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Le acque reflue “bloccano” i lavori in via Conversano

Come anticipato, da oltre dieci giorni i lavori nell’area dell’ex ospedale sono stati sospesi. Questa settimana siamo riusciti a comprenderne il motivo: un ulteriore studio sulla canalizzazione delle acque reflue.
Procediamo per gradi e come primo passo ricostruiamo a grandi linee le vicende pregresse.
Dopo un burrascoso iter, passato anche per una rimodulazione del PIRP (Piano Integrato Riqualificazione delle Periferie), il 4 gennaio del 2011 l’area dell’ex ospedale aveva il suo progetto definitivo-esecutivo.
Usufruendo di 800mila euro stanziati dalla Regione Puglia, si approvava la demolizione della struttura fatiscente del vecchio nosocomio, riqualificando l’intero lotto mediante la realizzazione di un parco urbano, di dodici alloggi ERP (edilizia residenziale pubblica) e di un centro polifunzionale gestito dall’ASL.
Poiché l’intervento si inseriva all’interno di una lama, e cioè un solco erosivo dove si convogliano naturalmente le acque meteoriche (le piogge), il progetto era stato adeguato alle prescrizioni dell’Autorità di Bacino (AdB), la quale, assodato il vincolo idrogeologico che interessava parzialmente via Conversano, aveva emanato una serie di misure per mitigare l’impatto delle opere ed evitare il rischio di crolli o inondazioni.
I compassi dei tecnici incaricati, quindi, si erano mossi con la dovuta prudenza, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni dell’AdB, alla Carta Tematica e alle norme tecniche di attuazione del PUTT/P (Piano Urbanistico Territoriale Tematico/ Paesaggistico). Tant’è che venivano stanziati sette mila euro per rilievi, accertamenti, indagini e relazioni geologiche.
Eppure, venendo ai nostri giorni, le precauzioni adottate in fase progettuale (e dunque i fondi a ciò dedicati?) sembrano non essere più sufficienti. E, per pura anomalia concettuale, a fermare i giochi è la stessa Autorità di Bacino, quello stesso ente che si era già espresso sul progetto, consegnando un parere prescrittivo ma pur sempre favorevole. Tanto lo si deduce dalla dichiarazione rilasciataci dall’Assessore ai Lavori Pubblici, Flavio Tundo: “Dopo un ulteriore sopralluogo, l’Autorità    di Bacino ci ha chiesto uno studio più approfondito della canalizzazione delle acque reflue, che i confinanti temono possano finire nelle rispettive proprietà, dal momento che per realizzare l’area a verde sarà abbattuta la recinzione attualmente esistente”.
I veri protagonisti, allora, sono proprio i confinanti che, ottenuta la sospensione dei lavori, hanno commissionato a tecnici di parte un apposito studio dal quale si dovrà evincere se le opere idrauliche progettate siano sufficienti a canalizzare in maniera corretta l’acqua prodotta dalle piogge (acque diruscellamento o meteoriche da dilavamento, se si preferiscono i tecnicismi) oppure se vadano apportare delle modifiche. “Siamo in attesa che ci forniscano una relazione dettagliata, che verrà successivamente vagliata dal direttore dei lavori, ing. Giannini, cui spetterà il compito di appurare se le rilevazioni fatte dai tecnici di parte abbiano un fondamento o meno. Come amministrazione ? prosegue Tundo ? abbiamo tutto l’interesse a sistemare questa situazione e a fare un’ulteriore verifica, perché, se effettivamente le acque reflue dovessero sconfinare nella proprietà privata, ci ritroveremmo a dover pagare come Comune tutti gli eventuali danni”. “Al momento ? conclude l’Assessore ? non è possibile ipotizzare i tempi di ripresa dei lavori. Speriamo di sbloccare la situazione al più presto, anche perché il termine dei lavori del parco urbano era previsto per il prossimo mese”.

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