Pugliese sepolto a Mamma Rosa. E Don Giovanni?
Cari Turesi,
è vero che non bisogna mai fare “di tutta l’erba un fascio”, ma una buona parte di quel fascio, in queste ultime due settimane, ha avuto da ridire sulla mia persona circa il mio “disinteresse” nei confronti del nostro caro defunto don Giovanni Cipriani. Tutto ciò alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno riguardato la traslazione del corpo del diacono Matteo Pugliese, a pochi mesi dalla sua morte, dal cimitero alla tomba nella chiesetta del pensionato “Mamma Rosa”.
Premettendo che non ho nulla da eccepire nei confronti di quello che la Fondazione o i collaboratori del Pensionato hanno fatto (sicuramente hanno avuto le loro buone ragioni), non permetto che mi si dia “dell’insensibile” e mi si accusi di non far nulla per quanto riguarda la sepoltura del corpo di don Giovanni Cipriani nella tomba che lui stesso ha fatto realizzare nella sacrestia della sua chiesetta, in previsione della futura sepoltura in quel luogo.
Sicuramente bisogna dare qualche spiegazione in merito per non inventare fatti infondati che poi diventano leggende metropolitane.
Per quanto riguarda la sepoltura di don Giovanni nella sua tomba presso la chiesetta, ne avevo già parlato con il Vescovo, il quale mi aveva rassicurato che la cosa sarebbe avvenuta allo scadere dei cinque o dieci anni previsti dalla legge. Il Signore ha voluto che, in occasione del sopralluogo effettuato nel mese di settembre dagli ingegneri della diocesi, per valutare i lavori più urgenti di restauro della chiesa parrocchiale, proprio perché mi interesso e mi sono sempre interessato affinché don Giovanni ricevesse le giuste onorificenze, ho mostrato loro la tomba e il luogo della sepoltura, chiedendo spiegazioni circa l’iter burocratico da seguire per traslare il suo corpo dal cimitero. A questa mia richiesta gli ingegneri della Diocesi hanno risposto che, purtroppo, le autorizzazioni per la procedura della sepoltura di un sacerdote nelle chiese parrocchiali o adiacenti alla parrocchia, da qualche anno, sono diventate molto difficili da ottenere per un decreto del Vaticano che vuole evitare che le parrocchie o le chiese possano diventare dei cimiteri. Prontamente ho incalzato sottolineando le motivazioni giuste affinché il corpo di don Giovanni fosse sepolto lì.
Ora, dopo il “precedente” creato dalla Diocesi con le autorizzazioni concesse per altri casi, il problema per Don Giovanni non sussiste. Però, prima di procedere con la richiesta delle autorizzazioni e prima di traslare il corpo, bisogna rendere idoneo il luogo in cui è ubicata la tomba, che richiede: lavori di manutenzione muraria, innalzamento di un nuovo muro, pitturazione, creazione della porta di accesso, oltre che la bonifica della zona antistante l’ingresso della tomba. L’Associazione della banda cittadina, si è già fatta carico di seguire alcuni di questi lavori già prima di posizionare la statua dedicata a Don Giovanni.
Cari Turesi, più che “flatus vocis”, dicerie e notizie insensate, più che sentenziare su persone e sulla loro indifferenza, è necessario passare ai fatti se vogliamo veramente traslare il corpo di Don Giovanni e collocarlo nel luogo dove è nata tutta la sua opera e dove lui ha fatto tanto bene per i “suoi ragazzi” e concittadini. Rivolgendomi a tutti e, in modo particolare ai tanti “oratoriani” che gli hanno voluto bene, dico: diamo una mano con ogni mezzo, economico e non, alla banda, affinché si possa realizzare quanto prima tutta l’opera. Dal canto mio, come parroco, ancora una volta mi prodigherò a far in modo che don Giovanni riceva il dovuto riconoscimento: essere sepolto nel luogo dove ha prestato il suo servizio di sacerdote, educatore e curatore di anime, proprio come è stato per Don Bosco.
Turi 9 gennaio 2013
Il parroco
don Maurizio Caldararo