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L’ACININO TRA ODIO E AMORE

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La stagione estiva se per alcuni è pretesto al relax, all’ozio ed al riposo più puro, per altri è un’eccezionale occasione di lavoro. All’interno della nostra comunità cittadina si traduce in lavori agricoli, come ad esempio l’acinellatura, che proprio da qualche giorno ha aperto i suoi battenti. Essa coinvolge sempre più i giovani tra i 16 e i 26 anni; oltre che persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni. In questa tipologia lavorativa non c’è differenza tra uomo e donna, giovane o adulto, si è solo accumunati da un paio di regole semplici e di facile apprendimento: osservare il grappolo dell’uva senza “pulirsi” le mani ed eliminare l’acino piccolo o guasto, possibilmente senza rompere il grappolo, come ci riferisce un viticoltore .

Ma cos’è esattamente l’acinino?  È il  fenomeno per cui, alcuni acini di un grappolo d’uva restano piccoli mentre gli altri si accrescono regolarmente. Si è soliti distinguere tra  due diverse tipologie di acinellatura: l’acinellatura verde e l’acinellatura dolce. Si ha un’acinellatura verde quando gli acini, in genere senza semi, restano verdi fino alla vendemmia e un’acinellatura dolce quando maturano regolarmente e possono diventare anche più dolci del normale. I fenomeni di acinellatura verde, più frequenti in annate fredde e piovose ed in terreni calcarei, possono essere provocati dalla carenza di manganese. Anche carenze di zinco, che si verificano in terreni alcalini e umidi, poveri in sostanza organica, possono tuttavia provocare fenomeni di acinellatura verde con acini spargoli. “Il motto di noi ‘acinellatori’ – ci racconta uno studente-lavoratore – è ‘U piccinunn piccinunn e camin!!!’”.

“Tra  gli aspetti negativi di questo lavoro, – continua il ragazzo – oltre alla posizione perenne che si assume, va ricordata la sveglia mattutina che suona puntualmente alle ore 4.30 circa, non permettendoci così di fare le ore piccole la sera precedente. Indubbiamente questo sacrificio è ricompensato dal denaro che ci viene elargito dal proprietario terriero. Denaro, che ci permette di realizzare piccoli desideri ea perché no, anche una breve ma intensa vacanza.”

L’acinellatura, ma in genere il lavoro agricolo, è un’ottima opportunità di guadagno nel periodo estivo. Molti, infatti, i giovani turesi che ogni anno approfittano di questo lavoro, tanto scongiurato dai produttori viticoli, al fine di poter racimolare qualche euro, conoscere situazioni sempre nuove ed originali e poter combinare il binomio lavoro-divertimento. Ma come la pensano in merito i produttori viticoli?

“L’acinino è una vera e propria seccatura – afferma uno di loro. Una spesa, che va ad aggiungersi alle innumerevoli altre, che spesso non riusciamo a recuperare a causa degli ormai bassi guadagni, ammesso che ce ne siano!!”.

L’uva da tavola, infatti, è caratterizzata da elevati costi di coltivazione che annualmente il viticoltore deve effettuare al fine di poter ottenere uve con caratteristiche idonee al mercato. Spesso, tali costi, non vengono recuperati, facendo concretizzare sempre più il rischio, come già avvenuto in molti casi, dell’abbandono definitivo della coltura e del fallimento di numerose aziende agricole. In un Paese dove spesso si parla di occupazione, immigrazione e integrazione, il settore viticolo ha svolto e continua a svolgere, nonostante i guadagni sempre più scarsi, un ruolo sociale fondamentale nelle grandi crisi occupazionali.

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