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Vinitaly 2012: Turi tra le eccellenze da esportare

giuliani

Anche due aziende turesi al Vinitaly 2012 di Verona dove tra il 25 e il 28 marzo tantissimi curiosi, amanti del buon vino e degustatori di professione hanno potuto assaporare la qualità del prodotto italiano e delle sue accattivanti e travolgenti sfumature.

foto2Da Turi, l’Azienda agricola Giuliani Raffaele e le Cantine Coppi di Coppi Antonio Michele hanno concesso ai circa 4mila visitatori di far conoscere il vino e la produzione vitivinicola turese. Il Salone dei vini e distillati su un’area espositiva di 95 mila metri quadri, registrando 156 mila visitatori circa, dei quali oltre 50.000 esteri provenienti da più di 110 Paesi ha ospitato nei suoi quattro giorni eventi, rassegne, degustazioni e workshop mirati all’incontro delle cantine espositrici con gli operatori del comparto, assieme ad un ricco programma convegnistico che ha affrontato ed approfondito i temi legati alla domanda ed offerta in Italia, Europa e nel resto del mondo. “Quest’anno, nonostante la crisi, è andata molto meglio rispetto agli scorsi anni” ha commentato Antonio Coppi sottolinerando anche un forte incremento degli stranieri interessanti ai nostri vini locali.

1500 etichette pugliesi, oltre 144 cantine da tutta la Puglia, inaugurate dal Presidente Nichi Vendola e dall’Assessore alle Attività Agricole, Dario Stefàno che hanno puntualizzato come la Puglia stia crescendo con la sua qualità e stia portando sul mercato produzioni degne di competere con i vini e le regioni più rinomate dell’Italia. Ma la Puglia, come ha sostenuto lo stesso Stefàno non è solo primitivo o rosso, perché sta prendendo sempre più piede il rosato che sta raggiungendo risultati più che positivi.

Non è stata trascurata anche la ricerca nel settore che con i suoi studi continua a fornire nuova materia di approfondimento. Tra le attività svolte durante il Vinitaly, infatti, anche i lavori sui vini sperimentali del CRA: “La ricerca scientifica del CRA per il miglioramento della competitività nel settore viti-vinicolo italiano” e di come lo studio scientifico delle varie unità e centri di ricerca dedicati all’enologia e alla vitivinicoltura del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura apporti un importante contributo in termini di innovazione di prodotto e di processo al settore enologico in vista delle nuove sfide di sostenibilità economica, ambientale e sociale.

vinitaly 1Il workshop, ha coinvolto, insieme al CRA-UTV di Turi, anche le unità di ricerca di Conegliano (CRA-VIT), Asti (CRA-ENO), Arezzo (CRA-VIC), Velletri (CRA-ENC). Obiettivo della ricerca avviata è la promozione di un vino prodotto da vitigni autoctoni e da particolari uve espressione di un determinato territorio, sui quali si è anche effettuata un’opera di sperimentazione di tecnologie innovative per vinificazioni al fine di elevare lo standard qualitativo in rapporto alla tipologia di vino, lo studii dei fenomeni biochimici e meccanici di trasformazione dell’uva in vini e i trattamenti finalizzati a una conservazione ottimale, il ruolo delle sostanze presenti nel mosto e l’impiego degli enzimi, lieviti e batteri e caratterizzare le produzioni locali con piani di miglioramento genetico e una selezione varietale della vite.

Le attività di ricerca del CRA illustrate hanno permesso anche valutazioni di tipo nutraceutico e salutistico delle uve – sia da vino che da tavola – come le proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e cardioprotettive delle sostanze in essa contenute che hanno convinto i ricercatori a indurre una maggior sintesi naturale in vigneto: gli stilbeni contenuti nella vite ad esempio, possono contribuire in maniera sostanziale al contenuto finale di resveratrolo – potente antiossidante – nei vini.

Il CRA-UTV di Turi è l’unica struttura in Italia che si occupa di uva da tavola: un settore che produce oltre 15 milioni di quintali su 60-70 mila ettari e per questo ha bisogno di molta forza lavoro. “Studiamo innovazioni varietali e di prodotto – ha commentato il Direttore dell’Unità di ricerca per l’uva da tavola e la viticoltura in ambiente mediterraneo, Donato Antonacci – come ad esempio la 4° gamma frutta e altri prodotti derivanti dalla trasformazione di uva da tavola come le confetture o i succhi di frutta a basso contenuto di zucchero. Sostenibilità, biodiversità, sicurezza e aspetti nutraceutici dunque, oltre ad attività di recupero di varie tipologie di vite. Al momento ne abbiamo recuperate oltre 1000”.

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