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“Ho sempre amato la filosofia tanto da sposarla”

Don Matteo primo sulla destra in occasione della Processione della Festa di SantOronzo

Matteo Pugliese, nei suoi 82 anni di vita, è stato docente di filosofia, diacono, sindaco di Turi, ha creato il pensionato ‘Mamma Rosa’, ha presieduto il Centro Studi. Raramente, come nel suo caso, un nome e un cognome sono sufficienti per qualificare una persona, sia pure di grande spessore culturale. Dicevamo, tanti, troppi ricordi ci legano. Come quando, in terza Media, gli chiedemmo: professore, perché non si è sposato? Lui rispose: “Ho amato così tanto la Filosofia, e la amo ancora adesso, che ho finito per sposare lei”. Una risposta alla quale non credette nessun alunno. E intanto ci preannunciava che l’anno dopo sarebbe approdato al liceo classico di Putignano, concludendo con la frase: “Se perderete il treno, potrete almeno approfittare del passaggio con la mia macchina. Ammesso che io vi faccia  salire…”.

Scambio di alunni. Mancavano un paio di mesi alla fine della terza Media. Era in programma il colloquio dei genitori con i docenti. La mattina del colloquio entra nella nostra aula il professor Matteo Pugliese e chiede un mio quaderno. Glielo porgo. Comincia a scrivere e lo fa per un quarto d’ora. Finito di scrivere, spiega l’arcano. Era venuta mia madre a parlare con lui. Il professore, credendo di stare a colloquio con la madre di un altro alunno, le parlò  positivamente riguardo al profitto ma le disse che il figlio era un po’ birichino. Ovviamente cominciarono gli sfottò dei compagni di classe. Arrivai a casa, detti subito a mia madre il quaderno con tutte le spiegazioni dettagliate del professore. Tutto si rimise a posto.

Terminiamo con un aneddoto riguardante il Matteo Pugliese politico. Siamo intorno ai 40-42 anni fa. C’era un’importante riunione della Democrazia cristiana della quale Matteo Pugliese era uno dei massimi dirigenti. Incombevano a giorni delle elezioni importanti. Prende la parola il professore  e dice con  tono perentorio: “Andate casa per casa e dite a tutti che ciò che è rosso è pericoloso. Rosso uguale comunismo.” Presto abbandonò sia la carriera politica, sia la politica.

Spiegava la filosofia in modo che la potessero capire tutti. E in effetti lo seguiva tutta la classe. Eravamo diventati appassionati della materia. Lo pregavamo di interrogarci tutti i giorni. Parlavamo tra noi dei vari filosofi che, nei nostri dialoghi, avevano preso il posto dei calciatori. Una cosa del genere non ci è capitata mai più.

Negli ultimi anni ci siamo visti poco. Quando ci vedevamo la sua frase di approccio era sempre: “Io ti leggo sempre. Mi piacerebbe che tu entrassi a far parte del Centro studi”.

Ai tempi del liceo ricordo che il professor Pugliese, quando si discuteva di morte, esprimeva il desiderio di poter morire d’infarto.

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