BASTA POCO PER USCIRE DALLA PALUDE
28 Aprile 2011 la Giunta ha approvato il progetto riguardante il Campo Sportivo Comunale per una spesa di circa 20 mila euro. Saranno sistemate le panchine, la recinzione e il terreno di gioco. Finalmente una buona notizia per gli sportivi turesi!
Rivedremo le squadre “giovanissimi” e “allievi”? Ritornerà una squadra dilettantistica?
La sindrome dell’ultimo anno di amministrazione ha colpito ancora!!
Ora i fatti passano agli addetti ai lavori: si può iniziare a programmare, ad organizzarsi. Non è concepibile che già si parli di liste, aggregazioni, candidati sindaci, “cani sciolti”, ecc..ecc.. ad un anno dalle amministrative e non si accenni minimamente a creare una società di calcio che parta dalla… ma purchè parta!!?
Sino al 1992 le varie amministrazioni, per lo sport, hanno creato delle strutture, il campo da terra battuta in erbetta, organizzato eventi locali e patrocinato l’unico nazionale. Movimento c’è stato. E dopo, cosa è successo? In questa rubrica è la volta di ascoltare l’avv. Gianfranco D’Autilia, assessore ai lavori pubblici con Onofrio Resta Sindaco e promotore della Consulta dello Sport.
Avvocato, all’esordio in politica, nominato Assessore ai lavori pubblici con compartecipazione allo sport, cosa ricorda di quella prima esperienza?
“Naturalmente molti lustri sono passati dal lontano 1989. Ricordo però, salvo errori, che in quel periodo furono realizzati i campi tutt’ora esistenti al Campo Sportivo Comunale e mi riferisco ai campi da tennis e pallacanestro.
Ricordo inoltre che nell’intento di dotare il nostro comune di spazi anche sportivi, sistemammo Piazza Cisternino, eliminando la fontana centrale, nella consapevolezza che anche quello poteva essere un punto dove i nostri giovani avrebbero potuto esercitare attività ludiche-sportive; in effetti in quegli anni, soprattutto nel periodo estivo, in quella piazzetta ci furono manifestazioni di minibasket e di pallavolo”.
Lei voleva, in tutti i modi, avviare la pallacanestro a Turi, perché il progetto è durato un solo anno?
“Feci acquistare, con l’appoggio dell’allora segretario comunale, dall’amministrazione due canestri professionali per la pallacanestro ed erano mobili, cioè trasferibili da una piazza all’altra per poi creare al campo sportivo un campo idoneo per disputare allenamenti e gare di campionato. Purtroppo pochissimi giovani si avvicinarono a questo mio progetto; preferivano il calcio e la pallavolo”.
Oltre alla pallacanestro, lei, ha costituito la “Consulta dello Sport”, ci credeva molto ma…
“Ricordo che l’amministrazione presieduta dal Sindaco Onofrio Resta volle istituire la Consulta comunale dello Sport che aveva l’intento di mettere insieme tutte le Società e Associazioni Sportive al fine di promuovere in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale iniziative comuni all’ambito sportivo, necessarie ad un piccolo paese come Turi.
Tale iniziativa, purtroppo, al pari di molte altre non ha avuto vita lunga in virtù delle logiche che ci attanagliano. Molto spesso pensiamo al piccolo orticello non pensando che insieme si può fare di più e meglio.
Io non posso rispondere degli altri, devo però dire che il nostro individualismo è presente in tutti i campi da quello politico a quello sociale e purtroppo anche in quello sportivo. È difficile costruire una progettualità che vada al di là dei singoli e delle logiche di piccolo periodo. Ritornando allo sport, vedo con rammarico che gli Oronzo Pugliese, i Vincenzo Di Pinto insieme a Vito Zita, Stefano Orlandi, i Iacovazzi e tanti altri, come tu che mi stai intervistando, a Turi hanno vissuto solo una piccola stagione o sono stati costretti ad emigrare altrove dove gli sono stati riconosciute le qualità e meriti”.
Cosa si rimprovera di non aver fatto per lo sviluppo dello Sport a Turi?
“Il mio rammarico dopo vari anni di esperienza nel sociale è quello di non essere stato in grado di dare l’opportuna spinta per superare le impervie logiche individualiste laddove la mia associazione deve vivere a prescindere dalle altre, io non devo camminare politicamente insieme a te ma contro di te e purtroppo……….il mio sport deve essere migliore del tuo”.
L’avv. D’Antilia è stato molto severo a riguardo delle associazioni, ma come dargli torto!! Ha ragione quando si sofferma “sull’individualismo” perché, purtroppo è nell’essere turese, o meglio meridionale. Ci si aggrega, in apparenza con un unico fine, e poi ci si disgrega, perché tutti vogliamo visibilità. Sono finiti i tempi dei porta-borracce. Ora tutte prime donne e prime file. Il delegato allo sport ha ormai il compito di rappresentanza e non più di progettualità perché purtroppo lo sport non è visto come crescita dei futuri cittadini.