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BASTA POCO PER USCIRE DALLA PALUDE

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scan 20-10-2010_19h38m11s«Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo», George Santayara, filosofo americano. È sempre stato evidenziato che nel parlare dello sport locale, sia in questa rubrica che in “Mi ritorni in mente”, non è intrinseca la volontà di denigrare questo o quello, ma piuttosto di “ricordare”, perché oggi tutti vogliamo risollevarsi. Sono stati intervistati tutti i delegati o gli assessori allo sport e due ex Sindaci che sono immuni dal “peccato veniale”. Contenti loro…

Nelle interviste agli addetti ai lavori, però, è emerso che anni or sono le “cose” andavano meglio. Questo non vuol significare che neghiamo il progresso, le nuove tecniche di allenamento, i nuovi inserimenti societari, gli sponsor. Ci mancherebbe altro che siamo contrari ai giovani e al presente. A Turi speriamo tanto nell’adrenalina giovanile. Ma questo argomento, che a pochi è andato indigesto, sarà approfondito in seguito.

Sabato 15 Ottobre è stata organizzata al campo sportivo comunale una gara “benefica” di calcio: i grandi affrontano i giovani. Dopo tanti anni finalmente il terreno di gioco è stato calpestato dalle scarpe bullonate. Il promotore è stato Mirko Iacovazzi, che con lo slogan “Vivi il campo” ha aperto le danze. Doveroso, quindi, ascoltarlo, perché vuole, per il calcio, “uscire dalla plaude”.

scan 22-1-2010_12h3m31sNei tuoi trascorsi calcistici, chi tra i presidenti, tecnici, e accompagnatori ricordi con affetto…???

“Il problema quì è da dove iniziare…. È chiaro che i “miei trascorsi calcistici” iniziano sin da bambino… Tempi in cui mio padre mi portava sempre con lui su un qualsiasi campo di calcio, alla scoperta ogni domenica di un Mondo per me fantastico. Ogni trasferta poi, era da me vista come un chissà cosa, un chissà dove andare, anche se si trattava di un paese molto vicino come Sammichele, nostro “storico” rivale. “Aneddoti”, presidenti, tecnici e accompagnatori quindi, ne ricordo tanti. Bisogna sottolineare che a quel tempo (a differenza di oggi), a Turi avevamo 2 squadre: l’A.S. Centauro e l’U.S Turi. Ovviamente potete immaginare i “derby” in che modo si vivevano, ed io, anche se all’epoca da spettatore, ero lì, appassionatamente come se dovevo giocarli io, cosa che è successa a distanza di 20 anni dopo. Stesso terreno di gioco, stessa grinta, stessa atmosfera, interna e sugli spalti, ovviamente con protagonisti diversi pronti a dare l’anima pur di vincere. All’esterno invece, alcuni “vecchi protagonisti”, c’erano sempre, tra una panchina e l’altra, tra uno spogliatoio e l’altro, “atmosfera” che ancora oggi mi manca. E qui ricordo i vari protagonisti, di entrambe le società, passando da “Narducc pez e pez” a “mest Stefn Ross” da una parte (U.S. Turi), a Giovanni Lanera, a Vito Palmisano ed infine a “Minguccio” Palmisano (cialled) dall’altra (A.S. Centauro). Riferendomi invece ai presidenti che ho avuto al “mio” calcio giocato, quando io stesso ero uno dei tanti protagonisti, ricordo i vari Vito Giacovelli (proprietario di Luisa Sposa Putignano) a Lorenzo Lonuzzo (Autoricambi). Con gli stessi Presidenti, è difficile avere un “rapporto affettivo”, come invece lo si può avere con l’allenatore o i vari massaggiatori, gente che ti gira intorno ad ogni allenamento e ad ogni pre-partita. È con quest’ultimi che si riesce ad allacciare un rapporto soprattutto di amicizia, come lo instaurai con mister Vito Lenato, o Enzo Fiorentino di Noicattaro, o ancora altri mister di Bari (vedi Carella a Gioia ex giocatore del Bari, o Mister Gesuita a Rutigliano), ma qui parlo degli anni giocati fuori. Un altro con cui  ancora oggi conservo un bel rapporto di amicizia, è mister Matteo Benigno di Conversano, dove posso ufficialmente dire, che è la persona a cui ancora oggi sono più legato”.

scan 10-11-2010_11h30m19sIl giovane imparava, calcisticamente, più ieri o oggi …???

“L’argomento “giovani” è un po’ strano. Diciamo che oggi nelle varie scuole calcio vengono sin da piccoli seguiti da allenatori ben preparati, sia calcisticamente che umanamente parlando. Per noi invece, qualsiasi strada, qualsiasi pezzo di terra “vacante”, veniva immediatamente trasformato in un campo di calcio, piccolo o grande non faceva differenza. Due pietre (o alberi…) che fungevano da pali, e la partita poteva avere inizio. Questo avveniva ogni giorno, non faceva nessuna differenza, i giorni della settimana per noi erano tutti uguali (pioggia battente permettendo). Da allora è cambiato tantissimo, altri modi di pensare (anche dei genitori stessi), tante attività scolastiche che tolgono ai nostri figli il tempo necessario da dedicare ad un qualsiasi gioco per strada. È anche vero che i posti da “trasformare” in campi da gioco, si sono ormai estinti, sostituiti dal “cemento”, ma noi un qualcosa saremmo stati in grado di trovare lo stesso, a costo di giocare anche in piazza. Sono cambiati anche i modi di affrontare gli stessi allenamenti. Mi mette tristezza vedere bambini che si presentano al campo di calcetto con scarpe tacchettate e soprattutto firmate. A noi bastava avere un paio di scarpe qualsiasi, che poi erano le stesse che la mattina ci facevano compagnia tra i banchi di scuola, e se si rompevano, prima di tornare a casa, molte volte passavamo dal calzolaio e non uscivamo prima che “l’operazione riparo” fosse terminata. Oggi i bambini non sanno nemmeno cos’è la “gavetta”, e tutti pretendono solo di giocare. E questo, mi dispiace dirlo, è anche colpa degli stessi genitori, dove pensano che basta un paio di scarpe firmate per rendere il proprio figlio un “campione”. Io sono sempre più convinto che i “veri campioni” nascono per strada, accumulando esperienze che nessun allenatore ti potrà mai dare.

