TURI: CITTA’ PER LA PACE. LETTERA
Riceviamo e Pubblichiamo
Questo il Vostro slogan, che accoglie gli immigrati alle porte del Paese, e li “illude” di buone intenzioni.
Sono un avvocato del foro di Bari, dove vivo da sempre, dove svolgo la mia professione volta a definire controversie e discussioni, a far riconoscere diritti e a far condannare soprusi.
La mattinata è spesa in Tribunale a discutere cause, il pomeriggio in studio, a ricevere gente irritata.
La sera…da sempre… il desiderio di chiudere la porta dello studio e terminare la giornata cercando di non pensare più ai problemi altrui, e, se possibile, neanche a quelli che assillano te…alla ricerca di un angolo di pace, respirando aria pulita.
Anche per questo la mia scelta è stata Turi, un paese formato da gente semplice, un paese tranquillo e silenzioso, che ti catapulta in una nuova realtà fatta di alberi di ciliegio, fittamente puntellati di rosso, e di terre profumate di pioggia.
Peccato che l’apparenza all’inizio inganna, e che forse poi, la realtà è marcia un pò ovunque, proprio come tante ciliegie….
Riesco, infatti, ad acquistare finalmente la mia casa -in via Cesare Marinelli – con 8 mesi di ritardo rispetto ai termini previsti…ma che importa…non ho fretta.
Riesco a metterci dentro appena un piede ed a iniziare ad affezionarmi a lei…inizio a passeggiarci dentro, così come per il corso ed il giardino del paese, fantasticando sulla gente che conoscerò, sul fruttivendolo che saluto ed a cui auguro una buona giornata… sul macellaio che mi fa assaggiare e mi raccomanda la sua carne…sulle signore vestite a festa la domenica mattina, che mi suscitano simpatia.
Un bel giorno torno a casa…tutt’intorno al mio stabile dei paletti in ferro impiantati obrobriosamente nel cemento appena steso, delle catene che legano i paletti l’uno all’altro, che barricano e rinchiudono tutto il perimetro dello stabile, e dei cartelli esposti che citano “proprietà privata, vietato l’accesso ai non autorizzati”.
In breve, ecco cosa scopro all’esito di una interrogazione fatta agli agenti di Polizia Municipale, gli unici a saperci riferire qualcosa di concreto.
I condòmini del palazzo che fronteggia il mio stabile hanno deciso di “farsi giustizia da sè” – il che è già altamente riprovevole.
Per cause legate probabilmente ad un regolamento di confini con l’impresa costruttrice si è pensato bene di recintare la zona, impedendone il libero accesso ai nuovi residenti, creando intralcio, disagi ed imbarazzi, creando sconforto ed amarezza in me…che da oltre due mesi vivo con la consapevolezza che anche a Turi – “città per la pace”- si arriva a litigare per un pezzo di cemento nero e malodorante, si litiga per la conquista di un trancio di strada spoglia, piuttosto che investire più argutamente nella rivalutazione che la zona ha acquisito con le nuove costruzioni, piuttosto che guardare oltre, guardare a quello che ne sarebbe derivato in termini di rinnovamento con l’apertura di nuovi locali commerciali , ad esempio, e con lo sviluppo di una zona sopita da tempo.
Questa la condizione esistente da più di due mesi- nonostante un provvedimento di rimozione di quello scempio, non ancora ottemperato-; questo il deturpamento dello stato dei luoghi – pagati a caro prezzo -; questa la delusione generale e mia in particolare, di ricominciare punto ed a capo, proprio come sul luogo di lavoro… perchè un pò di “pace” purtroppo non esiste nemmeno a Turi e perchè la stupidità umana non conosce limiti nè confini.
Questa è la denuncia di una Vostra nuova compaesana, che, ad onor del vero, si sente a tutt’oggi figlia unica di una caotica ed egoista città…