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“SETTIMANA CORTA SÌ, MA CON SERVIZIO MENSA”

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(foto di repertorio)

Visibilmente infastidito dall’atmosfera che da qualche mese si respira in ambito scolastico abbiamo accolto la protesta del signor Di Lauro, che, circa due settimane fa, ha invito una lettera di protesta all’Ufficio Scolastico Provinciale, al SIAN, al SIPS, al Dipartimento di Salute Mentale, al Dirigente scolastico e al Comune di Turi.

“Purtroppo – lamenta il genitore – chi dovrebbe fare le veci dei genitori, non le fa” causando conseguenze che potevano essere evitate. Inizia così a parlare il signor Di Lauro, puntando l’accento sul comportamento di poca attenzione rivolta ai genitori che, da un giorno all’altro, si sono ritrovati con una proposta di cui non erano stati posti al corrente. “Fossi stato io, avrei mandato a casa, prima di aver fatto una votazione, una lettera ai genitori e il giorno dopo avrei raccolto le risposte. Poi, in sede di consiglio, avrei portato la voce dei genitori, della maggioranza”.

Continua il genitore a porre l’accento su una scarsa chiarezza nelle deliberazioni scolastiche perché, sostiene: “Cosa è lo spuntino veloce? Un panino preparato la mattina e conservato nello zainetto?”. Ancora punti oscuri nella vicenda che da qualche settimana è posta al centro dell’attenzione scolastica e che assume toni anche forti al momento dell’ingresso dei bambini.

“Con il dirigente Tardi si facevano 8:15 – 13:20, un orario che il nuovo dirigente Vernì reputò, al momento dell’insediamento, stressante per i bambini. Propose quindi 8:30 – 13:00.

Per l’anno prossimo – continua Di Lauro – invece suggerisce mezz’ora in più di Tardi, quindi con 8:05 – 13:30, con l’opzione di un rientro alle 15:30 – 18:30 o un proseguimento dalle 13:30 alle 16:30. In questo orario, – e qui rincara la dose – dove è prevista la pausa per mangiare? Le 30 ore curricolari non riguardano il periodo di consumazione. ”

Un altro problema evidenziato dallo stesso Di Lauro verte sulla mancata presenza di strutture (mense o refettori) adeguati al servizio e personale in grado di gestire tutti gli alunni interessati alla mensa. “Ho mandato la lettera al servizio igiene degli alimenti, al servizio sull’igiene delle strutture sanitarie comunitarie, che a Turi è rappresentato da Mazzamurro, al servizio che si occupa dei disturbi del comportamento alimentari, a Gigantelli e all’Ass. Cazzetta. Ad oggi non sappiamo neppure cosa accade negli asili perché è compito dei Comuni controllare i refettori che, come norma prevede, devono contenere lavelli, lavamani, celle frigorifero per contenere gli alimenti”. Aggiunge inoltre una pecca anche nel sito dello stesso Comune che “manca di un regolamento per le mense pubbliche.

Documenti SIAN alla mano, legge che “alla mensa scolastica spetta il compito di offrire ai bambini cibi di elevata composizione organolettica, fonte di educazione e di fruizione di un modello alimentare equilibrato, con alternanza di cibi, tutela delle abitudini alimentari e rispetto delle modalità di preparazione e conservazione degli alimenti. Elementi legati all’identificazione dell’ora del pasto come momento di relax, pausa nell’arco della giornata, in un ambiente confortevole e igienicamente protetto”.

“La scuola attualmente non può garantire questi servizi”, sentenzia il genitore che propone un refettorio in palestra e sostenendo che “noi genitori non siamo contro la settimana corta, bensì alla settimana corta con un servizio mensa che rispetti la norma vigente e, se il comune non ha soldi per pagare la sua parte del buono, lo pagheremo noi genitori. Senza alcuna costrizione per chi, piuttosto, voglia riprendere il proprio figlio e riportarlo alle 15:30”. “Il panino non è sostitutivo al pasto!”.

Dinanzi a queste richieste da parte dei genitori, conclude lo stesso l’Amministrazione comunale cosa sta facendo? Perché non risponde? Perché dobbiamo arrivare alle proteste?

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