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Politica

Per riaffermare il diritto al lavoro

Le giornate della liberazione dal nazifascismo del 25 Aprile, del ricordo della morte di Antonio Gramsci del 27 Aprile e della festa del lavoro del 1 Maggio costituiscono per questo Paese occasioni fondamentali per valutare, alla luce degli sforzi grandiosi di chi ci ha preceduto e  lottato per noi, lo stato attuale della nostra societa’ ed economia. A maggior ragione per noi di Rifondazione Comunista, che consideriamo il lavoro, la dignita’, i diritti, il rispetto dei bisogni le fondamenta per un mondo migliore.

Ebbene, siamo dentro una crisi spaventosa, prodotta dai mercati e, quel che piu’ e’ grave, a cui gli stessi mercati sembrano voler imporre le ricette terapeutiche. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel 2012 ha toccato il record assoluto. Il livello si è, infatti, attestato al 35,3%, il livello più alto dal 1977,il tasso di disoccupazione generale è passato dal 6,4% del 1977 al 10,7% del 2012.

Sono numeri che impietosamente dimostrano il fallimento delle politiche di tagli e di macelleria sociale attuate in questi anni. Ci hanno detto per anni che bastava tagliare lo stato sociale, scuola e sanità – considerate solo spese improduttive – liberalizzare i licenziamenti per far ripartire magicamente lo sviluppo e l’occupazione

Queste politiche sono il nocciolo duro del neonato governo Letta, sostenuto da Partito Democratico e Popolo della Libertà, fedele esecutore delle direttive europee sull’austerità che stanno aggravando pesantemente la crisi e che da soli abbiamo denunciato in questi ultimi due anni.

Giovani, donne, immigrati,presenti in questo governo, sono solo la foglia di fico per nascondere l’assoluta continuità con il governo Monti.

Quel governo che con il sostegno di PD e PDL ha svuotato di senso e significato l’art 18 dello Statuto dei lavoratori e portato l’età pensionabile a 67 anni, creando il problema degli esodati.

Ora PD e PDL vogliono continuare l’opera: sacrificare sull’altare del pareggio di bilancio la Repubblica fondata sul lavoro nata dalla Resistenza, come recita il primo articolo della Costituzione, e imprimere una deriva presidenzialista alla forma di governo.

Trasformiamo il primo maggio in una occasione per rinsaldare le forze che si oppongono da sinistra, di fare fronte comune contro la restaurazione, contro le forze che si nascondono dietro parole importanti come responsabilita’ e servizio per tutelare invece gli interessi dei potentati economici.

Trasformiamo questa crisi in una occasione straordinaria per l’unità, al fine di riaffermare il diritto al lavoro e la giustizia sociale.

Un tempo i carcerieri erano i fascisti. Non c’è stata la rivoluzione gentile, ma la dittatura sì, quella della finanza, dei potentati economici. Siamo tutti in carcere. Assuefatti, rassegnati, delusi, perlopiu’ convinti che l’unica soluzione sia pensare per se’ soltanto, in un mondo di squali ed egoisti. Eravamo in villa. A parlare di Gramsci, di lavoro, di diritti, di “odio verso l’indifferenza”. Noi ci siamo. E sappiamo che, come noi, sono tante le persone disposte a sognare un altro mondo. Uniamoci. In buona parte assuefatti, rassegnati, convinti dallo stesso male a curarci come il male desidera. E il governo Pd-pdl ne é la dimostrazione. Siamo tutti in carcere, ma c’è qualcuno che protesta, non si rassegna, spera e addirittura osa ancora sognare un altro mondoIn buona parte assuefatti, rassegnati, convinti dallo stesso male a curarci come il male desidera. E il governo Pd-pdl ne é la dimostrazione. Siamo tutti in carcere, ma c’è qualcuno che protesta, non si rassegna, spera e addirittura osa ancora sognare un altro mondo

Rifondazione Comunista

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