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MARINUCCIO DI VENERE: IL PRESIDENTE

santoronzo

I tentativi dell’amministrazione di trovare un’alternativa a Marinuccio si sono rilevati quasi tutti fallimentari o seconde possibilità. Alcune voci avevano parlato di qualche imprenditore edile. Altre davano per certo Vito Catucci. Il tentativo vero è stato fatto con le due associazioni responsabili del tiro del Carro Trionfale. Un’idea che poteva essere sulla carta una buona soluzione ma che apriva scenari e problematiche di non facile soluzione.

Tateo Antonio, (nessuno si offenda se raccontiamo qualche retroscena) era la vera persona sulla quale da sempre questa amministrazione aveva pensato e forse puntato. Ma il bandolo della matassa, con il granitico Tateo, era ancora più lontano dall’essere trovato.

La rinuncia di Marinuccio, (ci permettiamo umilmente di affermare), non era nata tanto dalle dimissioni del comitato, né dalle tante difficoltà che ogni anno si ripresentano per organizzare la grande festa dei turesi. La rinuncia era forse frutto della confusione e delle voci maligne che a Marinuccio, persona forte, decisa e sensibile, proprio non sono andate giù.

Don Giovanni Amodio. L’arciprete. Aveva lanciato un monito forte e chiaro: “La politica non tocchi Sant’Oronzo”. Un segnale che non ha fatto altro che confondere le già torbide acque. Gli incontri sono proseguiti in tutte le sedi per trovare una alternativa a Marinuccio ma senza esiti convincenti.

I cittadini di Turi, quasi il 70%, avevano preferito su Turiweb.it come presidente nuovamente Di Venere Giammaria. Un consenso a furor di popolo che non ha bisogno di ulteriori approfondimenti.

Dopo Di Venere? Solo Di Venere. L’amministrazione comunale dopo aver esplorato altre impraticabili strade, ha raccolto l’invito dei turesi e martedì, ha comunicato con una lettera a Di Venere di ripensarci e tornare su i suoi passi. L’amministrazione ha chiesto così nuovamente a Di Venere di riprendere la guida e la presidenza della festa, dopo aver valutato la sua esperienza, serietà e capacità, senza dimenticare di ricordare la sua devozione e la fede nei confronti del Santo Protettore. Quest’ultimo argomento molto caro e imprescindibile per don Giovanni Amodio.

Marinuccio potrebbe accogliere l’estremo invito dell’amministrazione. Ma ancor di più sembra poter accettare per non deludere l’affetto di tutti quei turesi e forestieri che a gran voce lo chiamano e senza complimenti affermano in dialetto: “Accòme la fèsce tu la Fèste… nesciùn’ àlte” (Come la fai tu la festa…nessun altro). Idea che da tempo, umilmente, avevamo sostenuto. Abbiamo fatto qualche domanda a Marinuccio ma, per ora, non ha voluto dichiarare nulla: “Sono venuti a portarmi la lettera ben quattro assessori, vedremo”. A noi piace vedere lontano.

La festa grande abbia inizio con il suo Presidente.

(Sul prossimo numero aggiornamenti in merito.)

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