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“Una folla inferocita massacrò le sorelle Porro”

I porro

Una cornice inedita per una suggestiva atmosfera, intima e ‘storica’. Giovedì scorso, 29 agosto, piazzetta Curzio nel cuore del borgo antico, si è animata con la presenza di un folto pubblico, giunto da diversi comuni della provincia di Bari, per assistere alla presentazione del libro del giornalista e scrittore, Riccardo Riccardi, “Una famiglia borghese meridionale. I Porro di Andria”, edito da Rubbettino.
Lo scrittore ha tenuto una conversazione sul tema: “L’eccidio delle sorelle Porro e la nobile figura del vescovo andriese Giuseppe Di Donna”, coinvolgendo nella ricostruzione del mosaico composito della storia della borghesia agraria del Sud don Carmine Catalano, vice postulatore causa di beatificazione “Mons. Di Donna”, e don Giovanni Amodio, arciprete della chiesa Madre.
Il dibattito, moderato da Marilena Rodi, direttore editoriale de “La voce del paese” di Casamassimaweb.it, ha offerto un’interessante analisi storica dell’evoluzione del Sud attraverso il punto privilegiato di un nucleo familiare considerato nobile a cui ha fatto seguito un’inevitabile osservazione sul ruolo marginale e subordinativo della donna in un contesto sociale arretrato come quello degli anni Quaranta.
“Nel marzo del 1946 una folla inferocita e incontrollabile massacrò le sorelle Porro, ad Andria. Un eccidio in piena regola, con corpi vituperati e trascinati per le strade ormai senza vita, quasi a monito. Colpevoli di avere alle spalle una storia secolare di ricchezza, costruita sulle proprietà agrarie”. Comincia così il libro di Riccardi, autore di numerosi studi su temi di storia economica e politica del Mezzogiorno, che ha ricordato l’eccidio delle sorelle Luisa e Carolina Porro senza lenti ideologiche, proponendo queste due donne coraggiose, come modello di fermezza e lungimiranza in un momento storico in cui il femminicidio e le ipocrite ideologie continuano a persistere.

“ Questa presentazione – ha affermato infine Antonio Tateo, consigliere delegato alla cultura del Comune di Turi – ci ha permesso di mettere a fuoco le situazioni e gli avvenimenti che hanno lasciato un segno importante nella storia del nostro Paese e riflettere sull’impegno di uomini di chiesa come Giuseppe Di Donna”.

 

I porro

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