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Turi e l’Unesco, insieme per un concorso

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Il diritto all’acqua, fonte di sviluppo e pace”. È questo il titolo di un concorso dell’UNESCO, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica (MIUR) a cui ha preso parte anche il C. D. “P. De Donato Giannini”, assieme a tante scuole della nazione, con l’importante finalità di sensibilizzare i bambini e i ragazzi al tema dell’acqua come bene e fonte da rispettare.

Circa 150 i bambini della scuola turese si sono impegnati nel realizzare disegni e produzioni che raccontavano del tema. Abbiamo incontrato il referente turese UNESCO, il signor Mino Miale che ha finto da tramite tra il club e la scuola turese.

Sfogliando gli atti consegnati presso la Scuola Primaria di Turi, il suo nome figura in qualità di responsabile per il Club UNESCO di Bisceglie. Ci vuole spiegare?

“Sono il referente di Turi per uno dei Club che ha suscitato i migliori apprezzamenti a livello nazionale in questi due primi anni di attività, per me è un dovere culturale investire sul mio territorio, è un modo di “essere”. Chi mi conosce sa che non è esagerato dire che ogni operatore culturale deve impegnarsi a far rinascere la funzione sociale degli artisti. Valore sociale in cui la cultura ha avuto la sua funzione principale: far crescere il paese in cui si vive, facendolo con equilibrio e senza sconvolgere il territorio. La nostra presidente, Pina Catino ha molti amici a Turi, ha visto lievitare con me l’interesse che la presenza culturale turese suscita in certi ambiti, non solo regionali”.      

Da cosa è nata, quindi, l’idea di portare tra la piccola popolazione locale l’interesse per l’acqua? È stata avviata, in precedenza, una sorta di “preparazione” alla stessa?

“In effetti s’ e si chiamava “Orizzonti d’Acqua”. Questo è il titolo della mostra itinerante esposta dalla nostra amica fotoreporter e in essa ci sono alcune immagini di Turi. Il 2004 l’Ente Spaziale Europeo concluse con l’ONU a Roma il World Water Day Decennial 1994-2004 e in quel convegno mentre presentava la mostra (giudicata la migliore europea sul tema Acqua) a Pina (telefonicamente) riportai un ricordo raccontatomi da un anziano: in campagna sparì un aratro poi ritrovato sulla spiaggia di Mola, riportava inciso il nome del proprietario, Orlandi. La presenza d’inghiottitoi nei nostri campi non ci affascina come novità, ma per gli scienziati convegnisti risultò interessante la presenza del fiume sotterraneo. Acqua di Cristo è l’acqua piovana che tanti molesi ancora bevono, proprio in quella spiaggia che prende il nome. Quando pioveva, mia nonna diceva “sta scendendo l’acqua di Cristo”, ma tanti altri ricordi sulla raccolta di acqua piovana Vito Lotito (nostro socio fondatore residente a Toronto) li hanno raccontati in convegni, dove ci parlava della Cascata del Niagara. Altre storie, altre dimensioni, altre culture. La Catino esperta delle problematiche vitali del fiume Ofanto, mio fratello esperto consulente (per la Puglia) di tutela delle acque destinate al consumo umano, il caso ha voluto che si conoscessero proprio in una edizione d Galleria sotto le Stelle. L’estate 2006 “Orizzonti d’Acqua” tornò in Puglia e la presentai nel Palazzo Marchesale accompagnata da un forum che sfociò, nelle scuole medie in un POR durato due anni.  Coinvolgemmo geologi, archeologi, artisti, esperti maioliche e insegnanti. Il materiale didattico prodotto con quell’esperienza (rivolta agli alunni più determinati) ha arricchito i nostri studi attraverso convegni e mostre internazionali, generando libri ormai presenti in svariate biblioteche universitarie, oggetto di tesi di studio”.

E in questo discorso come si inserisce l’Unesco?

“Col Club Unesco di Barletta Turi ha visto pubblicato gli studi sulla Grotta di Sant’Oronzo, quindi il fascino suscitato ai “pellegrini” che seguivano la Via Francigena da quella presenza di acqua condensatasi (stalattiti e stalagmiti). La Madonna di Terrarossa, che Stefano da Putignano scolpì per la Chiesa Madre, fu fotografata (gigantografia su forex) da Pina Catino e presentata dal Club UNESCO di Brindisi, io presentai un “pezzo della Grotta” in polistirolo espanso a grandezza naturale. Appena due anni fa nacque il Club di Bisceglie, con due soci fondatori turesi quindi. Come potevamo rinunciare alla proposta dei colleghi membri di Torino senza coinvolgere Turi? L’anno scorso Pina organizzò il Presidio del libro biscegliese e il liceo, io seguii con l’insegnante, gli alunni della Prima Infanzia. Gli insegnanti preparano un approccio visivo alle opere d’arte che meglio hanno parlato di Acqua, su un lato dell’immensa biblioteca c’era “Orizzonti d’Acqua”, di fronte presentai la mia proposta di installazione”.

Ci spieghi meglio?

“Seguii un filo logico, l’interesse nell’impatto extraquotidiano su quei tavoli di biblioteca, visto dalla parte dei bimbi, m’interessava il loro contatto fisico rapportandosi con l’osservazione degli elaborati. Per animarli, educarli ad avere un rapporto meno enfatico, come di solito hanno, nei confronti dell’espressività pittorica o grafica in genere. M’impegnai a coinvolgere altri due artisti turesi, che ritenevo consoni al progetto: Pietro D’Addabbo e Francesca Savino: per me l’arte è chiamata a sensibilizzare l’Uomo al rispetto naturale in circostanze imbarazzanti fatte di gesti quotidiani insani, come l’abbandono di feticci, vuoti a perdere lì dove gli oceani si adagiano.   Sul mio “tavolo di lettura” installai un’opera pittorica che poi si trasformava in una finta cascata, aiutandomi con gocce di luce al neon, rete metallica e teli in PVC. Piero è interessato alla educazione artistica, appartiene alle ultime generazioni di accademici di Bari, ha dipinto l’acqua in senso astratto (non ha contatto diretto con la realtà): una pittura geometrica, dove il colore esprime le varie sensazioni che si provano nel guardarla, nel toccarla. Rappresentando i riflessi che i raggi del sole formano sull’acqua. D’Addabbo ha fatto riferimento alla pittura Zen (pittura saggia che rinuncia a qualsiasi spiegazione nell’accettazione), gioiosa nella vita nel suo fluire discontinuo. Francesca Savino ha frequentato il Liceo di Scienze sociali, iscritta alla Facoltà di Psicologia infantile e si è laureata in Scienze dello Spettacolo presso l’Accademia romana Silvio D’ Amico: in questa collettiva ha presentato un grande, scenografico schermo di ghiaccio dove le icone dipinte su tavolette erano spostate dagli stessi bimbi come se stessero giocando con un grande iPAD.

Sono contento di poter dirmi soddisfatto che quella formula sperimentata a Turi, anno dopo anno, per le scolaresche ha portato dei risultati eccellenti, il Liceo Scientifico di Bisceglie ha, con mio fratello intrapreso un dialogo “a distanza” e i suoi studi, con essi li elabora relazionandosi via Internet.

La disponibilità che questo primo anno, abbiamo conosciuto con le scuole turesi, ci fa ben pianificare per il futuro, ho già in mente delle tracce di lavoro che presenterò il prossimo anno scolastico, con gli amici del Club di Bisceglie al prossimo Dirigente delle nostre scuole, aspettiamo l’accorpamento”.

Seguirà un approfondimento con i partecipanti turesi.

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