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“Turi non può rimanere senza uno strumento urbanistico”

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Partiamo dal principio, alla luce di quanto risposto dalla regione, come valuta in generale le osservazioni mosse dalla regione sul PUG?

Le carenze e le incongruenze del PUG rilevate dalla Regione sono tantissime ed alcune molto gravi: dalla mancata osservanza della normativa di base, agli innumerevoli errori di vario genere commessi nella stesura del Piano (ad es. valutazione dell’indice di affollamento e consequenziale calcolo dei vani), alla mancata produzione di documentazione a corredo ecc. Una spiegazione a come ciò sia potuto accadere, può certamente ravvisarsi nella circostanza che probabilmente non vi è stato un adeguato confronto tra Comune/Ufficio Tecnico– Regione–Progettista nella fase di elaborazione del Piano, in spregio al principio di co-pianificazione.

Quel che preme maggiormente rilevare è che l’ente ha disapprovato l’indirizzo politico e le scelte strategiche sottese al PUG: la Regione ha, infatti, evidenziato come sia stato del tutto disatteso il fulcro dell’azione di governo del territorio che dovrebbe essere quello di privilegiare azioni di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente rispetto ad azioni mirate ad una ulteriore espansione urbanistica. Complessivamente possiamo affermare che la vera intenzione di questo PUG consisteva nel promuovere un’ulteriore espansione edilizia a discapito del territorio. Tuttavia, Turi non può certamente permettersi di rimanere ancora senza uno strumento urbanistico, assenza che ha causato negli anni sia una cementificazione senza regole oltre che uno sviluppo urbano non sostenibile e con risvolti sociali ed economici non positivi.

Entriamo nello specifico, parliamo di zone B e della famigerata zona M. Cosa andrebbe fatto?

Per quanto concerne la zona B, la Regione ha espresso un giudizio severo circa la  riproposizione nel PUG di tutta la zona B, come prevista dal PDF, incluse le cosi dette “aree libere”. Sarebbe stato più opportuno, verificare in concreto quali siano i lotti effettivamente disponibili e adottare misure differenti in relazione alla loro superficie, in modo da evitare speculazioni edilizie senza penalizzare i proprietari dei piccoli suoli che intendono edificare o ampliare la propria abitazione.

Per quanto riguarda, invece, le zone M, riteniamo a priori discutibile la scelta di individuare nello stesso comparto zone produttive e zone residenziali, anche perché, come ha sottolineato la Regione, il settore residenziale risulta già ampiamente articolato nel PUG e quello produttivo nella zona PIP. Piuttosto, per un paese come il nostro a vocazione agricola che auspica la  valorizzazione delle proprie eccellenze, sarebbe stato senz’altro più opportuno prevedere una zona agricola produttiva, la cui individuazione è stata inspiegabilmente omessa nel PUG.

Parliamo delle previsioni programmatiche, il punto più politico del PUG, cosa fareste per migliorarlo?

Il PUG ha la funzione principale di regolamentare la pianificazione urbanistica. Nel PUG di Turi, invece, rispecchiando quel che da sempre è avvenuto nel nostro paese, è stato privilegiato l’aspetto edilizio. Il Piano nella sua parte programmatica dovrebbe considerare maggiormente aspetti  fondamentali, in un’ottica di sviluppo e migliore vivibilità del paese, quali: evitare il consumo ingiustificato di ulteriore suolo privilegiando il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, prevedere idonee misure a tutela del paesaggio e dell’ambiente, preservare e valorizzare la vocazione agricola del territorio, sviluppare la mobilità sostenibile, favorire la rigenerazione ambientale degli insediamenti urbani e l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Se in conferenza di servizio con la regione, venissero accettate tutte le segnalazioni mosse dall’ente barese, voi sareste disposti a votarlo?

Come già asserito, noi siamo favorevoli affinché nel nostro paese venga adottato un PUG: Turi e Gravina di Puglia, sono gli unici, tra i 41 comuni della provincia di Bari, ad essere sprovvisti di uno strumento urbanistico che vada oltre il vecchio PdF. Ovviamente, prima di tutto il PUG dovrebbe essere conformato alla normativa vigente, così come prescritto dalla Regione. Il Piano però dovrebbe anche, assorbendo le ulteriori indicazioni suggerite dell’Ente, riformare l’attuale spirito che, a nostro avviso, oggi rispecchia ancora il modo di vedere e di operare degli ultimi due decenni.

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