Coppi guida il Ncd

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Un soffio levantino sventola sulla bandiera del Nuovo Centro Destra (Ncd) di Alfano, che riparte dal capoluogo barese, dalla Fiera di Bari, luogo simbolo del commercio e dell’economia pugliese, per entrare nel vivo delle prossime competizioni elettorali. A una settimana dalla convention del 11 gennaio 2014, che ha visto ospiti, tra gli altri, il vicepremier Angelino Alfano e il mister preferenze senatore Massimo Cassano, al governo Letta è accaduto di tutto e di più: la maggioranza delle larghe intese fibrilla sotto le “picconate” di cossighiana memoria inferte dai renziani e ora pure dagli alfaniani (non più fedelissimi dopo il De Girolamo- gate e l’imminente rimpasto), mentre Berlusconi azzarda un election day, fissando la data per il prossimo 25 maggio.
E a Turi che succede? Gli alfaniani (Resta-Coppi) e i berluscones (Boccardi-mister X) sono rispettivamente sulle barricate opposte. È uno dei quei rari casi in cui il riflesso della politica nazionale non condiziona più di tanto le diatribe locali.
Qualche forzista ha seguito i lavori di sabato comprensibilmente defilato. Mentre Resta canta vittoria, per i numeri della convention e per le promesse dei Ministri Lupi e De Girolamo (oggi a rischio siluramento) sulla ciliegia ferrovia e sulla statale dei Trulli; ma la Ministra ha “promesso” quando non era ancora nell’occhio del ciclone sollevato dalle intercettazioni.
L’evento a Bari, padiglione 7, Fiera del Levante. Erano migliaia le persone presenti in Fiera, centinaia qualche ora prima, al taglio inaugurale della nuova sede Ncd di via Sparano. Dopo il saluto di rito, sono saliti sul palco i consiglieri alfaniani del comune di Bari, poi è toccato ai consiglieri regionali, quindi i rappresentanti pugliesi del Parlamento italiano.
Perché confluire in Ncd? Perché una scelta alla “finiana” così drastica e rischiosa, rompendo con “re Silvio”? A queste domande politiche hanno cercato di rispondere gli ospiti. Alcuni esponenti hanno ammesso di “non voler più sottostare al volere di chi ha inteso la politica come partito-azienda” e di “non voler votare solo per i capricci di Silvio Berlusconi”. Il Ministro saggio Gaetano Quagliariello, particolarmente legato alla sua città di Bari, sembra rinsavito, dopo un cauto distaccamento dal PdL; oggi non accetta paragoni con il centro- destra di Berlusconi. “In ballo c’è una scommessa troppo importante da vincere per cui non si può più perdere tempo dietro le beghe di persone che non hanno nulla a che fare con gli interessi della nazione”. Le promesse per Turi. Più concreti i Ministri, che dall’alto del loro dicastero romano, colgono la sfida dal “basso”: ci sono antiche promesse finora mai mantenute da nessun colore politico: la Dop per la ciliegia di Turi e la definitiva messa in sicurezza della Statale dei Trulli, la SS della morte.
Uno striscione è per Maurizio Lupi, il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ex fedelissimo del PdL. Lupi ha ricordato che per la 172, molti politici locali hanno incassato delle figuracce. “Non si è ancora riusciti a trattenere e far investire somme di denaro da destinare all’adeguamento della strada, non ultimo lo spostamento di ben 10 milioni di euro verso la Tav”. Ma ci sono 256 milioni di euro preventivati per tutta l’opera – assicura Lupi – e ne sono stati stanziati 25, per cominciare.
La Ministro per le Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, prende a cuore la causa della ciliegia qualità “ferrovia” turese. Le rosse e carnose più invidiate di
Puglia. “Appena tornerò a Roma aprirò un tavolo affinché la ciliegia ferrovia di Turi diventi Dop per questo Paese, perché le eccellenze italiane ci consentono di uscire dall’acido della crisi”. La De Girolamo a Roma in effetti ci è tornata, ma per lei, il 17 gennaio sarà un venerdì nero: dovrà riferire in Parlamento sullo scandalo dell’ex Ausl di Benevento. La ciliegia di Turi può ancora aspettare.

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