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“DI CANCRO AL SENO NON SI PUÒ E NON SI DEVE MORIRE!”

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È ripartita, dall’inizio di questo mese, la Campagna Nastro Rosa per il 2011, organizzata dalla LILT e ormai giunta alla XVIII edizione.

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Quest’anno, testimonial della Campagna di sensibilizzazione alla prevenzione  e alla diagnosi precoce, armi efficaci nella lotta contro il tumore al seno, è l’atleta Federica Pellegrini. Per tutto il mese di ottobre la Sede Centrale e le sezioni provinciali e locali della LILT offrono visite senologiche gratuite nei loro ambulatori, organizzando conferenze e dibattiti, distribuendo materiale informativo e illustrativo e mettendo in atto molteplici iniziative volte a responsabilizzare sempre più le donne su questa problematica.

 

Il carcinoma alla mammella è una patologia che, pur avendo negli ultimi trent’anni visto più che raddoppiato il numero delle guarigioni (si è passati dal 35% del 1980 all’85% del 2010), causa ancora 41 mila nuovi casi all’anno. Per avere maggiori chiarimenti, abbiamo intervistato lo stesso Presidente Nazionale LILT, dott. Francesco Schittulli.

Il carcinoma al seno è ancora il più diffuso tra le donne?

“Sì, il cancro alla mammella riveste ancora il primato tra le donne. Si riconferma ancora il killer numero 1. Ogni anno tende ad aumentare la percentuale delle donne colpite, ma allo stesso tempo diminuiscono le mortalità, grazie non solo alla ricerca, ma soprattutto grazie alla prevenzione e alla diagnostica più precisa, puntuale e sofisticata che ci consente di scoprire lesioni tumorali, anche di pochi millimetri. Queste non hanno un grado di aggressività alto, ma piuttosto basso, e il processo di metastatizzazzione è pressoché nullo e questo ci dà conforto perché arriviamo ad un grado di guarigione molto alto. Oggi siamo attestati complessivamente, per tutti i tipi di cancro alla mammella, attorno all’80 %, però se si facesse maggiore prevenzione e una migliore diagnosi precoce, questo numero salirebbe al 90%.

Di cancro al seno non si può e non si deve morire!”

Gli studi sul caso possono definire i fattori di maggiore rischio del carcinoma al seno?

“I fattori di maggiore rischio, sono a parte l’ereditarietà, verso la quale non si può intervenire, anche elementi legati allo stile di vita. Comportamenti preventivi sono appunto una predilezione verso la dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura e una regolare attività fisica. Incidono sull’insorgenza di carcinoma alla mammella, anche le gravidanze in età tardiva, il mancato allattamento, un menarca in età molto giovanile o la menopausa in età avanzata, oltre al fumo. In questo caso sono vittime non solo le donne fumatrici, accanite o saltuarie, ma anche chi subisce il fumo passivo. Importante è quindi effettuare una giusta precauzione”.

Dal punto di vista della prevenzione, si riscontrano differenze tra nord e sud?

“Sicuramente le donne del nord effettuano maggiore prevenzione, ma questo è anche associato al numero di servizi, più vicini e con una migliore organizzazione. Inoltre sono aumentate le campagne di screening che, piuttosto, nel mezzogiorno stentano a partire. Pertanto la LILT svolge un ruolo strategico in questo settore”.

Qual è la situazione della Puglia e soprattutto del barese?

“Purtroppo Bari e provincia registrano un elevato numero di donne colpite da carcinoma alla mammella, ma per fortuna la mortalità derivatane è diminuita. Non dimentichiamo che sul nostro territorio abbiamo medici, specialisti e tecnici molto preparati e che possono affrontare con grande serietà e seguire i casi in questione. La donna si deve sentire confortata da tutto il presidio degli operatori sanitari ai quali affidare la loro salute e il loro benessere”.

Ringraziando il Presidente Nazionale LILT, il Prof. Francesco Schittulli, ricordiamo che chiunque volesse chiedere di effettuare i controlli preventivi, può farlo anche attraverso la Lega Italiana alla Lotta ai Tumori che per tutto il mese di ottobre invita tutte le donne a fare prevenzione attraverso la Campagna Nastro Rosa”.

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