Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Politica

Si allargano gli orizzonti per una Banca Turese

 Banca-Turi

 

 

Realizzare il piccolo grande sogno di Angelo Orlandi, ovvero costituire la Banca di Credito Cooperativo di Turi, non sarà una passeggiata.
Lo scorso venerdì sera, il dott. Vito Spada ha incontrato Orlandi, gli amici e gli imprenditori locali in azienda Fimer, per vagliare alcuni aspetti squisitamente tecnici riguardo la costituzione di una banca tutta turese.
Dopo il primo incontro tenutosi lo scorso ottobre, l’idea di Angelo Orlandi ha pian piano contagiato un gruppo al momento ristretto di amici. Il passo successivo consisterà nell’organizzazione di un’assemblea pubblica, aperta a tutta la comunità Turese, da tenersi dopo le festività natalizie.
Diciamo subito che l’incontro con il dott. Vito Spada ha, in un primo momento, rotto alcuni equilibri: sarà impresa ardua. I motivi, li ha spiegati nei minimi dettagli, offrendo ai partecipanti una lezione accademica di finanza, dal pulpito di chi, il prof. Spada s’intende, è stato capace di amministrare patrimoni del valore di 15 miliardi di dollari.

UNA BCC A TURI?

Spada è apparso pessimista ma allo stesso tempo possibilista rispetto a un sogno che deve necessariamente confrontarsi e scontrarsi con alcune regole e difficoltà del settore.
Diciamo subito che le Banche di Credito Cooperativo (Bcc) devono attenersi a delle regole piuttosto ferree imposte da Bankitalia. Le Bcc devono dimostrare una serie di requisiti che Spada ha elencato nei minimi particolari. Quindi, al sogno potrebbe seguire l’incubo della burocrazia e delle consuetudini tutte italiane. Le Bcc finiscono spesso nel mirino di Bankitalia proprio perché troppo radicate nel territorio, quindi facile preda di speculatori. Tanto è vero che gran parte di queste, ricevono pesanti sanzioni amministrative. Su internet è possibile reperire la lista nera di queste banche. “Bankitalia – ha spiegato il dott. Spada – ha paura delle Bcc. Il “Risk Management” è troppo alto””.
Il legame stretto col territorio fa di queste banche delle piccole aziende a conduzione familiare, dove i soci, in genere, forti dei rapporti di parentela e di amicizie, tendono più a curare i singoli e i “particolari” interessi.
Questi i contro. Ma la Bcc non è un negozio finanziario, non fa attività finanziaria, si limita in genere a piccoli prestiti. “Oggi, fare una banca è estremamente difficile, ma non impossibile”.
Siamo sicuri che l’atteggiamento di Spada, professore universitario preparatissimo in materia, sia tipico di chi assurge a buon padre di famiglia: ha cercato di mettere tutti in guardia, preparare ai rischi i futuri soci della Bcc.
Tuttavia, il professore sarebbe disposto ad aiutare in prima persona il gruppo di “sognatori”.

Angelo Orlandi: “Una possibilità per Turi”

“Spada ci è sembrato piuttosto pessimista – ammette Angelo Orlandi – in realtà, voleva metterci in guardia. Che non sarà una passeggiata l’avevamo immaginato… basti pensare che Putignano ha avuto bisogno di ben sei anni di gestazione prima di inaugurare la sua banca. È chiaro, il percorso è ricco di insidie e ostacoli, ma l’intento del professor Spada non era quello di demolire tutto. Anzi, nei giorni seguenti ho incontrato gli amici e ne abbiamo discusso a mente lucida. Tutti quanti ci aspettavamo questa lezione e non sarebbe stato normale se fosse accaduto il contrario”.
Il progetto – tiene a precisare Orlandi – non è a scopo di lucro, nel senso che non si vuole “fare impresa” a vantaggio di pochi, in questo caso dei soci che costituiranno la Bcc. L’obiettivo è quello di investire sul territorio turese, città che conta un Pil di circa 140milioni di euro, 90 dei quali sono custoditi nelle cinque banche turesi. “Non che Turi abbia necessità di una sesta banca – chiarisce Orlandi – ma questa è comunque un’opportunità. L’idea di una Bcc tutta turese non nasce da una necessità diretta o per interessi di qualche socio”.

INVESTIRE SUL TERRITORIO

Questo l’obiettivo. Le vie possibili d’investimento sul territorio, attraverso una Bcc, sono infinite. Le Bcc per vocazione e per statuto devono rendere gli utili di gestione su progetti che riguardano il territorio. Ad esempio: istituire borse di studio per giovani laureati con l’obiettivo di avviare gli stessi alla professionalizzazione; sponsorizzare iniziative culturali e sociali del territorio; investire nel settore del recupero di beni storici e architettonici. E tanto ancora si potrebbe fare per la crescita di Turi. Una città che, come tante altre, ha perso opportunità di crescita e sviluppo.
In vista dell’assemblea pubblica, Orlandi invita i Turesi (società civile, politica, classe dirigente, imprenditoria) alla partecipazione attiva e interessata. “Non vorrei che anche questa volta ci perdessimo nei se e nei ma. La Bcc potrebbe essere un treno, una possibilità per Turi, un arricchimento”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *