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Cultura

IL MASTER CON KATIA RICCIARELLI

 katia Ricciarelli 7

Nell’ambito del progetto intercomunale “Prova d’Orchestra”, realizzato con Giovani Energie in Comune, promosso dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con Turi come comune capofila, sotto la direzione artistica del M° Gerardo Spinelli e l’organizzazione del Raffaele Pagliaruli, dell’Associazione Culturale Musicale “Orpheo” di Turi, si è tenuto, sabato scorso, il Master di Canto Lirico con il Soprano Katia Ricciarelli, presso il Palazzetto dello Sport di Casamassima.

I giovani partecipanti hanno cantato diversi brani tra cui: “La calunnia è un venticello” da “Il barbiere di Siviglia”di Gioacchino Rossini ,“Ave Maria” dall’ “Otello” di Giuseppe Verdi,“Amarilli” di Giulio Caccini, “Stride la vampa”da “Il trovatore”di Giuseppe Verdi.

La famosissima cantante e attrice ha elargito complimenti ai meritevoli e importanti consigli agli allievi più in difficoltà. “Bisogna cantare di meno e studiare di più. Se non c’è la struttura di base, al primo incidente casca tutto. Guardatevi, davanti alla specchio. La molla è l’apertura della gola, come di meraviglia, la bocca in verticale, la maschera. I suoni vanno sempre sostenuti, soprattutto quelli che precedono una determinata nota. Dovete cantare tutte le note, facendo attenzione al ritmo, indispensabile quando si canta con l’orchestra. Bisogna ascoltare tanti brani, fare attenzione allo stile. Fate tanti vocalismi. Le agilità sono come la piuma svolazzante di Forrest Gump. Se amate la lirica dovete piangere quando studiate. Ricordatevi che dovete cantare di fronte ad un pubblico e che siete artisti.”

Tra i turesi che hanno partecipato al master: Livio Lerede e Mariano Di Venere.

Il contraltista Mariano Di Venere è stato apprezzato per la propria “bellissima sensibilità” e scelto per eseguire due pezzi con la Ricciarelli nel concerto di beneficenza che si è svolto presso il Palazzetto, nella serata dello stesso giorno.

La Ricciarelli ha scoraggiato quei ragazzi che hanno presentato arie di fine carriera, perché sono le più difficili e vanno interpretate; prima è necessario aprire la voce e studiare bene la tecnica. Ha invitato i presenti a non imbottigliare la voce per scurirla e renderla più corposa, ma ad aiutarsi con l’espressione, curando anche la postura.

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