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Franco D’Addabbo …non cesserà di esistere

franco daddabbo

Lui, Franco. L’abbiamo intervistato. Circa cinque anni fa, era lui, con il suo partito l’UDC, il “Resta-Leogrande” del momento. Quell’uomo che poteva subito assicurare la vittoria del centro destra.
Dopo cinque anni ha dimostrato di essere anche collante e motore principale dell’attuale maggioranza. Essere o apparire? Nel laboratorio politico e nelle prossimo turno elettorale c’è chi vorrebbe che lui, il Vice-Sindaco, non sia e non appaia.
Lei notoriamente è un volpone della politica, questa volta Le stanno facendo il pelo? Nel laboratorio politico che vedrebbe Leogrande candidato Sindaco, c’è spazio per Franco D’Addabbo?
Sono una persona che, da circa quindici anni, ha deciso di dedicare uno spazio importante delle sua vita a cercare di penetrare di più e meglio i meccanismi che determinano la qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione ai cittadini. Oggi penso di essere un profondo conoscitore di queste dinamiche che vengono comunque veicolate attraverso atti politici frutto di confronto e dibattito.
Sulla scorta di questa esperienza maturata sul campo, sento di poter dire che la politica e uno degli strumenti più potenti per poter incidere profondamente sul tessuto socio-economico di una comunità e gli “addetti ai lavori” hanno il dovere etico, civico e morale di mettere a disposizione di tutti la loro esperienza.
In fondo che cos’è un laboratorio politico? Un contenitore all’interno del quale devono circolare idee, progetti, strategie, esperienze che devono essere sintetizzate attraverso un programma da sottoporre alla cittadinanza. Un laboratorio politico non può prevedere un candidato Sindaco a prescindere, non può porre veti ad alcuno proprio perché è la fucina all’interno della quale vengono forgiati e plasmati gli obiettivi condivisi da raggiungere. A chi verrà affidato l’impegno della rappresentanza è del tutto marginale; è invece determinante la condivisione e la messa al bando di “personalismi” che rischiano di far implodere anche i migliori progetti e propositi. Non ha significato ipotizzare candidati sindaci o la presenza di “soggetti scomodi”, perché la storia ha insegnato a tutti noi che gli uomini sono solo uno strumento per veicolare progetti politici. Siamo ancora di fronte ad una politica sempre uguale a se stessa, una politica che fa fatica a scrostarsi dai retaggi del passato, una politica del tutto anacronistica che non risponde ai bisogni reali della gente, una politica che, a tutt’oggi, non è disponibile a fare un salto di qualità mentale e culturale.
Se pensare ed agire in questa maniera significa essere un “volpone” della politica, accetto volentieri quest’appellativo; se intende altro, rimando la provocazione al mittente.
Cosa farà Franco D’ Addabbo nel prossimo futuro?
Franco D’ Addabbo ha dimostrato con i fatti come si possa essere, sempre e comunque, funzionale ai progetti da portare avanti senza minimamente guardare al ruolo che in quel particolare momento storico sei chiamato ad interpretare: sono stato nominato Vice-sindaco all’inizio di questa esperienza amministrativa e ho cercato di assolvere al meglio l’incarico conferitomi; mi sono spontaneamente e coscientemente dimesso dalla carica di Vice-sindaco per lenire i “dolori addominali” di qualcuno che stava compromettendo l’equilibrio della maggioranza; da Consigliere Comunale ho continuato a dare il mio contributo a dimostrazione che chi vuoi dare un apporto alla squadra di cui fa parte può e deve farlo indipendentemente dal ruolo che in quel momento ricopre; sono rientrato in Giunta perché bisognava far approdare il PUG (atto urbanistico fondamentale) in Consiglio Comunale, la qual cosa non sarebbe stata possibile a causa di alcune incompatibilità; sono stato richiamato alla carica di Vice-sindaco da un documento (di cui conservo copia) firmato all’unanimità dall’intera maggioranza; ho lavorato sodo in questi cinque anni, diventando punto di riferimento anche di molti miei colleghi; ho risposto alle tante istanze e rivendicazioni che provenivano dalla cittadinanza; ho sempre garantito la mia presenza per cercare di far funzionare al meglio la macchina amministrativa. Questi sono i veri motivi che mi hanno reso un personaggio “ingombrante”. Ho fatto del presenzialismo la mia bandiera perché è giusto che chi viene chiamato dalla collettività ad amministrare la cosa pubblica deve dare priorità assoluta all’impegno conferitogli altrimenti la comunità rischia di rimanere orfana dei suoi delegati.
Per cui non mi pongo il problema di come andrà a finire perché ritengo di aver svolto il mio mandato al meglio delle mie possibilità, operando in coscienza ed onestà. Una cosa posso darla per certa: il mio personale impegno per il bene della collettività non cesserà di esistere.
Guardando agli ultimi cinque anni attribuisca degli aggettivi a questi nomi:
Tateo: competenza e dedizione
Tundo: no comment
Denovellis: caparbietà e determinazione
Spada-Petrera-Lenato: hanno percorso una strada alternativa senza rinnegare la loro provenienza Politica. Rispetto la loro legittima scelta.
Tutti sanno che il suo “amante politico” è Cazzetta, ma cosa ne pensa di Mercieri?
A Cazzetta devo molto. Non solo perché condividiamo lo stesso percorso politico, ma soprattutto perché, insieme ad un gruppo ristretto di persone, è diventato la mia uanima critica”, un amico cioè, capace di parlarmi apertamente anche quando dissente da certe mie idee. Atteggiamento questo, che mi ha aiutato a riflettere e ponderare meglio qualunque scelta o decisione fossi chiamato a prendere. Il continuo confronto mi ha aiutato a non dare mai niente per scontato e a mettermi continuamente in discussione. Penso di poter affermare che questo rapporto sinergico abbia migliorato il nostro bagaglio cognitivo.
In quanto a Mercieri, penso che sia una persona seria disposta ad esporsi in politica con il movimento che lo circonda. A loro sento di dover muovere un piccolo appunto: nessuno può 11inventarsi” amministratore di un ente locale in men che non si dica. La mancanza di esperienza specifica, al di là delle competenze professionali che ognuno di voi ha e vi vengono riconosciute, rischia di diventare un ostacolo insormontabile per il vostro “voler fare”. Probabilmente se non vi foste fatti prendere dalla voglia di “nuovismo” a tutti i costi, ma vi foste fermati alla novità mixata con un briciolo d’esperienza sicuramente avreste evitato un handicapp che peserà non poco sul vostro futuro politico.
Chi sarà il Sindaco di Turi il7 maggio 2012?
Non ho pronostici da fare. Mi auguro soltanto che, donna o uomo che sia, sia un Sindaco dell’essere e non dell’apparire; che apra la mente ed il cuore per meglio ascoltare le voci di una popolazione nella quale i bisogni aumentano; che sia un Sindaco all’altezza del suo ruolo; che sia un Sindaco disposto a mettere tutto in second’ordine e faccia della disponibilità verso tutti il suo “modus vivendi”. Abbiamo veramente bisogno di una persona che caratterizzi il ruolo. Qualcuno disposto anche a sacrificare parte della sua vita privata per assolvere il compito di primo cittadino.

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