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Paolo Tundo discute il PUG

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Molto ha fatto discutere la risposta che la Regione ha dato al nostro paese in merito all’adozione del Pug, durante la scorsa amministrazione.

Pesanti accuse sono state fatte per la metodologia che ha portato alla sua compilazione nonché alla sua adozione.

Paolo Tundo, passato da assessore a vice-sindaco per poi essere del tutto scaricato durante l’amministrazione Gigantelli, ci parla di cosa succedeva mentre quel Pug prendeva sempre più corpo.

Com’è stato possibile che, nonostante le regole per la compilazione fossero ben definite, la scorsa amministrazione ha speso tanti soldi per delle consulenze al fine di poter dotare Turi di un piano urbanistico ed invece si è trasformata in un enorme figuraccia?

“I motivi precisi non posso conoscerli, purtroppo non sono un tecnico. Posso solo dire che sin dal principio ho denunciato la totale mancanza degli standards minimi per poter garantire una normale vivibilità a tutti i cittadini che avrebbero abitato le nuove costruzioni. Ho notato invece un’enorme corsa alla cementificazione quasi come se Turi fosse destinata da lì a pochi mesi a divenire una enorme metropoli”.

Ci sono stati chiari riferimenti ad una certa “casta” che ha da sempre condizionato la politica in merito all’adozione del Pug. Quanto sia vero non si sa, ma in ogni caso è lampante la enorme possibilità che questo Pug dava ampia possibilità di poter edificare. Pensa che l’amministrazione Resta sarà lontana dalla metodologia adottata in precedenza?

“Ho piena fiducia nel sindaco Resta e nella sua giunta. Sono tutti ragazzi che hanno voglia di lavorare seriamente per il loro paese e non credo che nessuno abbia voglia di bruciarsi sin dal principio per “accontentare” qualcuno, se mai che ci fosse”.

Per quale motivo non ha votato il P.u.g.? Alcuni esponenti della maggioranza sostengono che bisognerebbe azzerare tutto e ricominciare daccapo. Lei è d’accordo?

“Dovevo votare un Piano Urbanistico Generale per destinare il mio paese a diventare un enorme ammasso di cemento? Io adoro il paese in cui abito e mai avrei potuto permettere uno scempio del genere. La mia delusione è che proprio dei miei colleghi di maggioranza, coloro che avrebbero dovuto difendere i diritti di chi ha posto in loro la fiducia, hanno votato secondo valori che non hanno nulla a che vedere con la salvaguardia del proprio territorio. Nello stesso tempo però non era neanche possibile lasciare che in Turi si continuasse a costruire senza regola”.

“Azzerare un testo così importante sarebbe un enorme sbaglio. Proprio ora che siamo alle battute finali. Non bisogna cadere nella trappola. In questo momento ciò che è importante è dotare Turi di regole certe e corrette su come e dove costruire”.

Qual è stato il punto sul quale Lei è stato maggiormente in disaccordo?

“Per quel motivo sono stato anche sfiduciato. Resto sempre del parere che dotare Turi di una propria zona industriale significherebbe per il paese enormi fonti di ricchezza. Vedere che l’ubicazione della sede è stata programmata in una zona dolinosa, non posso che prendere le distanze. Ancora una volta interessi personali hanno ante ceduto la logica”.

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