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Cultura

PREMIATO IL LAVORO DEI RAGAZZI

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Venerdì scorso, in piazza Gonnelli, si è svolto il concerto a conclusione della Prima Classe di Master di Canto Lirico “Master del bel canto” a cura dell’associazione ‘Chi è di scena!?’, con il patrocinio della Regione Puglia (Assessorato al Mediterraneo), della Provincia di Bari (Assessorato alla Cultura), del Comune di Turi e l’aiuto logistico della Nuova Pro loco.

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La serata è stata introdotta da Elettra Colapietro.

 

I ragazzi sono stati accompagnati, alcuni per la prima volta, dall’orchestra ‘Le Armonie’ diretta dal carismatico direttore d’orchestra donna Dominga Damato.

Abbiamo ascoltato le arie che gli studenti hanno approfondito durante i giorni del master con il supporto didattico del maestro Roberto De Candia.

Tra queste, dopo il ‘Preludio’ di Traviata di Verdi, strumentistico: ‘Una voce poco fa’ dal ‘Barbiere di Siviglia’ di Rossini, ‘Sempre libera’ dalla ‘Traviata’ di Verdi, ‘Lungi da lei/Dei miei bollenti spiriti’ sempre tratta dalla ‘Traviata’.

Il maestro ha eseguito un’applauditissima ‘Cavatina di Figaro’ dal ‘Barbiere di Sivigllia’ di Rossini ed ha ringraziato tutte le autorità presenti ma soprattutto la volontà di Ferdinando Redavid che ha voluto un incontro tra persone che credono nel futuro della propria passione, nonostante la crisi nazionale.

I ragazzi sotto la guida degli insegnanti Renzo Salvatori (che dismesse le vesti di cantante ha suonato il piano durante il concerto) e Antonietta Cozzoli, hanno dimostrato di aver lavorato sodo. Il Master, svoltosi presso l’Accademia ‘Chi è di scena!?’, può diventare un punto di riferimento importante per la crescita del nostro paese.

Il baritono Roberto De Candia ha calcato i più famosi palcoscenici del mondo tra i quali quello del Teatro alla Scala, del Covent Garden, del Metropolitan Opera, dell’Opera Company di Philadelphia, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, per citarne solo alcuni.

Raffinato interprete rossiniano, Roberto De Candia è regolarmente ospite del Rossini Opera Festival di Pesaro.

 


Il valore turistico e culturale della musica

 

Master3Che livello ha trovato?

“Faccio dei master da anni in centro-nord d’Italia. Di tutte le esperienze vissute, il livello è uno dei migliori. Al pari di questo ho trovato la stessa preparazione solo a Treviso dove, peraltro, tutti i ragazzi si già erano laureati ad una prestigiosa università americana.

Ho notato una grande preparazione vocale e musicale e tanta, tanta voglia di apprendere.

Io personalmente propongo una didattica di un certo tipo dove sia importante richiamare l’attenzione. Intervengo sull’interpretazione: cerco di dare un senso alle arie così come sono state scritte dall’autore sullo spartito. Io nasco come strumentista, do, quindi, molto spazio all’esecuzione che deve essere la più pulita possibile. Non c’è verità nel metodo; ognuno trasmette la propria esperienza che è quella del bel canto che significa anche raccontare una bella storia”.

Ha intenzione di proseguire la sua collaborazione con l’associazione ‘Chi è di scena!?’?

“Si, mi piacerebbe proseguirla.

Credo in queste istituzioni.

A Molfetta, mia città natale, un’istituzione musicale di questo genere ha creato veri e propri sbocchi professionali.

In giro per concerti, trovo strumentisti e cantanti nati in quella struttura.

Il seme gettato germoglia. Questi master sono, poi, un punto di partenza che può portare turismo e crescita.

Esempio di ciò, è il Festival della Valle d’Itria a Martina Franca. La cultura diversamente da quello che pensano i nostri politici può far mangiare. In Italia c’è una grande distruzione culturale, rispetto al resto del mondo. Ci sono paesi coma la Spagna che, se pur in difficoltà,  non hanno rinunciato alla cultura come è successo per il Festival di Menorca”.

Ha qualche consiglio da dare a questi giovani musicisti?

“Di armarsi di coraggio. É un momento difficile, di crisi, che avverto nel mio settore già da cinque anni. Andiamo avanti per passione e se la nostra non fosse stata pazzia per la musica, probabilmente avremmo chiuso.

La gente si disabitua alla cultura e diventa più avida; si accontenta di guardare la tv quando andare a teatro crea un confronto sano, nuovi stimoli, crescita. Il confronto è fondamentale, è amore per la musica, anche se significa scontro è necessario perché bisogna accettare anche  l’opinione altrui. Senza l’investimento nella cultura c’è più aggressività; nel quotidiano la gente si è imbarbarita. A Roma ci si ammazza per un parcheggio. Senza la promozione della cultura ci spingono a pensare un po’ meno. Ci vuole più supporto da parte dei comuni anche perché finanziare queste iniziative significa portare sempre più gente di fuori e riempire le strutture ricetti zie, far girare l’economia. Ferdinando, che ringrazio, ha proprio una grande pazienza”.

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