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Il microcredito a Turi è una possibilità concreta?

Microcredito

L’associazione Eticanonmente ha organizzato, giovedì 25 ottobre 2012, ore 19.00 presso il Palazzo Marchesale di Turi l’incontro dal titolo “Il microcredito a Turi: una possibilità concreta?”, nel corso del quale è stato affrontato il tema dell’utilizzo del microcredito come strumento per combattere l’esclusione finanziaria. Durante il dibattito, moderato dalla giornalista de “La Voce del Paese”, Marilena Rodi, hanno preso la parola, tra gli altri, il sindaco di Turi Onofrio Resta, il direttore della Caritas della Diocesi Conversano-Monopoli Don Michele Petruzzi, il presidente dell’associazione Eticanonmente Alessandro Salutari, il dottorando in economia politica Angelo Leogrande, esperti del mondo universitario e bancario.

Tema centrale della serata: la crisi economica e finanziaria, che ha ristretto l’accesso al credito e alle liquidità. Il microcredito come possibilità di accesso al credito nei confronti delle famiglie e delle imprese. Il microcredito come strumento per ricreare le condizioni e raggiungere l’obiettivo della crescita economica.

Una delle domande che bisognerebbe porsi è crescita e non progresso?

IL MICROCREDITO A TURI: UNA POSSIBILITÀ CONCRETA?

Le ragioni dell’incontro non sono solo informative, ma anche fondative. O perlomeno sarebbero le intenzioni: diffondere, anche in una piccola comunità come quella turese, una nuova cultura finanziaria.  

A sostegno della tesi, l’associazione Eticanonmente riporta una serie di esempi e casistiche nel mondo. Il microcredito sviluppatosi nel Bangladesh, grazie all’iniziativa del’economista e premio Nobel Mohammad Yunus, ha prodotto effetti largamente positivi nelle economie che hanno deciso di utilizzare questo strumento per l’erogazione del credito volto alla riduzione della povertà come forma grave di financial exclusion.

POVERTÀ E FINANCIAL EXCLUSION

L’utilizzo del microcredito è generalmente rivolto a persone che non hanno possibilità di ottenere credito secondo le metodologie tradizionali, ovvero persone che non hanno la possibilità di offrire adeguate garanzie di carattere patrimoniale.

Il microcredito può essere una risposta decisa contro la financial exclusion, che nella sua manifestazione più grave colpisce i poveri (come nel caso del Bangladesh preso in esame), si pone come un elemento di discriminazione forte all’interno dell’economia. L’ “esclusione finanziaria”, quindi lo sbarramento all’accesso di liquidità, colpisce oggi, e con maggiore forza, quei soggetti che sono discriminati anche per ragioni di carattere culturale e non solo economico. Soggetti che tuttavia agiscono come attori sociali in quelle economie costituzionalmente rivolte all’affermazione dei diritti del liberalismo economico, ovvero la libertà di impresa, la libertà della proprietà privata e la relazione tra produzione di valore aggiunto, investimento e tassazione.

Il costo sociale della financial exclusion può essere molto elevato. Come insegna Schumpeter, l’esclusione dal finanziamento può allontanare il livello reale del valore aggiunto prodotto, dal livello del valore aggiunto potenziale dell’economia. Quindi parliamo di potenziale inespresso o soffocato.

L’allontanamento del valore aggiunto prodotto dal livello del valore aggiunto potenziale è causato dal fatto che molte persone, che pure potrebbero produrre valore aggiunto, impegnandosi personalmente in attività lavorative di vario genere, non possono farlo a causa della mancanza di finanziamenti e quindi permangono in stato di disoccupazione, oppure si occupano in attività nelle quali non riescono a produrre il valore aggiunto che pure potrebbero generare. Ne deriva una perdita di valore aggiunto che si accompagna a una riduzione del valore del capitale umano con un effetto immediato di allontanamento dell’economia reale dall’economia potenziale, ed un effetto di medio-lungo termine di riduzione del valore dell’economia potenziale. Questo spread, tra produzione potenziale e produzione reale, misurato come riduzione dell’efficienza del capitale umano, potrebbe in un qualche modo misurare l’efficienza del sistema bancario nell’esercizio della funzione della valutazione del merito creditizio.

IL PROBLEMA DELLE BANCHE – L’orientamento del sistema bancario si è indirizzato a forme di valutazione del merito creditizio che tengono in considerazione elementi strettamente patrimoniali, nel tentativo di ridurre il rischio d’impresa che l’imprenditore trasla sul soggetto creditore nel caso di fallimento, lascia aperto uno spazio per nuove tipologie di accesso al credito che possono essere realizzate mediante nuove forme come per esempio quella del microcredito.

Il microcredito è una metodologia di erogazione del credito che quindi si accompagna, amplia, si affianca all’erogazione tradizionale del credito.

