LOZITO: “SIAMO PRONTI AD INIZIATIVE CLAMOROSE”
Le immagini parlano da sole, ma non raccontano il nostro stupore nell’osservare le condizioni in cui versa la nostra Caserma dei Carabinieri.
Fulcro e simbolo della giustizia cittadina, la Caserma, da diversi anni, richiede un’opera di ristrutturazione necessaria ed immediata a causa di un preoccupante aumento di umidità percepibile anche permanendo per qualche minuto nelle stanze più interessate al problema. La situazione di disagio che da tempo i nostri militari subiscono e la difficile condizione di regolare svolgimento delle attività sono insostenibili e preludio, come lo stesso Maresciallo Lozito ci anticipa, di azioni clamorose.
È con il suo supporto che infatti abbiamo voluto ripercorrere le tappe di questa lunga controversia che interessa la Stazione dei Carabinieri di Turi. “È dal ’99 che sono qui e da allora si parlava di una ristrutturazione della Caserma – introduce il Maresciallo – ma ancora non si vede nulla. I lavori stentano a partire, le proposte e le nostre richieste continuano ad essere negate e non si ricevono risposte. Ora noi, ed io in prima persona, siamo contrariati e stanchi di questo comportamento”.
Ormai è memoria comune la proposta di affidare ai Carabinieri i locali di San Giovanni ma, dopo diversi sopralluoghi, la Regione pose un veto al Comune poiché il Chiostro doveva essere dedicato all’edilizia popolare per la quale il comune era stato sovvenzionato. Ulteriore proposta giunse dall’architetto Kastorinis che suggerì, addossandosi tutti i costi di sistemazione, un garage molto grande ma la sua proposta di affitto, che “non ritenevo essere elevata”, fu giudicata eccessiva dalla perizia e la Prefettura diede parere negativo. “Si continua a stare con l’umidità sotto i piedi, la responsabilità del posto di lavoro è mia e anche se ho affisso l’indicazione di locali inagibili, sono e siamo costretti ad operare in questi spazi. I colleghi lavorano in uno sgabuzzino ed altri in archivio. Così non possiamo andare avanti!” – tuona il Maresciallo Lozito.
Attese e ancora attese quelle riferite al nostro Maresciallo che, dopo 11 anni di pazienza mostra inevitabilmente contrarietà nei confronti di un comportamento di totale indifferenza. “Questa lettera – continua – l’ho consegnata al Sindaco l’11 aprile, ma no ho ancora avuto risposta”. Pertanto anticipa “io, dopo 35 anni di servizio e altri 5 di arruolo, mi sono scocciato!”
“Aggiungo, continua Lozito, che noi non possiamo chiedere l’intervento della ASL per dimostrare lo stato della Caserma perchè ci sono locali ai quali possono accedere solo i medici militari. Ho inoltrato delle lettere ai miei superiori circa 2 anni fa (11 novembre 2009), prospettando una carente situazione igienico – sanitaria della Caserma ed invitandoli ad operare in forma urgente. Sottolineai la presenza di una grande depressione nel cortile della stessa Caserma, che crea non pochi timori. Ma dal 2009, non ho ricevuto risposta, tanto che il 28 febbraio 2011, ho riscritto un’altra lettera di sollecito agli organi preposti e dopo 2 mesi, ancora silenzi”.
Determinato il Maresciallo a puntare i piedi verso un diritto di essere ascoltato e non preso più in giro da chi continua a rimandare e imporre veti di fronte a necessità evidenti. “Sono anche pronto ad andare direttamente a Roma al Ministero degli Interni per far smuovere le acque, perché non ci possiamo ammalare per colpa della caserma. Si trovano soldi per facezie inutili e sulle quali si può sorvolare, ma per la nostra caserma non si può intervenire perché non ci sono soldi. Politici ed organi istituzionali hanno raccontato solo chiacchiere che si sommano ad altre, ora siamo stanchi di aspettare”.
Si conclude così la lunga chiacchierata in Caserma con il Maresciallo Lozito, consapevoli di aver registrato solo l’inizio di una forte azione di protesta dei nostri Carabinieri se non otterranno risposte rapide sul problema.