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Attentato a Brindisi: le foto del corteo

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Tutta la Puglia al corteo anti-mafia: GALLERIA FOTO A FINE ARTICOLO


L’ANALISI – Qual è l’obiettivo e chi sono i mandanti di questo vile attentato?

 

Brindisi è il cuore della Puglia, il ponte verso l’Albania un tempo Paese importatore di armi per la guerra sporca della ex Jugoslavia. All’epoca, migliaia di morti furono barattati in cambio di droga e sigarette. Negli anni ’90 qui, in Puglia, il sangue dei bosniaci, musulmani, albanesi valeva poco più di un mozzicone di sigarette. La Puglia non ha mai chiesto scusa, ma poi ha rialzato la testa. Lontana da Roma e dall’Europa ha deciso di cambiare rotta verso Oriente. Oggi, dopo vent’anni, Puglia e Albania, accomunate dallo stesso destino, sono due laboratori di legalità e di ospitalità. Hanno scelto il cambiamento.

Pomeriggio eravamo nella folla del corteo anti-mafia, in piazza della Vittoria. Abbiamo preso confidenza con la città di Brundisium per i latini, la Brunda dei messapici. Dopo aver ascoltato gli interventi delle autorità politiche e religiose, si è avvertita, ancora più pesante, la distanza che separa da una parte il sentimento della gente, dall’altra il sentimentalismo della politica.

Qualunque sia stata la matrice del vile attentato (terrorismo, mafia o complotto di pezzi deviati dello Stato come ipotizza “Il Fatto Quotidiano”), la deflagrazione di stamattina ha scosso un tabù, ha toccato un nervo scoperto, lungo dal Tavoliere a lu Salentu: la cultura mafiosa e la criminalità. La città sembra soffrire di quel male incubato, di una verità già svelata da tempo. Non a caso, malgrado non vi fossero prove o indizi, tracce o rivendicazioni, fin dalle prime ore dello scoppio davanti all’istituto Morvillo-Falcone, il pensiero di tutti era rivolto sempre lì, alla Mafia.

Il corteo di piazza della Vittoria poteva cominciare e finire con l’intervento accorato di una studentessa: “Non c’è bisogno di una strage per scoprire che qui, in Puglia, c’è un problema che è quello della criminalità e della mafia. Problema che va affrontato”.

Con l’attentato a Brindisi, l’Italia si è risvegliata misera, mafiosa, corrotta, omertosa, impoverita dal disagio sociale e dall’insofferenza. Come se nulla fosse stato prima di quella scintilla mortale.

Speriamo solo che Melissa non sia l’ennesima vittima sacrificata sull’inarrivabile altare della verità. Forse si voleva colpire la generazione del cambiamento. Si voleva colpire il cambiamento.

Non si vuol negare l’esistenza della mafia e della criminalità. La mafia c’è, a prescindere dalla matrice dell’attentato. La domanda è: qual è l’obiettivo e chi sono i mandanti di questo orribile attentato? 


 

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