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Politica

Il passato … che non riaffiora

 fiorente

“Vi scrivo come portavoce di chi purtroppo come tanti turesi arrabbiati di come Turi retrograda sempre di più di fronte ai paesi vicini prendi Sammichele che molti anni fa i turesi si volevano portare il santo a Turi. Mi diceva mio padre che Sammichele era indietro come civiltà. Oggi Sammichele ci sta dando una lezione: a parte il museo dove io tanti anni fa regalai un aratro che si arava col cavallo e sta là col mio nome. Oltre che da anni è zona turistica e la domenica i negozi sono aperti. Non gradiamo adesso a Turi che è facoltativo. E ancora la festa della zampina: era nostra quando io ero piccolo. Andavamo a via vecchia Noci ai pozz di Don Ciccio e là i beccai portavano le zampine. Anche se era un po’ grezzo, la gente si divertiva; anche se allora non era facile comprarle per la gente povera. Ci accontentavamo dell’odore. Poi si spostò a Largo Pozzi. Ho anche le foto, dove si vede molta gente e i macellai. Poi ce la siamo fatti fregare dai sammichelini per la politica e il menefreghismo dei vecchi amministratori. E quelli di oggi si sono fatti fregare la doc della nostra ciliegia ferrovia. Il nuovo sindaco ha fatto un comizio all’inaugurazione, col presidente Introna, ma non per i turesi, per i baresi e biscegliesi. Poi panini, zampine e wustel  che con la ciliegia non centravano. Anche i dolci erano forestieri. Bella figura ha fatto il nostro prodotto turese e i sacrifici dei nostri produttori e agricoltori è stato azzerato. Ma pochi se ne sono accorti. Io ero in piazza come l’anno scorso accanto allo studio di Dimora Rossi ed ero l’unico che rappresentava l’antiquariato anche se non ho portato tante cose. Ho avuto molti apprezzamenti dai forestieri anche se, in due serate, con tanti sacrifici per stare tante ore senza vendere niente. Per me è passione oltre alla mia vecchia attività di pittore murale ed intonachista di cui, in viventi, siamo rimasti in pochi. Quest’anno saranno 23 anni che per la nostra festa cerco di dare il mio contributo pagando l’affitto. Prima c’era la lira e si vendeva qualcosa; ora con l’euro non si vende più, ringraziando Prodi!!!

Vorrei inoltre aggiungere che qui a Turi, ogni volta che si trova qualcosa, si chiude tutto. Per esempio l’ex cantina sociale, di cui ho una foto con mio padre all’inizio della sua costruzione. Mio padre riempiva le mastelle ai ragazzini che si mettevano sulle spalle.

Trovarono delle grotte che portavano giù al cimitero. Furono chiuse perchè si doveva fare la cantina sociale. Verso i ‘fracinel’, quasi dalle parti dell’Oratorio, furono trovate altre grotte, mentre si stava costruendo una casa e tutto fu coperto. Ed ancora l’antico mulino Gasparro. Io conservo delle foto d’archivio che mostrano la sua ciminiera, visibile anche dai paesi vicini. Ma anche su quello vi hanno costruito una villa. Ed ancora, l’ospedale civile funzionante. Io dipinsi la sala dove si operava e lì mi sono operato io al ginocchio. Poi l’ex sindaco, Vito Donato Valentini pose la prima pietra del nuovo ospedale e si chiuse il vecchio. Siamo così rimasti senza niente. Non so se qualcuno ricorda a via vecchia Castellana, accanto all’ex latteria, trovarono mentre stavano costruendo, alcuni reperti archeologici, per i quali furono bloccati i lavori. Poi tutto riprese e non si seppe più nulla”.

Matteo Fiorente

Tanti e altri i ricordi di Matteo Fiorente che vi esporremo la prossima settimana…

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