I VANTAGGI DEL MICROCREDITO

Sono nella possibilità di fare credito a persone che hanno delle capacità di carattere professionale, nel campo dell’artigianato, dell’agricoltura, nella fornitura di servizi e nello svolgimento di attività di accompagnamento a fasi di produzione più complesse, che tuttavia non hanno requisiti patrimoniali, ma possono impegnarsi personalmente nel raggiungimento degli obiettivi che sono concordati con l’istituto di microcredito.

Ne deriva quindi che il processo di selezione del merito creditizio avviene sulla base della valutazione del progetto che viene presentato nella forma del business plan e che viene quindi seguito nella sua attuazione da parte dell’istituto di microcredito.

IMPORTI CONTENUTI – Tuttavia l’importo delle somme che vengono erogate è contenuto, l’istituto di microcredito esegue un monitoraggio costante e abbastanza intenso sull’attività che viene svolta dal soggetto che ha ottenuto l’erogazione del finanziamento, e si concorda un piano di restituzione del credito dovuto con un costo del credito competitivo rispetto al mercato.
L’istituto di microcredito quindi non solo eroga dei finanziamenti, sulla base di una valutazione di business plan, ma può direttamente promanare dei bandi che sono rivolti a  particolari settori di attività economica considerati particolarmente importanti nel contesto economico locale.

Quindi l’istituto di microcredito si pone anche come una organizzazione che attraverso la riduzione della financial exclusion, e mutuando la metodologia del relationship banking, riesce anche a produrre nuovo capitale umano imprenditoriale che quindi può stabilmente nell’economia locale.

IL MICROCREDITO ANCHE A TURI

Per le ragioni su illustrate, i promotori dell’iniziativa considerano l’ipotesi di istituire il microcredito anche a Turi. Ragioni che – secondo i sostenitori del microcredito – “sono legate sia all’equità che all’efficienza economica, e sulla base di larghe evidenze empiriche e di esperienze di carattere manageriali”.

UN CREDITO MICRO PIU’ CHE UN MICROCREDITO

Dunque il microcredito a Turi è una possibilità concreta? Dall’incontro di ieri sera arrivano proposte, risposte, ma anche dubbi e riserve riguardo gli importi, anche fin troppo contenuti del microcredito. Dall’incontro di ieri sera arrivano anche appelli direttamente indirizzati a istituzioni e intera comunità turese. Appelli che meritano delle risposte politiche decise e coraggiose. Qual è la risposta delle istituzioni al problema dell’accesso alle liquidità?

L’APPELLO A TURI E ALLE ISTITUZIONI – “Anche per via della particolare condizione economica turese, si vuole proporre questo progetto per il microcredito a Turi. Un progetto che sia aperto all’Amministrazione Comunale, agli istituti di credito, alla Caritas e alle organizzazioni di volontariato e che possa essere uno strumento a difesa della capacità professionale e della dignità delle persone, ma che possa anche contribuire a incrementare quel prodotto interno lordo turese che ha livelli troppo bassi non solo per la media italiana e meridionale, ma soprattutto per il contesto di geografia economica locale, caratterizzato da economica più dinamiche ed efficienti anche sotto il punto di vista creditizio e finanziario oltre che imprenditoriale e professionale.”

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L’ASSOCIAZIONE ETICANONMENTE

L’incontro viene promosso dall’Associazione di promozione sociale Eticanonmente, vincitrice del bando regionale Principi Attivi 2010, che ha come mission principale la diffusione sul territorio regionale della finanza etica ed in particolare dello strumento del microcredito.

Eticanonmente

  • ha ricevuto l’incarico dal Piano sociale di zona – ambito territoriale distretto BA-5 con comune capofila Grumo Appula- di realizzare un piano di fattibilità tecnico-economico per un programma di microcredito per i 6 comuni facenti parte di detto ambito territoriale;
  • collabora con il comune di Cassano delle Murge per la costituzione del fondo di garanzia,la determinazione delle procedure e la gestione, valutazione e successivo monitoraggio, e a breve partirà un programma pilota di microcredito rivolto ai giovani residenti nel territorio comunale;
  • con il ruolo di advisor esterno segue il comune di Sannicandro di Bari in un progetto che punta alla valorizzazione del centro storico e del castello, facendo sorgere nuove piccole attività imprenditoriali che saranno finanziate dal microcredito;
  • è l’ente promotore di un programma di microcredito intitolato in maniera provocatoria “Trovati un lavoro!” , rivolto ai giovani residenti nella provincia di Bari e Barletta-Andria-Trani per l’auto-impiego di giovani disoccupati, e per cui è in atto una raccolta fondi per la costituzione di un fondo di garanzia e la selezione dei progetti finanziabili.

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