Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Cultura

L’ORGOGLIO DI ESSERE MERIDIONALI

terronia_2

Un’inaugurazione letteraria migliore non poteva esserci per la libreria Eleutera e il Presidio del Libo di Turi che ha aperto, nella serata di ieri, la nuova sede in via G.Leopardi.

Maria Rosa Cutrufelli e Lino Patruno hanno fornito la giusta dose di passionalità alla cultura e alla memoria storica italiana, o meglio Meridionale, sostenuti ed incitati dalla neonata Associazione Culturale ‘Terronia’.

terronia_3

Due scrittori e due testi che in toto si sommano e completano il vasto e complesso obiettivo di due ragazzi turesi, Tony Capurso e Angela Teresa Girolamo, mossi dalla forza di sottolineare l’orgoglio di essere Terroni.

Ad aprire la serata, la padrona di casa Alina Laruccia, che ha salutato i suoi ospiti e i ragazzi di ‘Terronia’ e ringraziato i tanti partecipanti, dando omaggio agli amici di Putignano, Conversano e Rutigliano intervenuti. Un ringraziamento particolare è andato all’UTE, all’Associazione Bersaglieri e al Centro Studi di Turi.

 

Presto, la parola è passata a Tony Capurso e Angela Teresa Girolamo che, come “brigante e brigantessa” hanno impugnato la scure della conoscenza storica per abbattere quelle cattive e distorte informazioni che dai mass media, dai libri di scuola, dalle tradizioni popolari descrivono e inquadrano i Meridionali e il Meridione. “pronti ad una rivoluzione, siamo qui per riprenderci la dignità. Per onorare un debito. Per riscoprire un’identità perduta. Siamo qui per ridare vigore ad una vite spezzata, recisa, arsa e lasciata spirare. Qui per testimoniare un risveglio. Siamo qui per parlare della nostra vita, per immaginare insieme un futuro, per raccogliere un’eredità e traghettarla nel presente”. Supportati dal “Fuoco del Sud” che in prima persona anima e arde nelle parole del giornalista-scrittore Lino Patruno e nel personaggio rivoluzionario e combattivo de “La briganta” di Maria Rosa Cutrufelli. Sentimenti di ribellione per un riscatto sociale, meritato ma impedito, che muove le coscienze di questi autori e degli stessi “Terroni”, che, presa coscienza di chi sono e da cosa sono partiti, lottano, con i fatti e i documenti per rompere quegli schemi culturali che hanno portato il Sud Italia ad essere terra di ‘secondi’.

terronia_1

Dopo l’Unità d’Italia, il meridione ha conosciuto povertà, emarginazione dal progresso e abbandono. “Prendiamo coscienza di chi siamo, – ha incitato Patruno – cosa abbiamo fatto e come ci hanno cambiati le politiche e le scelte susseguitesi dal 1861 ad oggi. In questi 150 anni ci hanno definito ‘Meridionali’, in senso negativo; ci hanno attribuito colpe che non abbiamo e siamo persino arrivati, noi stessi, a vergognarci di essere Meridionali.” Solo la conoscenza dei fatti, delle verità storiche, potrà elevare questo sentimento e rivalutarci non solo agli occhi dei settentrionalisti, ma soprattutto a noi stessi.

 

Cosa siamo stati, cosa abbiamo fatto, quale eredità abbiamo lasciato, prima dell’annessione, all’Italia? È stato raccontato attraverso un video, realizzato a cura dell’associazione “Terronia” che ha voluto “che insieme alle tenebre venga dato spazio alla luce che nel meridione c’è !”. Un susseguirsi di immagini: Antonio Genovesi, salernitano, prima cattedra di Economia in Europa e quindi nel mondo; Pietrarsa (NA), con la più grande industria metalmeccanica d’Italia; l’industria per la lavorazione del lino e della canapa in cui trovavano impiego ben 100.000 tessitrici e 60.000 telai; le più importanti saline d’Europa situate in Puglia ed in Sicilia, i cantieri navali di Castellammare e tanto altro.

 

Da questo, si scatena il sentimento di rabbia, di ribellione, da “briganti” dei protagonisti della serata letteraria del Presidio del Libro, pronti a rompere e divulgare la rottura del sentimento di sudditanza forzata dalle politiche filo-settentrionali del’immagine negativa e mafiosa che si continua a dare del sud

L’excursus storico prodotto dai presenti ha messo in luce una serie di “non è vero” che i libri di storia scritti e stampati al nord hanno voluto farci credere perché “nel sud non si deve più produrre”. Al sud solo agricoltori portatori di voti per le classi dirigenti.

Di qui la provocazione e l’invito a sostenere l’Unità d’Italia, ma riscattando il sud, alimentando quel fuoco di passione che si è affievolito, tanto sofferto quanto ignorato, ma che deve tornare ad ardere con orgoglio che combattendo l’individualismo e la diffidenza, riconosce nei prodotti e nelle forze lavorative di questa terra martoriata, il mezzo per un’economia industrializzata agricola, culturale e turistica che renda il sud autonomo e italiano a 360°.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *