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Non bisogna urlare solo perchè si è all’opposizione

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Catalano risponde alle nostre domande sulla sua ex compagna di Consiglio

1.Cosa ne pensa delle dimissioni della dott.ssa Lenato? Le condivide o meno.

R. Senza nulla togliere a chi subentrerà a Domenica Lenato, la comunità turese ed il consiglio intero hanno perso una qualificata risorsa sia dal punto di vista della competenza politico-amministrativa, sia dal punto di vista professionale.

2.Quale rapporto dovrebbe esserci tra l’impegno politico e quello professionale secondo Lei ?

R. Io sono cresciuto nei partiti e con una certa cultura di partito: per me la promessa di impegno verso la cittadinanza è sacra e viene prima di qualsiasi difficoltà personale o professionale.
Purtroppo viviamo in una società “liquida” (parafrasando Bauman) e capisco che i legittimi bisogni individuali dettati dagli impegni professionali diventano delle priorità rispetto all’impegno politico; in un momento storico in cui nessuno si dimette e tutti si tengono ben stretta la poltrona (anzi proliferano anche nel nostro Comune i doppi e tripli incarichi), il gesto responsabile di ammettere i propri limiti di tempo e le conseguenti dimissioni da consigliere comunale sono azioni che fanno onore alla dott.ssa Lenato.

3.Avete intrapreso un dialogo con l’amministrazione Resta, che sembra ascoltarvi. Questo dialogo non potrebbe rappresentare elettoralmente una trappola?

R. Quale trappola elettorale? Bisogna abbandonare l’idea che stare in opposizione significhi semplicemente urlare allo scandalo ogniqualvolta non si condividano le scelte della maggioranza; il consigliere di minoranza ha l’obbligo, soprattutto per il bene dei suoi elettori, di cercare di ottenere quanto più possibile dalla sua azione politica, onde evitare di venir meno al suo ruolo.  

Ecco perché noi ci sforziamo, per il bene della collettività, di essere propositivi, di fornire soluzioni, finanche di essere dialoganti – che, si badi bene, non significa essere succubi -ma l’amministrazione Resta tutto fa tranne che ascoltarci; siamo, infatti, reduci da un Consiglio comunale in cui abbiamo proposto una rimodulazione in aumento delle aliquote IMU per le seconde abitazioni, ribadendo il concetto di civiltà, peraltro sancito anche nella nostra Costituzione, che “chi più possiede, più deve contribuire per la collettività”. Se la maggioranza avesse seguito la nostra proposta, si sarebbero raggiunti due obiettivi: perseguire giustizia sociale, affinché i costi della crisi non ricadano solo sui soliti noti e riqualificare, attraverso la leva fiscale, il patrimonio immobiliare esistente, ora in preda al degrado ed all’abbandono.
Questa proposta è state rigettata non solo dalla maggioranza, ma anche dall’altro gruppo consigliare di Impegno per Turi, che ha invece preferito votare a favore o astenersi.

Anche rispetto alla TARES non possiamo dire di aver condiviso appieno la scelta della maggioranza, che si è semplicemente limitata ad introdurre questa nuova tassa, senza aver elaborato né la relativa regolamentazione (rimandando a future disposizioni legislative) né le agevolazioni da applicare per i cittadini. Un vero e serio progetto di raccolta differenziata, inoltre, rappresenterebbe un importante viatico per l’abbassamento della tassa – oltre che una fondamentale esigenza per il nostro ambiente – ma risulta attualmente ben lungi dall’essere elaborato.

Abbiamo ottenuto una piccola vittoria rispetto alla questione dell’edilizia scolastica: abbiamo aperto una concertazione con l’amministrazione che, dopo ben tre tavoli tecnici, ha accolto la nostra proposta, ma non abbiamo avuto lo stesso riscontro né per quanto riguarda la problematica dell’edilizia Residenziale pubblica (ERP), né rispetto alla mancata implementazione di un piano di installazione comunale (PIC) idoneo a risolvere definitivamente la pericolosa presenza delle antenne di telefonia mobile nel territorio cittadino e rurale.

Com’è chiaro, sono numerose le questioni su cui è necessario intervenire e noi continueremo a pressare in maniera propositiva l’amministrazione Resta, come abbiamo fatto fin dall’inizio.

4.Festa Patronale. Che ne pensa Nico Catalano?

R. Mi sento preliminarmente di ringraziare Marinuccio Di Venere per l’impegno che ha profuso in questi anni, ma occorre guardare avanti e trovare un Presidente che abbia la medesima passione: la festa patronale è il momento in cui la nostra cittadina si ritrova comunità, nel folklore e nelle tradizioni che la contraddistinguono. Sarebbe dunque opportuno dare avvio ad un’ampia collaborazione da parte di più soggetti, affinché si possa valorizzare la nostra festa, coniugando storia, spiritualità, economia e turismo.

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