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Catalano: “Effetto clacson. Tanti proclami e nulla di concreto”

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Nettamente critico il bilancio che Nico Catalano, capogruppo di Turi Città Futura, ci fornisce sull’attuale percorso amministrativo del governo Resta. A detta del consigliere, la retorica dei proclami schiaccia il buon agire consegnando il ritratto di una città immobilizzata, oltre che dai cantieri interminabili, da una politica che insegue le emergenze, sguarnita di qualsivoglia prospettiva strutturale nei settori cruciali. E l’inesperienza di una giunta volutamente giovane non potrà reggere ancora per molto come valida giustificazione.

Bilanci a parte, con Catalano si è ritornato a confrontarsi sulla vicenda degli immobili oggetto di un sequestro cautelare da parte dell’antimafia e di quanto ancora bisognerebbe fare per riportare nei giusti argini una parte dell’attività edile, che sembra muovere i fili dell’intera economia turese.

Infine, un altro bilancio lo abbia chiesto sullo stato di salute della lista Città Futura e sui rapporti che intercorrono con il Partito Democratico.

Siamo quasi ad un anno dall’insediamento dell’amministrazione Resta. Un suo giudizio sugli atti finora conseguiti?

“Non vedo nessun atto. Sono trascorsi dieci mesi e si persevera nell’utilizzare l’alibi del “ci siamo appena insediati”. Nel frattempo, tutti i problemi sono ancora in attesa di una risposta”.

Può farci qualche esempio?

“La situazione scolastica turese è una delle note dolenti di questa amministrazione, la cui scarsa sensibilità verso la tematica è confermata dalla scelta di non nominare un assessore con delega piena all’istruzione, bensì di ripiegare su un consigliere.

Ancora, si continua a procrastinare lo studio di un serio piano della viabilità, arrivando a modificare per la quarta volta il regolamento sulla ZTL solo per rincorrere gli interessi individuali, che seppur legittimi non vanno nella direzione del bene collettivo. Sono undici mesi che pazientiamo per la redazione del PIC (il piano che disciplina l’installazione delle antenne sul territorio comunale) e per l’emanazione del bando necessario a sbloccare la situazione dell’edilizia residenziale popolare.

Per non parlare dello stato in cui versa la gestione delle opere pubbliche, ben rappresentato dai lavori interminabili di Largo Pozzi, diventati ormai una leggenda metropolitana. Le strade e il verde pubblico ? il biglietto da visita di un paese ? peccano di manutenzione.

Sui palchi si è tanto parlato del ruolo delle consulte come meccanismo per coinvolgere i cittadini nella gestione della cosa pubblica, salvo poi dimenticarsi di convocarle per i problemi seri. Si veda il caso del regolamento sui dehors dove nessuno degli operatori del settore è stato ascoltato. Stesso discorso vale per la cosiddetta “commissione di saggi”, sbandierata dal Sindaco Resta come risorsa che, gratuitamente, avrebbe affiancato l’amministrazione nell’interpretare le difficoltà turesi. Che fine ha fatto? Perché sulla vicenda dei BOC (buoni obbligazionari comunali) si è fatto ricorso ad una consulenza esterna a pagamento?

Il comune denominatore di tutte queste criticità sta nell’assenza di una progettualità: non vedo nessuna prospettiva che indichi la direzione da seguire per rilanciare Turi. Ci sono tanti proclami ma nulla di concreto. È come stare fermo e suonare in continuazione il clacson”.

A proposito di opere pubbliche, abbiamo avuto notizia della sospensione dei lavori nell’area dell’ex-ospedale.

“Nel prossimo Consiglio Comunale avremo modo di interpellare l’amministrazione e capire motivazioni e tempistiche del blocco. Non voglio esprimere un giudizio affrettato ma ho una mia teoria: siamo di fronte ad una dinamica molto simile a quella di Largo Pozzi con un Ufficio tecnico che, a mio parere, dovrebbe essere più solerte, affrontare con maggiore risolutezza le varie complicazioni. Non dimentichiamo che concretizzare questo progetto in tempi rapidi è importante per almeno due aspetti: il poliambulatorio che risolverebbe non pochi problemi in termini di servizi socio-sanitari e gli alloggi ERP (edilizia residenziale popolare) che, oggi più che mai, servono come il pane”.

