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Politica

In piazza per “ricostruire la sinistra”

12 maggio

Una manifestazione, dal titolo “La Cosa Giusta”, aperta ai movimenti, alle associazioni, agli amministratori di città e regioni, a chi opera nel mondo del lavoro, della cultura, della produzione.  L’11 maggio è stata la piazza di chi vuole adoperarsi per dare risposte a quelle forti domande di cambiamento fuoriuscite dalle urne e poi del tutto disattese e umiliate, è la piazza di chi pensa che un’uscita dalla crisi a sinistra sia possibile e che anche in Italia possa esistere un soggetto politico di sinistra capace di ricostruire un agire collettivo che abbia senso, che sia utile a modificare in positivo la vita di tante donne e di tanti uomini…Il gruppo turese di Sel a Bari«Siamo qui per costruire non la sinistra del rancore e della denuncia, ma per dire che la sinistra non può morire di berlusconismo e reagirà». Così Nichi Vendola, leader di Sel, ha esordito a “La cosa giusta”.”In un Paese impoverito e smarrito e con un centrosinistra fatto di macerie – continua poi Vendola – è fondamentale, ora più che mai, uscire dalle proprie case, dalle proprie stanze rassicuranti quanto insufficienti, e fare la propria parte in quello che è un processo di apprendimento, una ricerca in campo aperto per provare a costruire tutti insieme un Paese migliore”. Si sono alternati momenti musicali, testimonianze, appelli da parte di intellettuali, esperienze sociali, associazioni dei precari, esponenti della sinistra. Gli argomenti trattati sono stati diversi, dal politico al sociale, dall’economia alla finanza. Si è parlato di femminicidio e di un radicale cambiamento nella cultura italiana come iniziale guarigione da questa grave malattia sociale, si è discusso del diritto dei figli degli immigrati di acquisire al momento della nascita la cittadinanza italiana. E’ stata presentata da parte del Professore Rodotà una raccolta firme per proibire che finanziamenti pubblici giungano nelle casse delle scuole private, come previsto dall’art 33 Costituzione al comma 3, che sostiene che detti enti privati debbano istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri dello Stato. Infine s’è parlato della situazione attuale al Governo definito dal Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, come il ”ciambelline del papi” composto da PD, PDL e tecnici vari, con l’aggiunta di abbondante panna montata composta da esodati e giovani disoccupati.

Fra questi temi, quelli che mi hanno maggiormente colpita non sono stati solo e soltanto gli slogan, bensì problematiche serie che interessano noi tutti, uomini, donne, giovani e bambini. Quello che ha suscitato in me curiosità, ma non nascondo anche preoccupazione, riguarda il nostro futuro. Mi domando: come si riesce a rimanere insensibili, indifferenti verso argomenti come il diritto all’istruzione, il diritto alla formazione, necessaria per tutti giovani di, ogni ordine sociale?  Dobbiamo tenere presente che per noi lo studio, la cultura è come l’aria che respiriamo per poter vivere, basilare per la nostra “sopravvivenza”. Ho percepito le preoccupazioni ascoltate, chiarite in maniera comprensibile dal professor Rodotà, il quale ha giustamente indicato come tali diritti siano previsti quindi tutelati dalla nostra Costituzione. In considerazione di quanto costa a noi giovani di dotarci di strumenti idonei e soprattutto di quanto viene a costare ai nostri genitori che devono sostenere spese per farci studiare, mi domando: esistono veramente le pari opportunità di studiare? Bruno Coletti insieme a Stefano RodotÃPerche stiamo tornando velocemente verso situazioni che io consideravo esagerate, e che non sarebbero più dovute ritornare. Oggi la precarietà economica (tanto per non farci mancare nulla) è diventata anche madre di tragedie. Perché tanti non possono accedere a università come la Bocconi a Milano o senza andare troppo lontano alla Lum di Casamassima?! Non parliamone poi se noi giovani vogliamo partecipare a specializzazioni di livello superiore all’estero! Ebbene, siamo tornati a costatare che il ricco, il benestante potrà cogliere più opportunità e solo qualcuno con l’aiuto della sorte tenterà di raggiungere la propria meta. Voglio concludere dicendo e ribadendo e far sapere a noi e a voi tutti, perchè si prenda atto, che la SCUOLA NON È UN SERVIZIO DI CUI SI PUÒ FARE A MENO MA BENSÌ È UN DIRITTO SANCITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE!

Questi diritti, cosi come li ha definiti Rodotà, DEVONO essere al primo posto. Ognuno di noi ha un pacchetto di diritti uguale per tutti e dobbiamo pretendere che vengano rispettati perché questa è “LA COSA GIUSTA”!

Francesca Coletti

Sinistra Ecologia Libertà Turi

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