Ricordami il massaggiatore “Ciccio” Tria

“Ciccìììì”, come in molti lo chiamavamo negli spogliatoi, posti di cui ancora oggi sento la “saudade” (la tipica nostalgia brasiliana). Mi manca il profumo della canfora, del grasso messo sulle scarpette ad ogni partita, della sansa o dell’erbetta, al “ticchettio” dei tacchetti nello spogliatoio, agli scherzi sotto la doccia.  Mamma mia quanti ricordi in compagnia di “Ciccijl”. Se volessimo elencarli uno per uno, non basterebbe un giornale intero. Egli poi, sempre pronto a bordo campo, con la sua tuta e l’inseparabile spugnetta d’acqua (magica). Bastava una piccola caduta di un suo giocatore, e via, pronto che inzuppava la spugna e balzava in campo. Qualche rapido massaggio, un po’ d’acqua strizzata sulla parte lesa, e di colpo miracolosamente il giocatore era in piedi, tra l’ovazione del pubblico pagante. “Ciccijll” era sempre uno di noi, sempre dalla nostra parte, sempre pronto a difenderci, in ogni occasione, anche se a rischiare una squalifica sarebbe stato lui stesso, in prima persona. E qui ricordo uno dei tanti episodi in trasferta. Giocavamo a Crispiano,  campi sempre a rischio, dove ogni volta provavano a metterci nelle condizioni di perdere, tra falli di gioco indescrivibili, parolacce che ci gridavano in faccia (ma anche questo è il bello del calcio), spintoni nei sottopassaggi. Quel pomeriggio, era appena finita la partita, dove loro pareggiarono a tempo scaduto. Parapiglia generale, e l’arbitro a caccia di un nostro giocatore che aveva visto spingere e schiaffeggiare uno dei nostri avversari. Noi ovviamente cercavamo di nascondere il nostro compagno di squadra, che nel frattempo gettò la sua maglietta per terra in modo che l’arbitro non potesse vedere il suo numero sulle spalle. “Ciccijll”, vedendo tutta la scena, pensò bene di raccoglierla immediatamente e mischiarla con le altre, tutte ammassate all’ingresso dello spogliatoio. L’arbitro in realtà andava in cerca del numero 7, entrò anche nel nostro spogliatoio, ma ovviamente non riuscì più a trovare quella maglia. “Ciccijl” era anche questo.

scan 9-7-2011_12h21m39sOggi a che punto siamo….???

Bella domanda. Mi andrebbe di dire quasi a “zero”, ma solo perchè, io (come molti altri coetanei) che ho vissuto gli anni in cui il campo sportivo viveva quasi 24 ore al giorno, vedo questa differenza, di quasi abbandono totale, non certo riferito alle società sportive, dove chiaramente, non avendo a disposizione fino a poco tempo fa il terreno di gioco, non potevano fare altrimenti. A settembre era una tristezza totale vederlo nelle condizioni in cui giaceva. Vederlo oggi, mi riempie di soddisfazione, perchè vi assicuro che non è stato per niente facile ottenere il tutto. C’è voluta soprattutto tanta volontà (quella che è mancata a qualcuno negli anni passati), e alla fine dobbiamo anche ringraziare la ditta Venere, che si è prodigata più del dovuto nei lavori di restauro. A tal proposito abbiamo organizzato una partita sabato scorso con scopi benefici grazie al sostegno dell’amministrazione comunale. La manifestazione aveva come scopo quello di ricordare a tutti che il campo sportivo esiste e che si può giocare. E’ stato emozionante ritornare a giocare su quel campo.

Perché gli sponsor preferiscono la pallavolo al calcio…???

Gli sponsor sono un caso a parte. Loro giustamente vanno dove più tira, dove c’è più visibilità. Al momento purtroppo non c’è una vera e propria squadra di calcio visibile, come invece c’è nella Pallavolo. Ed è chiaro che gli sponsor stessi dirottano i propri soldi nel volley. Se un giorno anche il calcio avrà una squadra degna di ben figurare ovunque, sono sicuro che molti sponsor opterebbero anche per “lo sport più bello del mondo” (frase detta da un “certo” Diego Armando Maradona nel giorno della sua partita d’addio, tra le lacrime non solo sue, ma credo del Mondo intero).

Se il campo sportivo è sempre in convalescenza che ricetta “magica” proponi…???

Non esiste una vera ricetta magica, perchè io dico sempre che la “magia” calcistica, ognuno di noi la porta dentro, e come sempre tocca a noi stessa farla uscire. È chiaro che ci vuole volontà, la stessa volontà che noi stessi abbiamo messo per far sì che il campo tornasse a vivere. Perciò ragazzi, “VIVIAMO………. IL CAMPO” !!!!!!!

Mirko ha aperto molti argomenti degni di un convegno. È doveroso ringraziarlo per l’iniziativa “Viviamo…il Campo”. Si spera che sia la base per un rilancio imminente del calcio “grande” a Turi. Ora accontentiamoci di queste “partite”, ce ne saranno altre, con l’augurio che tutti insieme, non escluso il settore giovanile, trovino la soluzione. Il tempo a disposizione c’è, non è scaduto!!

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