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LA CHIAVE DI VOLTA : FRANCO D’ADDABBO

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La campagna politica non è ancora iniziata, ma già si susseguono pareri, si suppongono alleanze, si sfumano i colori. Abbiamo incontrato il consigliere Franco D’Addabbo, l’ex vice sindaco che si è sottoposto alle nostre domande commentando l’attuale situazione politica turese.

Franco D’Addabbo, può svelarci il suo segreto dal momento che ci risulta essere l’uomo politico più temuto, combattuto e conteso del panorama politico turese?

“Il mio impegno politico si è sempre contraddistinto per dedizione, determinazione e costante presenza sul territorio, perché penso che chi viene indicato dai cittadini come suo rappresentante, abbia il dovere  civico e morale di essere un punto di riferimento affinchè si instauri un dialogo senza soluzione di continuità, con la cittadinanza, atto a captare istanze e rivendicazioni provenienti dal territorio. Nel corso della mia esperienza di amministratore pubblico, ho sempre fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per accorciare la distanza tra amministratore ed amministrato, nella piena consapevolezza che il mandato ricevuto dal popolo altro non è che una richiesta di disponibilità incondizionata al servizio. Ed avendo caratterizzato la mia esperienza politica sulla base di questi presupposti, penso che nel tempo sia diventato un punto di riferimento per amici ed avversari politici, per cui non esiste nessun segreto da custodire gelosamente, piuttosto ritengo fisiologico che l’attenzione venga focalizzata su chi potrebbe essere un avversario politico da combattere o un prezioso alleato per poter costruire un progetto di spessore per il futuro della nostra comunità”.

Se fosse spettatore della prossima competizione elettorale, voterebbe una coalizione di centro destra o la miglior per governare il paese?

“Le voglio rispondere in tutta sincerità. L’esperienza maturata in questi anni mi ha insegnato una cosa: quando si amministra un Ente pubblico e vieni a contatto con tutta una serie di problematiche, le più disparate, che attendono risposte e soluzioni, cessa di esistere l’appartenenza politica per far posto all’uomo-ammanistratore che deve assumersi la responsabilità di scelte che a volte risultano impopolari.  Ed è proprio qui che si differenzia l’operato amministrativo di chi è chiamato a governare la città: ci sono due categorie di amministratori, quelli che temporeggiano sulle scelte per sfuggire alle loro responsabilità, e quelli disposti ad assumersi la responsabilità delle scelte. Bene. Siccome personalmente mi riconosco nella seconda categoria, le confesso candidamente che voterei una lista fatta di donne e uomini responsabili, che garantisca una grande apertura a giovani che portino una ventata di entusiasmo e di idee nuove e che garantisca competenza, esperienza ed affidabilità”.

Come mai nessun Sindaco a Turi negli ultimi vent’anni è stato riconfermato? La stessa sorte potrebbe toccare a Gigantelli?

“Quando i cittadini sono chiamati alle urne, diventano attori protagonisti capaci di autodeterminarsi e decidere autonomamente da chi essere governati. E se i sindaci in carica non vengono riconfermati è del tutto evidente che il popolo non ha condiviso il loro modo di amministrare. O, peggio ancora, non hanno più una coalizione che li sostiene e, di conseguenza, sono costretti a scomparire dalla scena ed appendere  al “chiodo” ulteriori aspirazioni. Se poi a questo aggiungi un comportamento della classe politica tutt’altro che edificante, diventa quasi naturale il voto di protesta. Proprio per questo penso che tutti noi “addetti ai lavori” dovremmo fermarci un momento per riflettere: forse è giunta l’ora di mettere al bando la politica sparlata, le prevaricazioni, i personalismi perché, così facendo, rischiamo di perdere di vista l’obiettivo che tutti noi abbiamo: il rilancio della nostra amata terra. Ritengo che la classe politica (vecchia e nuova) possa e debba esprimere un tasso di qualità ancor più alto di quello che ha fin qui espresso. Ma perché questo avvenga esiste una condizione irrinunciabile: bisogna cominciare a lavorare intorno a quello che ci unisce, perché il suono e l’armonia prodotta da un’orchestra ben diretta è di gran lunga più bello e consistente del suono prodotto dal più grande dei solisti. Per quanto riguarda l’eventuale riconferma dell’attuale Sindaco Gigantelli, penso che avanzare oggi qualunque ipotesi sia del tutto prematuro.

Perché si è detto no al confronto pubblico tra gli ultimi 4 sindaci di Turi?

“Per quanto mi risulta, il sindaco Gigantelli non ha voluto evitare il confronto pubblico, ha semplicemente detto: visto che sono ancora in carica e che sto portando a compimento il programma di governo, è quantomeno inopportuna la mia presenza al dibattito perché non sono nella possibilità, a differenza degli altri, di fornire un resoconto definitivo sull’operato della mia amministrazione”.

De Grisantis scende in piazza. Come valuterebbe la sua esperienza da sindaco?

“Credo che onniscienza e tuttologia, per loro natura, non siano commentabili”.

Quali riflessioni farebbe sullo scenario politico a 360° di Turi?

“Chiunque osservi lo scenario politico della nostra città, non può non soffermarsi su una considerazione: ma tanta frammentazione, un continuo pullulare di nuove e seminuove associazioni politiche a cosa potranno portare? Personalmente ritengo che la diversificazione delle offerte sia un valore perché portatrice di nuove idee, di nuovi modi di intendere la politica, perciò benvenuti nell’agone! Il dibattito, lo scontro e l’incontro dialettico sono atti fondanti della politica e della democrazia. Tutte le forze in campo hanno l’obbligo di confrontarsi intorno  a progetti e programmi che potrebbero caratterizzare il loro percorso politico. Attenzione, però, ai sintomi di prevaricazione (fuori tutti quelli che hanno già ricoperto incarichi politici), di saccenza (sappiamo tutto della pubblica amministrazione), di presunzione (non abbiamo bisogno di nessuno), perché rischiamo di cadere nel “nuovismo”, forma degenerativa della novità, “malattia” dalla quale è difficile guarire.  Per quanto ci riguarda, ritengo auspicabile un confronto che, oltre alle forze politiche, veda il coinvolgimento di quelle persone che hanno tenuto alto il dibattito in consiglio comunale, dimostrando il loro spessore politico-amministrativo. L’intento deve essere quello di mettere insieme quanta più qualità possibile, in modo che il progetto politico da proporre possa essere “interpretato” da soggetti (vecchi o nuovi che siano) in grado di reggere il ruolo. Non so se ci riusciremo, ma se ci spenderemo in questa direzione potremo comunque dire di aver fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per offrire a Turi un’opportunità di crescita”.

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