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“INESATTEZZE” SU ALCUNE QUESTIONI

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L’intervista di Leonardo Palmisano e le polemiche con il PD che ne sono scaturite costituiscono un’occasione per l’approfondimento di alcune questioni su cui più volte ci siamo pronunciati, ma che evidentemente impongono un’analisi ulteriore.

I gruppi di SEL e della Federazione della Sinistra, riuniti nel Circolo Gramsci, non possono che prendere le distanze da alcune dichiarazioni riportate, che contraddicono non solo le intenzioni, ma pure le azioni già intraprese da più di un anno, espressioni di un progetto politico più volte enunciato in tutta la sua trasparenza.

Sinistra, Ecologia e Libertà e Federazione della Sinistra vogliono costruire a Turi un serio, organico, moderno contenitore politico di centrosinistra, dall’identità politica marcata, ma aperta e plurale, rifiutando la logica della somma delle personalità col sacchetto di voti a carico, nel nome di un aleatorio e qualunquistico “amore per Turi”.

Noi riteniamo che la stabilità, la serietà e la credibilità di un progetto si fondino su una base solida e condivisa di valori, di idee, di programmi.

Da un anno ribadiamo l’esigenza di una politica nuova, che stringa attorno alle idee i suoi nodi, che rifiuti la logica delle alleanze con chiunque, “ad ogni costo”, pur di vincere, ma che intenda costruire i successi elettorali sulla base di strategie politiche capaci di lasciare il segno su questo paese. L’esigenza di vincere e la capacità di essere efficienti amministratori devono rappresentare le direttrici fondamentali delle nostre scelte.

E’ una questione di garanzie da offrire ai cittadini, non certo un segno di capricciosa chiusura ideologica.

La tragicomica rappresentazione di questo centrodestra, giunto al nono rimpasto, impone una seria accelerazione in questo senso. Sin dall’anno scorso abbiamo invitato il PD e l’Italia dei Valori in un dibattito pubblico dal titolo emblematico, “Quale centrosinistra per Turi”, consapevoli della necessità di un confronto senza pregiudiziali, di un cammino faticoso, ma necessario da intraprendere.

Abbiamo creduto nella necessità di un progetto comune anche quando Donato Giuliani dichiarava su Turiweb che con SEL si faceva solo la strada dal comune a Largo Pozzi, anche quando il segretario Risplendente ci indicava con l’infelice espressione “frange minoritarie”.

Il Pd conosce le azioni recenti prodotte al fine di favorire questo dibattito, sereno, ma serrato sul programma, sulle regole per le alleanze, sulle procedure di composizione delle liste e di costruzione dei rapporti tra i partiti.

Le ragioni di quelle azioni permangono identiche, con tutta la loro forza, adesso.

Non spetta al Circolo Gramsci stabilire se Risplendente sia un segretario all’altezza, né tantomeno indicare a maliziosi “giornalisti” scelte politiche che vogliamo piuttosto sottoporre al confronto con i cittadini ed i partiti, un confronto che è per noi la priorità.

Emerge pure un certo dilettantismo giornalistico, nella misura in cui si prende spunto da un dato falso, Palmisano come esponente di SEL, per arrivare a scrivere qualcosa che non esiste, “SEL attacca, il PD non risponde”: Leonardo Palmisano è il responsabile regionale della comunicazione per la Federazione della Sinistra, ma non è iscritto al circolo Gramsci e tutte le sue dichiarazioni (passate e future) sono rilasciate a titolo personale e non sono espressione del circolo.

C’è incapacità o malafede in un giornalista che estende ad un intero gruppo le dichiarazioni di un soggetto, senza neppure preoccuparsi di domandare alle segreterie locali l’eventuale accordo con le stesse.

Fatta salva la sacrosanta libertà di intervistare chi pare, rimane poi il dovere di effettuare un’analisi oggettiva e coerente. L’attribuzione in toto del pensiero di un soggetto, che non ricopre incarichi locali, a un gruppo di quaranta iscritti è operazione francamente scorretta.

Se poi si legge la compiaciuta chiusura di Mirko Cazzetta alla fine dell’intervista (la cui replica è stata pubblicata nello stesso giorno su un altro giornale, i miracoli dell’editoria che fa rete!), in cui si descrive il centrosinistra come un condominio di litigiosi dalle poche speranze di trovare un accordo, si fa fatica a trovare il confine tra il giornalismo e la partigianeria.

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