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“Flash mob” degli insegnanti su via Sparano

flashmob 1

Bari, ore 11. In una normale domenica piovosa, in via Sparano, il suono improvviso di un fischietto ha dato il via ad un’inaspettata protesta civile e silenziosa.

Un centinaio di docenti provenienti da tutta la provincia di Bari, mescolati alla gente che ignara passeggiava guardando le vetrine, si sono seduti nella zona antistante la chiesa di s. Ferdinando, con libri e compiti da correggere.

In mezzora di significativo silenzio, a gambe incrociate e armati di sole penne, i docenti hanno protestato contro l’art.3 della legge di stabilità, attualmente in discussione alla camera, che prevede l’aumento, non retribuito, delle ore settimanali di lavoro, da 18 a 24.

Un ulteriore e indiscusso danno ad una categoria, di precari e non, e ad una istituzione messe in ginocchio da anni di dissennato governo.

Nessuno striscione, nessuna bandiera o simbolo politico e sindacale, solo un dignitoso e indignato silenzio tra i passanti che curiosi si sono fermati a guardare.

La protesta è un atto doveroso e democratico, nato in seno ad un gruppo creato su facebook che conta più di 3400 iscritti: “Insegnanti uniti contro le 24 ore di lezione settimanali”.

È bene sapere che le 18 ore settimanali che un docente sostiene non includono tutto il tempo dedicato alla preparazione delle lezioni, alla correzione dei compiti, alle ore di ricevimento dei genitori, ai consigli di classe e ai collegi docenti, a tutte le altre attività extra-scolastiche.

È una protesta che deve riguardare tutti, poiché una legge simile rappresenta, non solo un ulteriore taglio di posti di lavoro, ma soprattutto un danno alla stessa qualità della scuola, già lesionata da anni di politica inadeguata e avvilente.

Il flash mob organizzato in questa giornata vuole e deve essere un segnale e un messaggio che, tutti coloro i quali ancora non si sono arresi nel vedere calpestati i diritti, l’istruzione e il futuro delle nuove generazioni,dovrebbero abbracciare e condividere.

Nelle foto di Raffaele Fiantanese  alcuni momenti del flash-mob:


flashmob 2


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Bari, ore 11. In una normale domenica piovosa, in via Sparano, il suono improvviso di un fischietto ha dato il via ad un’inaspettata protesta civile e silenziosa.

Un centinaio di docenti provenienti da tutta la provincia di Bari, mescolati alla gente che ignara passeggiava guardando le vetrine, si sono seduti nella zona antistante la chiesa di s. Ferdinando, con libri e compiti da correggere.

In mezzora di significativo silenzio, a gambe incrociate e armati di sole penne, i docenti hanno protestato contro l’art.3 della legge di stabilità, attualmente in discussione alla camera, che prevede l’aumento, non retribuito, delle ore settimanali di lavoro, da 18 a 24.

Un ulteriore e indiscusso danno ad una categoria, di precari e non, e ad una istituzione messe in ginocchio da anni di dissennato governo.

Nessuno striscione, nessuna bandiera o simbolo politico e sindacale, solo un dignitoso e indignato silenzio tra i passanti che curiosi si sono fermati a guardare.

La protesta è un atto doveroso e democratico, nato in seno ad un gruppo creato su facebook che conta più di 3400 iscritti: “Insegnanti uniti contro le 24 ore di lezione settimanali”.

È bene sapere che le 18 ore settimanali che un docente sostiene non includono tutto il tempo dedicato alla preparazione delle lezioni, alla correzione dei compiti, alle ore di ricevimento dei genitori, ai consigli di classe e ai collegi docenti, a tutte le altre attività extra-scolastiche.

È una protesta che deve riguardare tutti, poiché una legge simile rappresenta, non solo un ulteriore taglio di posti di lavoro, ma soprattutto un danno alla stessa qualità della scuola, già lesionata da anni di politica inadeguata e avvilente.

Il flash mob organizzato in questa giornata vuole e deve essere un segnale e un messaggio che, tutti coloro i quali ancora non si sono arresi nel vedere calpestati i diritti, l’istruzione e il futuro delle nuove generazioni,dovrebbero abbracciare e condividere.

Nelle foto di Raffaele Fiantanese  alcuni momenti del flash-mob:


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