Riflessioni sul PUG
Com’è a tutti noto, nei giorni passati il Consiglio Comunale ha deliberato sulle osservazioni al Piano Urbanistico Generale presentate dai cittadini, compiendo un importante passo in avanti rispetto all’iter di formazione di questo strumento regolatore così fondamentale.
È proprio tale essenzialità a spingere la locale sezione di Rifondazione Comunista a non unirsi al coro di encomi di tutti coloro che asseriscono che l’importante è aver dato regole certe nell’ambito urbanistico: se è vero che Turi attendeva da svariati anni la liberazione dall’anarchia edificatoria, siamo sicuri che il PUG approvato sia effettivamente il migliore immaginabile e che lo strumento non sia invece servito a tutelare gli interessi dei soliti noti, a discapito della collettività?
Noi ci siamo fatti un’idea in proposito e proviamo a fornire degli esempi significativi, lasciando ai lettori la libertà di trarre le relative conseguenze e rispondere autonomamente al quesito di cui sopra.
Tra le osservazioni presentate da Rifondazione – insieme a Sinistra Ecologia e Libertà – ve n’è una che si riferisce ad una dolina presente in via Cisterna; essa è chiaramente indicata in precedenti strumenti urbanistici, così come nel medesimo PUG, ma in quest’ultimo si rinviene un’anomalia: l’area di tutela annessa alla dolina -che, per evidenti ragioni di sicurezza, è assolutamente inedificabile- non circumnaviga l’intera dolina (come accade nello stesso PUG per le altre doline), bensì solo parte di essa, con conseguenze chiare a tutti: sull’area misteriosamente scomparsa dallo strumento in via di approvazione sarà possibile costruire, nonostante i forti rischi idrogeologici. Rappresenta questa possibilità l’optimum per la sicurezza di coloro che andranno ad abitare su quell’area? O è l’optimum solo per chi su quell’area andrà a costruire, per poi rivendere? Invitiamo i lettori a riflettere in merito.
Altro esempio può essere fornito dalla nostra osservazione sui “manufatti da sottoporre a tutela”, per i quali -si badi bene- il PUG prevede importanti limiti edificatori; abbiamo notato che nell’elenco dei manufatti non è presente la “Masseria Maggipinto”, ai più nota come “Villa Menelao”, nonostante la stessa fosse stata inserita nel Documento Programmatico Preliminare. Ebbene, pur risalendo la masseria al 1770, la nostra proposta volta ad includerla tra i beni da sottoporre a tutela è stata cassata con sette voti contrari (della maggioranza), nonostante il parere favorevole dell’ing. Dibonaventura per il “pregio architettonico” della struttura. Delle due l’una: o “Villa Menelao” è un falso storico, o la maggioranza ha inteso salvaguardare l’espansione edificatoria della struttura. Ancora una volta, lasciamo ai lettori il verdetto.
Rifondazione si limita a sottolineare che, oltre alla certezza del diritto, qualsiasi provvedimento comunale dovrebbe tener conto della sicurezza della collettività e dell’uguaglianza dei cittadini, caratteristiche che non sempre – non sappiamo se per superficialità e scarsa conoscenza della materia o per vergognoso corporativismo- sono rispettate.
Non c’interessa bacchettare aprioristicamente la maggioranza, sol perché di centrodestra, e conseguentemente tutti i suoi provvedimenti; ci preme auspicare un diverso modo di far politica, nel metodo e nel merito, basato su di un maggior egualitarismo e libero da qualsiasi condizionamento, improntato al raggiungimento del massimo beneficio per la collettività e privo dell’atavico timore di scontentare il potentato locale.
Lavinia Orlando
Rifondazione Comunista – Turi