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Cultura

La musica può sconfiggere la SLA

Arisla

TuriConcerto di beneficenza del Cello Ensemble “Nino Rota”

Il 15 dicembre scorso Villa Menelao, splendida nella sua veste natalizia, ha ospitato il concerto che gli “Amici di Antonio”, assieme all’Associazione Musicale “Maria SS. Ausiliatrice”, organizzano ogni anno a Turi per raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica. È il nono anno consecutivo che questo evento viene realizzato.

“Siamo qui nello stesso luogo, per lo stesso motivo, ma ci sono molte cose diverse rispetto all’anno scorso”. La voce della prof.ssa Teresa Mirizio, salda nel ricordare che il 23 gennaio scorso il cuore di Antonio Volza si è fermato, si rompe quando si rivolge alla moglie di Antonio, Caterina, per sottolinearne la forza nell’aver fatto per lui tutto quello che poteva. Le sue parole, che introducono la serata, battono sull’indifferenza delle istituzioni e sulla speranza nella ricerca, unica risorsa per poter fare davvero qualcosa di concreto.

“L’impegno preso nove anni fa con Antonio è ancora più forte adesso che lui non c’è”. Per questo motivo la serata è stata lasciata così come Antonio l’aveva pensata, fatta di musica e ricerca, con “lui ora in una posizione privilegiata come spettatore: il cielo”.

In rappresentanza di ARISLA, l’Agenzia di Ricerca per la SLA, è intervenuta la dott.ssa Stefania Pozzi, referente per la comunicazione. “Abbiamo colto l’invito di Antonio e della sua famiglia, così come di tutta Turi, perché siete parte della famiglia AriSLA”. La dottoressa ha spiegato come il primo invito di Antonio sia arrivato nel 2009, quando l’associazione muoveva i primi passi. Oggi ci sono 135 ricercatori italiani che lavorano sulla SLA, per fare in modo che si possa giungere ad una diagnosi precoce, non più fatta per esclusione, come purtroppo avviene ora.

“I tempi della ricerca non sono quelli della malattia, ma sono necessari per seguire i protocolli scientifici” ha aggiunto la dottoressa. Il tempo per una persona malata di SLA ha un’altra velocità, ma non ci sono strade percorribili diverse da quelle che impone la ricerca.

Il concerto è stato organizzato proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica, le autorità e gli apparati sanitari ai problemi legati alla sclerosi laterale amiotrofica, e raccogliere fondi da destinare ad ARISLA. “Insieme con la musica per sconfiggere la SLA” è stato il motto della serata. E la musica è stata quella, meravigliosa, del Cello Ensemble “Nino Rota”, diretto dal maestro turese Michele Cellaro, presente per il solo piacere di rendere omaggio all’amico musicista scomparso, docente di fagotto presso il Conservatorio e primo fagotto del Teatro Petruzzelli.

Poche parole quelle del direttore. In fondo, attraverso la musica è già capace di dire tutto. Il concerto si è aperto con la grande voce di Giuseppe Delre, premiato come best jazz singer nel 2010, che ha eseguito capolavori come What a wonderful world e Nel blu dipinto di blu.

Poi la scena è stata tutta per il Cello Ensemble “Nino Rota”, tredici violoncelli ai quali si unisce un contrabbasso. L’Ensemble ha catturato la numerosa platea con brani tratti da un vasto repertorio, da Vivaldi a Nino Rota. Ha fatto sorridere il pubblico con il Can Can per violoncelli di Camille Saint-Saëns, durante il quale il maestro Cellaro ha diretto con l’ausilio di una giarrettiera rossa, lanciata in chiusura di brano. L’ha calato nell’atmosfera natalizia con due classici come Adeste Fideles e una Silent Night di una dolcezza infinita. L’ha fatto commuovere con un ampio spazio dedicato alle musiche da film, dal tema de “Il postino” a quello di “Schindler’s list”. L’ha fatto partecipare e battere le mani divertito, a conclusione di concerto, con il tema di Nino Rota da “Gianburrasca” e il bis natalizio, un Jingle bells offerto agli spettatori con tanto di cappello rosso per i musicisti e uno a forma di albero con sonagli per il maestro Cellaro.

È mancata al programma “Ella giammai m’amò” dal Don Carlos di Giuseppe Verdi. Il basso turese, maestro Lorenzo Salvatori, che avrebbe dovuto eseguirlo nell’arrangiamento composto dal maestro Cellaro per il Cello Ensemble, era, infatti, bloccato a letto da una bronchite e non è potuto essere della serata.

In mezzo a tanta musica un intervento straordinario dell’attore Roberto Petruzzelli, che ha voluto regalare agli astanti una sua personale lettura del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi. La sua attenzione si è posata sul “sora nostra morte corporale” con cui si chiude il Cantico. La morte del corpo, nelle parole del Santo, è nostra sorella, nostra amica. “Bisogna lottare contro la sofferenza della malattia guardandola negli occhi. La malattia deve esserci amica, altrimenti è più forte di noi. La morte dell’anima” – ha concluso l’attore – “non farà male”.

La serata si è chiusa con un lungo applauso dei presenti, in piedi, a sottolineare uno di quegli eventi che, attraverso la musica, riempiono il cuore.

Sicuramente Antonio avrà applaudito e sorriso, dalla sua posizione privilegiata.

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