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CIMITERO: LA DENUNCIA DI UN NOSTRO LETTORE

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Riceviamo e Pubblichiamo.


La domenica mattina la dedico a mio padre. La visita al cimitero è anche un’occasione per raccontargli quel che accade. In noi, nel nostro paese, nella nostra Italia.
Io so che mio padre non è in quella tomba, è una mia convinzione, ma rispetto il volere di mia madre che ha voluto circondarlo di oggetti suoi personali.

 

 

Sul marmo che circonda la lapide, ci sono nell’ordine: un’icona di Padre Pio, la statuetta della Madonna, I Santi Medici, un’altra icona. E un biglietto, un invito.

 

 

Oggetti che appartenevano a mio padre da sempre, erano sul suo comodino. I Santi Medici erano per mio padre speciali. Mia nonna lo aveva affidato a loro sin da quando aveva pochi mesi, e mio padre per ringraziarli di essere guarito, ogni anno andava ad Alberobello ad onorarli. Il biglietto è l’invito di Maria, la mia nipotina, per la sua Comunione. Mio padre non ha fatto in tempo a vederla, ma Maria ha pensato bene di portargli comunque il suo invito, convinta che il nonno, alla sua comunione, ci sarebbe stato.
E forse c’è stato davvero, mio padre non sarebbe mai mancato ad un invito dei suoi adorati nipotini.

 

Ieri mattina, sul marmo, gli oggetti non c’erano più. Spariti, anche il biglietto di Maria.

Da altre tombe, facendo un breve giro nel Cappellone di Sant’Oronzo, ho visto che c’erano fiori di plastica senza portafiori, crocifissi lasciati in tombe vuote.

Che paese siamo, se non riusciamo a garantire rispetto e decoro neanche a coloro che ci hanno preceduti e non ci sono più?

I viali del cimitero sono invasi da una vegetazione impazzita che sta provando a soffocare tutto, c’è un abbandono che colpisce, stride, grida indignazione. Sentivo parlare chi è tornato dall’estero: il primo pensiero sono i cari defunti, e non è solo un dovere.

E il cimitero, persino le Cappelle affidate ?! alle Confraternite ,sono in uno stato pietoso.

Ho provato a dir loro che in fondo ai vivi importa ben poco di chi è laggiù, tranne quando si deve incassar denaro. Anche e soprattutto in nero.

Dignità, rispetto, ordine… parole desuete. Denunciare il furto di oggetti di poco valore economico farebbe ridere, ma io penso a mio padre, che non ha più i suoi ricordi. Noi sappiamo che ci sono, anche se non fisicamente. E hanno un valore inestimabile.

Chi non ha rispetto per il suo passato non ha futuro.

Grazie.

Alina Laruccia

 

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