Un manifesto a firma di Biagio Elefante solleva un aspetto interessante sulla costituzione come parte civile del Comune di Turi nell’eventuale processo per gli immobili sequestrati. Sintetizzando, quell’atto si qualificherebbe come una mera dichiarazione d’intenti che non scalfisce la reale speculazione edilizia turese.

“Le leve della gestione e dell’amministrazione sono nelle mani della Giunta e del Sindaco. Quello stesso sindaco che Biagio Elefante ha sostento e a cui dovrebbe rivolgere questa critica.

Sindaco e giunta hanno la prerogativa di dare un chiaro indirizzo politico affinché Ufficio tecnico e Polizia municipale eseguano i dovuti controlli. Da parte nostra, come gruppo consiliare più volte abbiamo sollecitato il rispetto delle regole sia in fase preventiva (rilascio dei permessi a costruire) che ad opera conclusa (verifica del rispetto dei vincoli  urbanistici). Più volte abbiamo chiesto che la Polizia Municipale, anziché limitarsi ad una attività vessatoria nei confronti dei cittadini, si occupasse anche dei controlli dei cantieri. Ma se questo non avviene, se l’amministrazione indugia, cos’altro possiamo fare oltre ad evidenziarlo in ogni sede ed occasione?

In merito agli immobili sequestrati a Turi, a fronte di una complessa indagine terminata con un provvedimento cautelativo della Direzione Distrettuale Antimafia (DIA), abbiamo ritenuto che spingere l’ente a costituirsi come parte civile in un eventuale processo fosse un atto doveroso e nient’affatto pleonastico. Inoltre, appare del tutto irrilevante la riflessione che il denaro utilizzato provenga da presunte attività illecite esercitate a Gravina e non a Turi. Ad Adelfia e a Casamassima si sono recuperate per finalità sociali alcune abitazioni sottratte alla mafia ed il fatto che fossero state realizzate con proventi rivenienti da mezzo mondo non ha rappresentato un ostacolo o una pregiudiziale”.

Esiste a Turi una soglia di attenzione nei confronti dell’attività edile?

“Alla luce di quello che si vede in giro, direi di no. Tuttavia non bisogna essere ipocriti: una situazione del genere non nasce dall’oggi al domani. Nel 2011 erano stati eseguiti già quattro sequestri da parte della DIA, mi chiedo perché nessuno dei membri della passata consiliatura se ne sia preoccupato e abbia posto la giusta attenzione.

Aggiungo che il dato che a Turi si è costruito troppo e male lo ha confermato anche la Regione Puglia nelle proprie osservazioni al PUG, laddove si parla di un elevato consumo di suolo e di un aumento spropositato del carico antropico. In altre parole, si è costruito privilegiando il cemento rispetto alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, con il risultato che scuole, verde pubblico e servizi risultano nettamente sottodimensionati rispetto alle esigenze reali”.

Ritornando ai bilanci, cosa resta oggi di Turi Città Futura?

“Turi Città futura deve continuare il suo progetto altrimenti tutto quello che si è costruito durante la campagna elettorale andrebbe sprecato e si ripeterebbero gli errori di chi ci ha preceduto. Essendo entrambi iscritti a SEL, sarebbe stato semplice per me e Vito Notarnicola dichiararci espressione del nostro partito, invece, nel rispetto di chi ci ha votato, continuiamo a rappresentare le istanze di tutte le forze che hanno sostenuto la nascita di quella lista”.

Quali i rapporti con il PD?

“Con il Partito Democratico i rapporti sono buoni: ci consultiamo prima di affrontare la discussione consiliare degli argomenti più rilevanti; insieme abbiamo prodotto alcuni documenti ? tra cui cito quello sulla scuola e quello sul PUG su cui a breve ritorneremo ? e di sicuro ne produrremmo altri.

Non di meno, a Turi come altrove, è necessario andare oltre gli steccati delle appartenenze partitiche e cercare di mettere insieme quante più forze possibili, non solo politiche ma anche della società civile. L’obiettivo deve essere quello di contaminarsi, rafforzare la sinergia interna e dare una risposta all’urgenza di rinnovamento e buona politica che gli elettori hanno espresso in maniera inequivocabile”. 

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