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Trattori: dal 2013 alla guida con la patente

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In un’epoca dove tutto richiama tasse e costi, in cui vivere è più difficoltoso se manca il lavoro, nel quale si fanno spesso i conti con un portafoglio che in poche settimane torna ad essere vuoto impedendo anche di provvedere alla spesa settimanale si ringrazia chi, contadino o appassionato, coltiva il proprio o altrui campo per poter godere dei prodotti che la terra e la natura porta in tavola.

Oggi però anche chi vive di questo settore deve nuovamente fare i conti con una nuova imposta che li obbliga a mettere mano alle proprie tasche. Dallo scorso febbraio 2013 è infatti entrata in vigore anche la patente per i trattori (Fonte ACI). Una novità non molto gradita per i tanti agricoltori che animano la nostra cittadina turese e per tutti gli italiani che sino a ieri hanno potuto lavorare con il proprio mezzo senza doversi impegnare nell’acquisizione della nuova patente. “Un altro modo per rubare” – commentano in molti, all’indomani della diffusione della notizia. “Non bastano tutte le tasse che ci colpiscono, vogliono pure che paghiamo per guidare il nostro trattore”. Un mezzo che soprattutto in una cittadina come la nostra, appunto agricola, siamo abituati a veder condotto da uomini di ogni età e con grande esperienza e che da oggi necessità di una chiara dimostrazione di idoneità. “Dopo un’intera vita che lo porto, ora mi chiedono la patente!” – si unisce immediatamente un audace settantenne non ancora stanco della sua quotidianità agricola.

Tanti e numerosi, però, i dubbi che su questa nuova regola son derivati, ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza attraverso la normativa.

A febbraio 2013, è infatti entrato in vigore l’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 che recepisce la direttiva comunitaria 59/2003 sull’abilitazione all’uso delle attrezzature professionali. Per guidare una trattrice agricola sarà quindi necessario o dimostrare di avere un’esperienza documentata di almeno due anni, che comunque non svincola dall’aggiornamento, oppure conseguire il “patentino” attraverso un percorso formativo che prevede tre ore d’aula e cinque di pratica (ma anche su questi numeri ci sono pareri discordanti).

Presto saranno pubblicate delle linee guida per chiarire, ad esempio, se il possesso della patente A o B rappresenta una discriminante per l’accesso ai corsi di formazione e se questi sono rivolti solo ai maggiorenni oppure anche a chi abbia già compiuto sedici anni. La formazione comunque permette agli utilizzatori di macchine agricole di usare i propri strumenti di lavoro in modo più produttivo ma, soprattutto, più sicuro. Su questo fronte, i dati Inail parlano chiaro: nel triennio 2009 -2011 si sono verificati oltre 420 infortuni mortali con le trattrici (61 nel primo semestre 2012), con una media di 140 incidenti l’anno in tutta l’Italia.

È stato comunque chiarito – come leggiamo da una fonte CIA – che fino al 12 marzo 2013, data di eventuale entrata in vigore della norma, non esiste nessun requisito da dover rispettare. “È indispensabile una proroga sulle nuove norme relative al patentino per le macchine agricole” – hanno commentato Cia e Confagricoltura difronte agli innumerevoli punti oscuri che coinvolgeranno circa 2 milioni di utenti in tutta l’Italia e che impiegano quotidianamente attrezzature di lavoro (trattori, gru, scavatori, piattaforme di lavoro, etc) per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione.

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