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Tato e il professore alla vendetta: “Schittulli ha fallito. Dica la verità”

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IN ESCLUSIVA SU LA VOCE DEL PAESE: LE REAZIONI DOPO IL RIMPASTO DI SCHITTULLI


Sfida a Fitto: “Se lui è il padrone della PPDT se la riprenda.

Ma la faccia e i soldi ce li rimettiamo noi”

A Schittulli: “Come politico ha fallito. Vittima, anche lui, della logica delle casacche”


Resta: “A Turi, io vittima dei cortigiani di Boccardi e del peggio del centro-destra” 

 

Da Turi a Bari, da Villa Menelao a Via Spalato: era tutto un complotto?

 

48 ore prima del conto alla rovescia, negli uffici di via Spalato si udivano le prove generali del Capodanno 2014. Le bombe di San Nicola illuminavano a giorno le strade di Bari Vecchia. In quell’istante, la penna del presidente della Provincia di Bari, medico Francesco Schittulli, tremante, intimorita dai presagi e dai tric e trac che riecheggiavano nell’aria, come un bisturi tagliente ha siglato il “licenziamento” senza preavviso del prof. Resta, accendendo la miccia ne “La Puglia prima di Tutto” (PPDT).

All’esterno il tonfo è passato in sordina, mescolandosi tra l’euforia della festa, ma poi il medico si sarà accorto di aver fatto i conti senza l’oste, provando a correre subito ai ripari, con “comunicati e veline”, per dirla alla Resta. Silurando l’Assessore de “La Puglia Prima di Tutto”, ex sindaco di Turi Onofrio Resta, Schittulli ha scatenato la rivoluzione arancione nel partito (che fu?) di Raffaele Fitto. Medico contro medico, coi bisturi puntati… senza esclusione di punti.

Schittulli ha infranto l’incantesimo dell’equipe medica: al posto di Sua Sanità turese, è arrivato l’uomo per tutte le stagioni, Franco Albore, con delega allo “Sviluppo delle attività commerciali e produttive e Promozione del sistema delle imprese”, neoesponente per proclamazione de “La Puglia prima di Tutto”, dopo anni al servizio del sindaco Michelone di Bari. Schittulli ha acceso una doppia miccia: provando a far breccia nelle grazie di Silvio, ha nominato assessore un baldo giovane, Fabio Romito, delegato alle “Politiche giovanili, pubblica istruzione e politiche comunitarie”, responsabile del movimento giovanile provinciale di Forza Italia.

 

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Le reazioni di Resta e Greco.

Ora che siamo all’alba del nuovo anno, e si contano i feriti dei botti, questa mattina, a sorpresa, l’ex Assessore Resta, il leader regionale de “La Puglia prima di Tutto” Tato Greco e il vice regionale Tanino Naglieri, hanno incontrato i giornalisti al cafè Riviera di Bari.

È con loro che Schittulli avrebbe dovuto fare i conti. L’oste è Tato, che esprime rammarico per le modalità del siluramento: “Schittulli non ha dimostrato di essere all’altezza della situazione. Quando Resta fu indicato, da me in primis come assessore – rivela Greco – abbiamo dovuto ingoiare tante pillole amare; rinunciammo al secondo Assessorato. Siamo sempre stati considerati i cugini poveri di questa coalizione. Pdl e Schittulliani hanno sempre tentato di sfilarci, manco fossimo degli avversari. Ricordo il caso Malcangi, tolto nel 2011 dalla PPDT. E con quale logica?”.

“Con la logica delle casacche!” – tuona Resta – “Quelle stesse logiche già sperimentate sulla mia pelle a Turi, dove sono stato fatto fuori con un complotto ordito dai cortigiani di Boccardi e dalla parte peggiore del centro-destra, in spregio ai turesi e alle Istituzioni. Una congiura di cui era complice anche SeL. Questo è stato il ringraziamento ricevuto, dopo essere stato l’unico Sindaco di centro-destra ad aver vinto le comunali, nonostante l’esperienza fallimentare di chi mi aveva preceduto. Dopo essermi candidato ben tre volte al servizio del partito e delle Istituzioni. Ricordo ancora lo slogan di Schittulli: Cambiare si può, cambiare si deve! Bene, anzi male, non è cambiato nulla… Schittulli è rimasto vittima delle logiche di casacca che solo qualche settimana fa aveva egli stesso denunciato”.

Ricordiamo che Resta aveva messo sul piatto le proprie dimissioni l’indomani del terremoto a Palazzo di Città, a metà dicembre, per evitare rappresaglie e ritorsioni sia a livello locale che provinciale, da parte del PdL e di Forza Italia. Tuttavia Schittulli preferì congelare la decisione di Resta. Poi l’accelerata e il “licenziamento” improvviso, il 30 dicembre. “Non è che non volevo dimettermi – chiarisce Resta – ma il patto era che il mio Assessorato andasse a un esponente della Puglia Prima di Tutto. Questi erano gli accordi non mantenuti per logiche di casacca”.

Tato e il professore sorseggiano l’aperitivo e contano le pillole amare. Oggi pretendono verità e vorrebbero smascherare le logiche che si nasconderebbero dietro le manovre di Palazzo: “Noi rappresentiamo 41mila voti (il 7% nella provincia di Bari). Non meritiamo questo trattamento. Vogliamo la verità dal prof. Schittulli. Come si spiega un siluramento orchestrato in 4 ore, il giorno 30 dicembre? Come fa Schittulli a giustificare un cambio di rotta in una notte? A tal proposito, quando Schittulli predica e parla di “anarchia morale”, come fa a spiegare un tale controsenso? Un cambio di casacca, tra l’altro così inutile, dato che siamo alla fine del mandato, a 4 mesi dal commissariamento della Provincia? Che senso ha assumere altri due assessori senza alcun bilancio, senza che possano operare, e il cui costo graverà sull’intera comunità? Come mai si ricorda solo adesso dei giovani? E che ne era della giunta con gli uomini di prestigio?”.

La madre delle domande ce la poniamo noi. Che ne pensa l’ex Ministro Fitto, fondatore della PPDT e ora padre putativo della lista arancio?

“Vogliamo subito le primarie per la scelta del candidato sindaco di Bari – fanno sapere dalle nostre colonne, all’ex Ministro – Cambiassero subito la legge elettorale, perché non abbiamo più la faccia di andare a chiedere voti. Fitto ha scelto Di Paola quale candidato sindaco di Bari? Lo dica con chiarezza. Se la PPDT è del nuovo assessore Albore, se lo tenga. Non ci appartiene più. È vero che la PPDT è di Fitto, ma i voti sono dei presenti, sono le nostre facce (e le nostre risorse – aggiunge Resta, sfregando pollice e indice). Non possiamo continuare a fare la parte degli “utili idioti” solo in campagna elettorale. Se Fitto si ritiene il padrone della PPDT, se la tenga. Noi prendiamo le distanze da questo centro-destra, con cui non abbiamo più niente a che fare. Prendiamo le distanze da queste logiche della Prima Repubblica.”

“Schittulli – sentenziano infine – come politico ha fallito. (Non mi fido più del prof. Schittullli. La sera dice una cosa, il giorno un’altra – rincara Greco). Finisce in maniera ingloriosa il suo mandato. Ma vogliamo la verità. Fitto sappia che, con queste logiche dettate dalla disperazione, il centro-destra rischia di perdere per la terza volta a Bari”. 

 

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